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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


S. Messa  alla Co.pro.bi
24 marzo 1997

1. La pagina del Vangelo appena proclamata contrappone due persone, una donna di nome Maria e un uomo di nome Giuda. Perché contrappone? Guardate il loro comportamento.
 Maria “presa ...profumo”. Ella cioè mostra un amore assolutamente disinteressato. Il profumo usato è valutato al prezzo di trecento denari. Se poi pensate che trenta denari erano più o meno lo stipendio che un operaio medio riceveva ogni mese, quel profumo costava il corrispondente della paga di dieci mesi di lavoro: buttati via - verrebbe da dire - in un istante. Il vero amore non calcola, non misura il prezzo di ciò che dona. In fondo, per chi ama nulla costa troppo. Questa è la prima figura di cui ci parla oggi il Vangelo. Ed ora consideriamo attentamente l’altra.
 Giuda Iscariota “...era un ladro ed avendo la borsa, ne sottraeva ciò che vi veniva messo dentro”. Dunque, costui non solo non donava niente a nessuno, ma prendeva anche ciò che non gli apparteneva, cioè rubava. Ed aveva nel cuore la tipica attitudine di chi ruba: “non ... gli stava a cuore i poveri”, cioè il disinteresse per i bisogni altrui. Dunque, vedete che non si poteva disegnare due ritratti di persone, più opposte l’una all’altra: l’amore e l’egoismo; il dono ed il furto; l’attenzione all’altro ed il disinteresse per l’altro. Fratelli e sorelle: come sempre il Vangelo ci disturba. Ci disturba perché ci costringe a fare una scelta di campo fra una impostazione egoistica della propria esistenza ed un’impostazione solidaristica della propria vita. E questa scelta riguarda direttamente ciascuno di noi; non riguarda istituzioni o società. E’ nel tuo cuore che tu decidi da che parte stare: dalla parte dell’amore disinteressato o dalla parte dell’egoismo avido. La Chiesa usa a questo punto una grande parola: conversione. Che cosa significa? La si usa anche nel Codice della strada per indicare un cambiamento totale di direzione. La Chiesa la usa per indicare un cambiamento totale del tuo modo di vivere. Ho detto “modo di vivere” per dire che non si tratta solamente né principalmente di gesti eclatanti fatti “una volta tanto”. E’ uno stile di vita che ci caratterizza nel nostro quotidiano modo di agire.

2. Di fronte a questa pagina del Vangelo, noi possiamo reagire in un modo tale che essa diventa perfettamente innocua, senza nessun effetto. Quando noi rendiamo “inutile” questa pagina? Quando riteniamo che essa ci proponga un ideale di vita associata, di rapporti fra le persone, impossibile da realizzare. Quando uno pensa che il comportamento di Maria è impossibile nella società di oggi, ha reso il suo cuore impermeabile al Vangelo.
In realtà, ciò che il Vangelo dice è di fatto impossibile, ma l’uomo, ogni persona umana sente nel suo cuore che la verità dell’uomo non è Giuda ma Maria. Guardate bene in questo momento dentro di voi e che cosa vedete? Vedete che provata una profonda sintonia col comportamento di Maria e una naturale repulsione al comportamento di Giuda. Ma nello stesso tempo voi vedete che è più facile comportarsi come Giuda che come Maria. Sapete come la Chiesa chiama questa situazione dell’uomo: schiavitù, mancanza di libertà, prigionia. Cioè: incapacità dell’uomo di realizzare il vero se stesso.
Ed ora riascoltate per un momento la prima lettura:  “... perché tu faccia uscire dal carcere i prigionieri”. Ecco, questo è la Pasqua: incontro con Cristo che ti libera dalla più terribile schiavitù, l’incapacità di amare.