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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Veglia di preghiera
«Mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20)
Piazza Santo Stefano, 4 aprile 2009


I

Cari giovani, iniziando la celebrazione della Pasqua portiamo davanti a Cristo, rivolgiamo a Cristo una domanda fondamentale: che cosa significa amare veramente?

È facile illuderci riguardo all’amore; confonderlo colle sue contraffazioni o i suoi surrogati; essere trascinati dalla sua corrente superficiale e non essere mai coinvolti dal suo mistero grandioso.

Perché è così facile cadere in questa illusione? Perché è facile ridurre la nostra libertà alla nostra spontaneità. La spontaneità è reazione psico-fisica ad uno stimolo esteriore o interno, la libertà è azione della persona che si autodetermina nella luce della verità conosciuta. La spontaneità è lasciarsi rapinare il proprio io da ciò che senti in un istante, la libertà è divenire proprietari di se stessi per disporre secondo il bene. La spontaneità è, come avete appena sentito, "esistere solo un attimo, solo adesso – e recidersi dall’eternità. Prendere tutto in un momento e tutto subito perdere". La libertà è capacità di progettare la propria vita nella continuità, nella fedeltà: poiché l’uomo è integrità e continuità.

Ma, allora, amare veramente significa essere veramente liberi e liberamente veri? Si, cari giovani, le due grandezze – libertà e capacità di amare – stanno o cadono assieme.

A chi possiamo rivolgere queste grandi domande: ma che cosa è il vero amore? Ma che cosa significa essere veramente liberi? Chi può essere il nostro interlocutore? Continuiamo nella nostra riflessione e preghiera. Ascoltiamo e guardiamo al nostro interlocutore.

II

Abbiamo visto il nostro interlocutore: è Cristo crocefisso. Abbiamo visto quale è il libro su cui imparare la scienza del vero amore: la Croce. Perché è a Cristo che dovete rivolgere le vostre domande?

Cari giovani, ascoltatemi con molta attenzione in questo momento, poiché vi dico, anzi cercherò di balbettare le cose più grandi.

Solo Dio stesso può mostrarvi la verità dell’amore: che cosa è, che cosa significa amare veramente. Poiché "Dio è amore".

Sì, direte, ma "nessuno ha mai visto Dio" [Gv 1,18]! Abbiamo bisogno che qualcuno ce lo sveli; che qualcuno ci narri questo Amore. Se non viene rivelato all’uomo l’Amore, se l’uomo non può incontrarlo, se non può sperimentarlo e farlo proprio, la sua vita è priva di senso: l’uomo rimane per l’uomo un enigma insolubile.

Cari giovani, questo è il cristianesimo: l’Amore si è fatto visibile. L’Amore è Gesù Cristo che dona se stesso sulla Croce.

Cari giovani, questo è il cristianesimo: la possibilità donata all’uomo di conoscere, incontrare, sperimentare, fare proprio l’Amore vero che si è svelato sulla Croce. E questa possibilità, questa liberazione della vostra libertà vi è offerta nella Chiesa.

Siamo venuti in questa basilica chiedendoci: che cosa significa amare veramente? La risposta è: significa Cristo crocefisso; l’amore vero è Cristo crocefisso.

Perché fosse possibile ad ogni uomo e donna conoscere sperimentare, fare proprio l’Amore che è Cristo crocefisso, il Signore ha inventato, istituito l’Eucaristia. L’Eucaristia è la presenza reale, sotto il segno del pane, dell’amore che è Cristo crocefisso: il "sacramento della passione del Signore".

Cari giovani, rimanete in compagnia di Cristo nell’Eucaristia; purificate gli occhi del vostro cuore guardando lungamente l’Eucaristia; lasciate che la vostra vita sia plasmata da essa.

III

Cari giovani, come avete sentito, l’apostolo Paolo ha avuto per voi parole di esortazione: "Vi esorto…" [Rom 12,1-2]. Anzi ha usato perfino l’imperativo: "Comportatevi … come figli della luce … cercate ciò che è gradito al Signore" [Ef 5,11]. La verità dell’amore è esigente, e noi ci sentiamo deboli. Ci è stata posta davanti una cima troppo alta per le nostre poche forze!

Ci è stato detto: "questo è l’Amore vero; ama anche tu come ha amato Cristo"; "Gesù è stato tutta la libertà, senza traccia di schiavitù; sii libero anche tu come lo fu Lui". Ciascuno di noi è stato posto di fronte all’Amore!

Cari giovani, c’è un sottile ma grave errore in questo modo di leggere il libro della Croce: quello di pensare che quel libro ci ricorda un fatto solo passato. Un libro di memorie e di buoni esempi. Non è così!

Cristo non è vissuto solo nel passato: Egli vive ora. Cristo non fu semplicemente una volta, Egli è sempre. Egli desidera raggiungere ciascuno di voi, e riprodurre in ciascuno di voi Se stesso.

So che questo fatto, la Presenza operante di Cristo in voi, non vi è forse narrato molte volte, ma questa Presenza è la chiave di volta della vita di chi ha incontrato l’Amore.

Dove opera Cristo? Come riproduce se stesso in ciascuno di voi? Egli opera nella sua Chiesa; Egli riproduce se stesso in ciascuno di voi mediante i santi Sacramenti, soprattutto l’Eucaristia.

Che cosa grande, cari giovani, che è questa! Cristo in ciascuno di voi; ciascuno di voi in Cristo. Ed allora, cari giovani, se volete comprendere voi stessi fino in fondo, avvicinatevi a Cristo con le vostre speranze e le vostre paure, con la vostra passione del bene e le vostre debolezze. Entrate in Lui con tutto voi stessi, per appropriarvi di tutta la sua capacità di amare.

Cari giovani, l’avvenimento accaduto sulla Croce, l’atto di amore che esso esprime, non passa col tempo e non è circoscritto dallo spazio. Esso rimane: ieri, oggi, sempre. Sempre presente eucaristicamente, e riprodotto in ciascuno di voi se diventerete discepoli del Signore. Vivrete ed agirete nello stesso amore che spinse Gesù a donare Se stesso.

IV

Sull’albero della croce sono fioriti Paolo l’apostolo, Francesco e Chiara, Giovanni Bosco e Luigi Orione, madre Teresa di Calcutta e Giovanni Paolo II. Questa sera il Signore vi chiede di lasciarlo operare in voi fino al punto che ciascuno di voi possa dire: "non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me"". "Io-non più io": ecco il vero segreto della nostra felicità.

Questo avviene secondo la vocazione propria di ciascuno. È diverso il modo con cui l’Amore di Cristo si riproduce nell’amore coniugale; il modo con cui si riproduce nell’amore verginale; il modo con cui si riproduce nell’amore pastorale. Se voi mettete un cristallo davanti ad una sorgente luminosa, esso rifrange i colori dell’iride che stanno tutti dentro alla luce bianca. L’unico vero Amore – quello di Cristo sulla Croce – si rifrange nell’amore degli sposi, nell’amore della vergine consacrata, nell’amore del pastore.

Ed allora, cari giovani, alla fine di questa Veglia vi chiedo: durante i giorni pasquali, state davanti a Cristo crocefisso, e contemplatelo lungamente; purificate il vostro agire, i vostri pensieri, il vostro cuore, mediante una bella Confessione pasquale. E dite a Cristo in tutta sincerità: "come vuoi che la mia vita diventi un atto di amore? Nel matrimonio? Nella verginità consacrata? Nel sacerdozio? Signore, che cosa vuoi che io faccia?". Essere liberi solo per se stessi sarebbe orribile: è l’inferno.