home
biografia
video
audio
english
español
français
Deutsch
polski
한 국 어
1976/90
1991/95
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


DEDICAZIONE DI SAN PAOLO DI RAVONE
20 novembre 2004

1."I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità". Carissimi fedeli, in questa celebrazione tanto solenne e di storica importanza per la vostra comunità la parola di Gesù ci invita subito a considerare la ragione fondamentale della dedicazione della Chiesa. Questo è il luogo della vera adorazione del Padre, perché qui voi lo adorerete in spirito e verità.

La verità di cui parla Gesù è la Rivelazione del Padre che Egli ha fatto mediante la sua vita e la sua parola. Adorare "nella verità" significa porsi di fronte al Padre in Cristo, con Cristo e per mezzo di Cristo.

L’intima unione di ciascuno di noi col Signore è operata nella nostra persona dallo Spirito Santo. È lui che ci introduce nella verità che è Cristo; è Lui che ci rende figli nel Figlio; è Lui quindi la sorgente da cui sgorga nel nostro cuore l’adorazione del Padre.

In questo luogo santo ora definitivamente dedicato, voi vi riunirete perché da questa comunità salga la Padre la vera adorazione per mezzo di Cristo mossi dallo Spirito Santo.

Quando questo accade? Soprattutto quando ogni domenica voi vi riunirete in questo luogo per celebrare l’Eucarestia. L’atto con cui Cristo offre se stesso in sacrificio di soave odore al Padre è l’unico vero atto di adorazione che sancisce l’eterna alleanza fra Dio e l’uomo. Mediante la celebrazione dell’Eucarestia noi possiamo partecipare al sacrificio della Croce, reso sacramentalmente presente in mezzo a noi, ed offrire al Padre "fra i doni che ci ha dato, la vittima pura, santa ed immacolata, pane santo della vita eterna e calice dell’eterna salvezza".

Carissimi, la celebrazione eucaristica della domenica è dunque l’azione più grande che voi possiate compiere, la più necessaria, perché da essa viene a voi ogni bene.

2."Fratelli, voi siete l’edificio di Dio". Carissimi fedeli, l’apostolo Paolo ci guida a scoprire un altro significato della celebrazione che stiamo vivendo.

L’edificio di pietra che dedichiamo è il segno di un altro edificio non fatto di pietra: "voi siete l’edificio di Dio". E ciò in un duplice senso.

Ciascuno di voi, la vostra persona è tempio di Dio perché "lo Spirito di Dio abita in voi". Anche il tempio che siete ciascuno di voi è stato dedicato: la vostra consacrazione è avvenuta nel santo battesimo. Anche voi, come lo sarà questo edificio, siete stati unti col crisma sacerdotale nel sacramento della Cresima. Anche dentro di voi sale al Padre il sacrificio a Lui gradito della vostra obbedienza alla sua santa legge, dei frutti delle vostre buone opere. In un certo senso noi stiamo significando con questa celebrazione la dedicazione della vostra persona.

Da questa profonda visione l’apostolo Paolo deduce una conseguenza: "Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi". La persona umana acquisisce una dignità sublime. Ogni mancanza di rispetto nei suoi confronti è come un sacrilegio perché è la deturpazione del luogo santo in cui Dio stesso abita. All’uomo è donata un’altissima dignità, che ha le sue radici nell’intimo legame che lo unisce al suo Creatore: nell’uomo risplende un riflesso della stessa realtà di Dio. [EV 34,1].

Ma l’apostolo Paolo dice che voi siete l’edificio di Dio anche in un altro senso. È la vostra comunità che è tempio di Dio poiché quando vi riunite nel suo nome, Dio stesso è in mezzo a voi.

Essendo la vostra comunità l’abitazione, la casa dove abita Dio stesso, "ciascuno stia attento come costruisce". Voi vedete che questo edificio materiale deve avere ben solide fondamenta, così la vostra comunità deve essere solidamente fondata. E "nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già si trova, che è Gesù Cristo".

Tutta la solidità della vostra comunità parrocchiale dipende dal suo essere fondata su Cristo stesso: da conoscere, amare, imitare, per vivere in Lui la stessa vita divina e trasformare con cui la nostra storia personale e sociale fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste. Chiunque quindi, ammonisce l’Apostolo, lavora nella costruzione di questa comunità "stia attento come costruisce".

3."Questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza". La prima lettura ci rivela infine un’altra dimensione di questa celebrazione.

Uomini e donne venuti dall’esilio e faticosamente impegnati nella ricostruzione della loro identità ritrovano se stessi quando viene loro narrata la loro storia; viene loro ricordato l’avvenimento fondamentale del loro vicenda: l’Alleanza con Dio siglata dalla Legge.

È ciò che accade in questo luogo ogni domenica. Qui si trovano uomini e donne bisognosi come non mai di ritrovare la loro identità, di vivere l’esperienza dell’appartenenza ad un popolo, quello cristiano. Qui ogni domenica questa esperienza viene vissuta perché vi ritrovate attorno all’avvenimento che ci ha costituito come popolo cristiano, il sacrificio di Cristo sulla croce, e rinnovate la vostra Alleanza col Signore.

Carissimi fedeli, come vedete in questo luogo sono celebrati i divini misteri. Siate sempre degni di frequentarlo; amatene sempre il decoro e la bellezza. Ma soprattutto sia sempre splendente di fede e di opere buone il tempio di Dio che siete voi.