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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


EUCARESTIA E VITA CRISTIANA
Parrocchia S. Ruffillo, 3 maggio 2006

Penso che sia utile iniziare parlando della vita cristiana e poi vedremo in che rapporto sta coll’Eucarestia. Dividerò quindi la mia riflessione in due punti.

La vita cristiana

Che cosa sia la nostra vita umana lo sappiamo molto bene. Passiamo in rassegna lo scorrere delle nostre giornate e dei nostri anni: gli affetti, il lavoro, le tribolazioni ma anche le gioie, la malattia e la morte delle persone care, l’educazione dei nostri figli, sono tutti i capitoli della nostra biografia.

E la vita cristiana? Pronunciando queste parole forse pensiamo ad un momento o ad alcuni momenti dentro alla vita umana sopra descritta: momenti occupati da alcuni gesti speciali quali la Messa festiva o qualche altra celebrazione religiosa. Ma vorrei che per il momento lasciassimo inevasa la domanda sulla vita cristiana e ritornassimo a riflettere sulla vita umana, andando un poco più in profondità.

E la prima discesa in profondità consiste nel prendere coscienza del fatto che non in qualsiasi modo desideriamo vivere, ma desideriamo vivere una vita buona. Che cosa significa "vita buona"?

La nostra vita è il nostro matrimonio: si può viverlo bene o viverlo male. La nostra vita è una vita associata: la società in cui viviamo può essere una società giusta nella quale è più facile vivere una buona vita associata oppure può essere una società ingiusta. La nostra vita è la nostra sofferenza [malattie, morte di persone care…]: essa può essere vissuta bene oppure male, nella solitudine ed anche nella disperazione. La nostra vita è il nostro lavoro: esso può essere compiuto bene oppure come una semplice necessità senza sentirci minimamente realizzati in esso.

Vedete dunque che la vita umana può realizzarsi bene o male, e voi percepite che la qualità buona, cattiva, o pessima di cui stiamo parlando non è riducibile all’avere. È una qualità che riguarda il nostro essere.

A questo punto dobbiamo chiederci: da chi e/o da che cosa dipende la bontà della nostra vita?

Non c’è dubbio che in un certo senso ed in una qualche misura sembra dipendere da ciò che chiamiamo "fortuna" o "destino". Non voglio adesso approfondire molto questa risposta, ma essa in realtà lascia inevasa la vera domanda di fondo: ma è proprio vero "fino in fondo" che una vita è buona quando è fortunata? Che la bontà di una vita umana non dipende in ultima analisi da chi la vive ma da fattori imponderabili? Proviamo a ripassare brevemente tutti i capitoli della vita sopra richiamati e facciamoci la domanda su ciascuno di essi.

Che la nostra vita sia una buona vita dipende ultimamente dall’uso che noi facciamo della nostra libertà. La nostra libertà può essere usata bene o male. Ne facciamo continuamente esperienza: "vedo il bene e lo approvo, e poi faccio il male". È la qualità della nostra libertà che genera la qualità della nostra vita. Ma la nostra libertà è fragile; è ammalata; è pericolosa quindi perché ci può portare fino all’autodistruzione della nostra umanità.

Ritorniamo ora alla nostra domanda: che cosa è la vita umana? È la realizzazione libera di se stessi con gli altri.

Esiste una realizzazione buona ed un cattiva in quanto la nostra libertà è gravemente ferita.

Ora siamo in grado di rispondere all’altra domanda. Che cosa è la vita cristiana? È la stessa vita umana [ricorda tutti i suoi capitoli] in quanto è vissuta bene perché è vissuta in Cristo. Gesù esprime la qualità buona della vita umana vissuta in Cristo dicendo che essa è centuplicata.

Fermiamoci un momento a considerare bene questa risposta. La vita cristiana non è un capitolo della vita umana che si aggiunge agli altri, per cui il cristiano è uno che vive la vita umana come gli altri ed inoltre ha una vita cristiana. È in un certo senso il contrario: la vita cristiana è l’assumere tutta la vita umana dentro alla comunione che l’uomo vive con Cristo.

Ma che cosa significa vivere la propria vita umana in Cristo?

Riprendiamo il discorso sulla libertà: essere liberi, esercitare la propria libertà come l’ha esercitata Cristo. Egli l’ha esercitata amando, donando se stesso [cfr. Lett. Enc. Deus caritas est 12].

2. Vita cristiana ed Eucarestia

Vedere il rapporto che esiste fra la vita cristiana così intesa e l’Eucarestia non è difficile.

L’Eucarestia è il sacramento del dono che Cristo ha fatto di se stesso sulla croce, a cui partecipiamo ricevendolo nella comunione eucaristica, a cui ci assimiliamo sempre più profondamente mediante l’adorazione eucaristica.

La vita cristiana non è prima di tutto un impegno morale. Essa inizia quando "sono dentro" all’atto oblativo di Cristo e la carità che è nel cuore di Cristo penetra sempre più profondamente nella nostra persona.

L’Eucarestia è la sorgente della vita cristiana e la vita cristiana è la realizzazione [la res] dell’Eucarestia [cfr. Lett. Enc. Deus caritas est 13-14]. Non c’è vita cristiana senza l’Eucarestia; non c’è Eucarestia senza vita cristiana.

Conclusione

Ora bisognerebbe riprendere tutti i capitoli nei quali la nostra biografia è scritta e di ciascuno chiederci: che cosa significa vivere … [e.g. il proprio matrimonio] in Cristo? È la Chiesa la scuola dove si impara a rispondere a questa domanda, cioè a vivere la vita umana in Cristo.