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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


V Domenica di Pasqua
Castelluccio, 20 aprile 2008


1. Cari fratelli e sorelle, l’apostolo Filippo nel santo Vangelo rivolge a Gesù una preghiera che anche noi dovremmo ripetere spesso: "Signore, mostraci il Padre e ci basta".

La preghiera di Filippo esprime il desiderio di incontrare veramente il volto di Dio; di averne una conoscenza vera. Se anche questa mattina noi ci troviamo in questa Chiesa, è perché desideriamo più o meno consapevolmente "vedere il volto del Padre".

Quale è la risposta che Gesù dà alla domanda di Filippo e nostra? "Chi ha visto me ha visto il Padre". È attraverso Gesù – ascoltando le sue parole, conoscendo le sue opere – che noi possiamo conoscere Dio, il Padre. Quando noi conosciamo Gesù, è allora che noi conosciamo Dio, il Padre. Perché Gesù è la via per conoscere, per vedere il volto del Padre? "Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere".

Chi parla, chi agisce in Gesù è il Padre. Gesù non ha frapposto nessun filtro fra lui e il Padre: Egli è la pura trasparenza del mistero di Dio. All’inizio del suo Vangelo l’apostolo Giovanni lo aveva già detto: "Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato".

Cari fratelli e sorelle: questa è la grazia suprema, il dono più prezioso che ci è stato fatto. Certamente, se siamo capaci di contemplare le tante bellezze di cui il Creatore ha ornato il mondo, possiamo avere una qualche conoscenza di Lui. Ma è come conoscere una persona guardando la sua immagine in uno specchio.

Anche i nostri fratelli ebrei hanno una conoscenza di Dio, poiché hanno ricevuto da Lui parole di rivelazione e di istruzione attraverso Mosè. Ma Mosè, dice la Scrittura, ha visto solo le spalle di Dio, non il suo volto.

A noi, credendo in Gesù, ascoltando le sue parole e conoscendo le sue opere, è donato di vedere il volto di Dio, il Padre. Poiché, ci dice Gesù: "io sono nel Padre ed il Padre è in me".

E così, cari fratelli e sorelle, arriviamo alla suprema rivelazione che Gesù fa di se stesso: "Io sono la via, la verità e la vita".

Gesù è la nostra vita. Chi lo ascolta e si unisce a Lui attraverso i sacramenti, viene in possesso della stessa vita di Dio, perché Gesù vive la vita stessa del Padre.

Gesù è la nostra verità. Chi lo ascolta, come abbiamo detto, entra nella stessa luce divina. Passa dalle tenebre dell’errore alla luce della rivelazione divina. È toccato e riempito dalla luce divina, che ci fa gustare la gioia della verità.

Gesù è la nostra via. Solo attraverso di Lui noi siamo salvi; viviamo della vita stessa di Dio; siamo nella verità.

Cari fratelli e sorelle, la pagina del Vangelo è davvero stupenda. Essa ci mostra quale è il nostro vero destino: unirci a Cristo mediante la fede ed i sacramenti e così vivere della stessa vita di cui vive Dio; ascoltare la parola di Gesù e così avere una conoscenza vera del Padre.

2. Tutto quanto ci dice oggi la pagina evangelica, è donato ad ogni fedele in qualunque luogo egli viva, se ascolta con fede la parola di Gesù e partecipa alla santa Eucaristia. Non dovete cioè pensare che vivendo voi in questa piccola comunità, non ricevete o ricevete in misura minore ciò che il Vangelo promette. Anche in una comunità piccola come la vostra, "chi vede Gesù vede il Padre".

Infatti, se voi siete ascoltatori attenti e fedeli della predicazione del Vangelo che ogni domenica vi è fatta; se partecipate con vera devozione all’Eucaristia festiva, domenica dopo domenica, "vedrete Gesù". Cioè: conoscerete le sue opere; sarete illuminati dalle sue parole. Egli diventa per voi la via che vi conduce al Padre.

Vi ripeto dunque coll’apostolo Pietro: anche voi, in questo luogo sperduto, "siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce". "Stringetevi dunque a Cristo", ed Egli vi condurrà a vedere il volto del Padre.