PROFESSIONE RELIGIOSA SOLENNE
Le Budrie, 9 settembre 2006
Letture: Cnt 8,6-7
Sal 44
Rm 12,1-13
Mt 25-1-12
1. "Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore". Sorelle carissime, queste parole del Cantico esprimono il significato più profondo del gesto che state compiendo: una totale dedizione a Cristo nella Chiesa.
La vita di totale consacrazione, il vincolo nuziale che voi oggi stabilite con Cristo non è qualcosa di isolato e marginale nella Chiesa. Voi questa mattina vi ponete per sempre nel suo cuore, dentro alla sua missione. Diventate le immagini viventi della Chiesa-Sposa nella sua tensione verso un’unione perfetta col suo Sposo. A ciascuna di voi lo Spirito dice in questo momento le parole del Salmo: "Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo Padre: al re piacerà la tua bellezza". Senza di voi, senza le vergini consacrate, la vita cristiana di tutti noi, pastori e fedeli, perderebbe il suo intimo dinamismo ed il suo fondamentale orientamento.
Ma questa vostra consacrazione avviene in un contesto culturale ben preciso. Esso è caratterizzato da un’esaltazione dell’autonomia dell’individuo astrattamente pensato come sradicato da ogni legame originario; da una concezione ed esperienza della libertà intesa come rifiuto di ogni vincolo definitivo; da una degradazione della persona ridotta ad un fascio di istinti. Dentro a questa "dimora umana" voi questa mattina consentite alla chiamata del Signore di "mettere la vostra persona come sigillo sul suo cuore, come sigillo sul suo braccio". Sul suo cuore: donandovi per sempre a Lui; sul suo braccio: ponendovi a sua disposizione per ogni persona bisognosa. La vostra dedizione definitiva è il segno profetico che la vocazione della persona è l’amore; che la vera libertà consiste nella capacità di donarsi; che "c’è più gioia nel donare che nel ricevere".
2. "Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente". Queste parole che l’Apostolo ci dice, manifestano l’intima verità del dono che voi fate della vostra persona-corpo mediante il voto della santa verginità. Questo dono ha il carattere di un "sacrificio vivente". Voi oggi lo deponete sull’altare in unione al dono eucaristico che Cristo stesso fa del suo Corpo. È questo il culto della Nuova Alleanza, l’offerta del corpo dell’uomo e della donna, cioè di tutta la nostra concreta esistenza storica.
Nella vostra offerta verginale si riproduce lo stesso avvenimento accaduto in Gesù. Egli entrando nel mondo dice: "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrificio per il peccato". Ed è appunto "per mezzo dell’offerta del Corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre" che noi siamo stati salvati [cfr. Eb 10,5-10]. Nell’offerta del vostro corpo noi vediamo la potenza del Corpo di Cristo, in cui brucia il fuoco dello Spirito.
Ma perché questa offerta possa accadere in verità, l’Apostolo vi dice: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente". È necessario che interiormente vi separiate dal mondo che è in opposizione al Vangelo: dai suoi gusti, dalle sue gioie, dai suoi criteri. Solo così il vostro corpo, la vostra persona sarà trasfigurata dalla luce di Cristo.
Sorelle carissime, voglio terminare con un pensiero di un grande maestro di vita cristiana. "Mai l’anima può tendere alla conoscenza di Dio se Dio stesso, usandole condiscendenza, non l’afferra e la tira a sé. L’intelletto umano, infatti, non avrebbe la forza di lanciarsi tanto da cogliere qualche divino barlume, se Dio stesso non l’attirasse – per quanto è possibile ad un intelletto umano essere attirato – e non lo illuminasse con i raggi divini" [S. Massimo il Confessore].
Ed allora, mie care sorelle, dite al vostro divino Sposo: "Attirami dietro a te, corriamo! Mi introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci rallegreremo per te" [Cant 1,4]. Che ciascuna di voi sia introdotta dal re nelle sue stanze: per sempre. Amen.
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