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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Professione perpetua Minime dell'Addolorata
Le Budrie, 8 settembre 2007

1. Miei cari fratelli e sorelle, il sorgere del sole è preceduto dall’alba; e l’alba segna il passaggio dalla notte al giorno, e del giorno annuncia con sicurezza l’arrivo imminente.

La S. Chiesa ama da sempre paragonare la natività di Maria all’alba del giorno. Ecco come ne parla un Padre della Chiesa: "L’ombra della notte si ritira all’appressarsi della luce del giorno, e la grazia ci reca la libertà in luogo della schiavitù della legge. La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l’Antico Testamento. Mostra come ai simboli e alle figure succeda la verità e come alla prima alleanza succeda la nuova" [S. Andrea di Creta].

La nascita di Maria dunque ha come due dimensioni: essa termina in un certo senso un lungo cammino di generazioni, come abbiamo sentito nel s. Vangelo; essa anticipa nella sicura speranza la nascita di Gesù. Meditiamo brevemente, cari fratelli e sorelle, su ciascuna di queste due dimensioni.

- Il s. Vangelo fa memoria delle quarantadue generazioni che distendendosi lungo i secoli, giungono fino a "Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù". Miei cari amici, qui entriamo nella profondità di un grande Mistero.

Il libro dell’Esoso formula così il quarto comandamento: "Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio" [Es 20,12]. Il comandamento parla delle generazioni umane: un evento che deve essere onorato da chi è figlio. E lega la permanenza nella terra santa, nello spazio cioè della Presenza divina, alla connessione non solo biologica fra le generazioni.

Che cosa grande è questa! La salvezza che Dio dona all’uomo è testimoniata ed assicurata nel legame delle generazioni: il Dio che salva è il Dio di Abramo, di Isacco generato da Abramo, di Giacobbe generato da Isacco, e così via.

Tuttavia – e la cosa è di decisiva importanza – questo evento è frutto di pura grazia. L’inizio della catena, come abbiamo sentito, è Abramo: Abramo alle sue spalle, in quanto portatore della benedizione, non ha nessuno. È stata l’elezione divina assolutamente gratuita a farlo il capostipite della genealogia destinataria della benedizione.

Non solo evento di grazia è questa genealogia a causa di come ha avuto inizio, ma anche e soprattutto a causa del suo scopo. Il santo Vangelo – come avete sentito – inizia semplicemente così: "Genealogia di Gesù Cristo". L’apostolo Paolo dirà che la benedizione è stata data ad Abramo e alla sua discendenza. "Non dice la Scrittura: e ai tuoi discendenti" insegna l’Apostolo "ma "e alla tua discendenza", come a uno solo, cioè Cristo" [Gal 3,16b].

La natività di Maria è la porta che ci introduce nella Benedizione in vista della quale quelle generazioni erano state salvaguardate: Cristo Gesù.

- Siamo così già entrati nella seconda dimensione della festività odierna. Maria nasce, è cresciuta, è educata per essere la Madre di Gesù. È con lo stesso divino decreto di predestinazione che Gesù e Maria sono voluti dal Padre: Maria dice ordine totalmente a Gesù. In Lei tutta l’attesa di Israele si concentra e diviene grembo che accoglie il Dio che visita il suo popolo, come era stato promesso ad Abramo e alla sua discendenza.

2. Carissime sorelle che fra poco farete definitivo dono della vostra persona a Cristo, siglando con Lui un vero e proprio patto sponsale, la festa della Nascita di Maria getta una luce splendente sull’atto della professione religiosa che state per compiere.

Anche la vergine cristiana è una "pietra di confine fra la notte ed il giorno". In che senso?

Gesù ha detto che nella vita eterna non ci si sposerà: scomparirà il matrimonio in quanto istituzione terrena. Voi questa mattina colla vostra scelta verginale anticipate profeticamente quel "giorno eterno" nel quale la benedizione data di generazione in generazione raggiunge la sua pienezza: Dio tutto in tutti [cfr. 1Cor 15,28].

In fondo, la generazione umana è una lotta della vita contro la morte, della vita che vuole continuare contro la morte che annulla. Colla vostra scelta verginale voi anticipate la definitiva vittoria della vita, ben diversa da quella – destinata alla sconfitta – che l’uomo e la donna cercano di ottenere generando figli. È la vita eterna del Cristo risorto che investe il vostro corpo: la verginità è la pregustazione dell’incorruttibilità.

Ma l’alba non è ancora il giorno: Maria che nasce e cresce è la donna che attende. La vostra profezia è dentro a questo mondo; si realizza dentro la vita del tempo presente.

La vergine deve farsi carico della "sofferenza del tempo presente"; il "gemito della creazione" deve fare breccia nel suo cuore. Mie care sorelle: il carisma di Clelia non è stato forse questo? Anticipare profeticamente il mondo futuro nella dedizione totale ai più poveri e piccoli. Chi ama passa dalla morte alla vita.

Tutte le generazioni passate si concentrano nell’evento della nascita di Maria; Maria era lì davanti a Dio-Padre, invocazione del dono del Figlio.

Il peso del mondo entri nel vostro cuore verginale; il vostro cuore verginale lo introduca nel mistero di Cristo attraverso la vostra quotidiana dedizione. Così sia.