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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


DOMENICA XXV per Annum
Apertura Visita pastorale S.Gregorio, 23 settembre 2001

1. "Ebbene, io vi dico: procuratevi amici con l’iniqua ricchezza, perché quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne". Carissimi fedeli, la pagina odierna del Vangelo non è di facile comprensione. Data però la grande importanza dell’insegnamento che essa racchiude, dovete prestare molta attenzione.

L’insegnamento di Gesù si regge interamente su un confronto o un paragone che può essere brevemente espresso nel modo seguente: come un amministratore disonesto trovò una via d’uscita da una situazione di grave difficoltà in cui si era messo facendosi subito degli amici che potevano aiutarlo in futuro, così il discepolo del Signore che vive una situazione di grave difficoltà deve agire in modo tale da assicurarsi la sua eternità. Teniamo dunque sempre presenti i due termini di confronto: l’amministratore infedele, il discepolo; o, come dice il Signore, "i figli di questo mondo" e "i figli della luce".

Quale fosse la situazione di difficoltà in cui si era messo l’amministratore infedele è descritto chiaramente nel Vangelo: l’uomo a causa della sua disonestà entro breve si troverà senza lavoro e quindi avrà bisogno degli amici.

A quale situazione di difficoltà pensasse Gesù per i suoi discepoli non è detto chiaramente, ma da tutto il contesto evangelico risulta essere la seguente: il discepolo del Signore deve vivere nel mondo, in particolare ha bisogno di denaro, deve poter disporre del denaro, e questo può costituire per lui una tentazione permanente. Nel senso di una ricerca esasperata, di un uso scriteriato ed egoistico del denaro.

Come esce l’amministratore infedele dalla sua situazione? Nel modo seguente: si serve proprio della ricchezza del padrone per farsi degli amici eventuali per il futuro. Cioè: usa precisamente di ciò che non è suo a proprio vantaggio.

In che modo il discepolo del Signore, pur usando delle ricchezze di questo mondo, non ne resta irretito? Usando di quelle ricchezze in modo tale che quando se ne dovrà staccare completamente, nel momento della morte, sia proprio quell’uso a salvarlo.

Carissimi fratelli, questo insegnamento del Signore è assai importante. Ci aiuta S.Paolo a capirlo bene quando scrive: "è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo" [Tit 2,11-12]. La grazia del Signore ci insegna e ci aiuta a vivere in questo mondo non come se in esso dovessimo sempre rimanere. L’amministratore infedele sa che sta per finire la sua amministrazione; ciascuno di noi non dimentichi mai che questa vita è destinata a finire. L’amministratore si preoccupa per il dopo; il vero discepolo del Signore prepara nel tempo la sua eternità. Come? Attraverso un uso non egoistico del denaro, quale si esprime attraverso l’elemosina. "Sublime arte delle arti è l’elemosina" dice S.Giovanni Crisostomo "essa infatti non ci costruisce case di pietra, ma ci procura una vita eterna".

2. "Uno solo… è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato sé stesso in riscatto per tutti", ci ha appena detto S.Paolo. Nella pagina evangelica, il Signore ci ha indicato come vivere in questo mondo in modo da giungere al possesso eterno di Dio.

Oggi iniziamo la S.Visita Pastorale: essa è una presenza straordinaria del Vescovo nella vostra comunità. A quale scopo? Per aiutarvi a seguire la via del Signore: perché – come preghiamo alla fine della S.Messa - "la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita".