VEGLIA PER LA PACE
Cattedrale 29 marzo 1999
Siamo sempre chiamati ad essere dentro alle vicende umane come
credenti in Cristo. Specialmente quando esse sembrano essere così
assurde da non poter più essere capite, abbiamo bisogno della sapienza
che viene dall’alto: per orientarci nei nostri giudizi e nelle nostre scelte.
La prima tentazione dalla quale questa sera dobbiamo chiedere al Padre
di essere liberati è quella di pensare che ciò che sta succedendo
nella regione balcanica non dipenda minimamente da noi, da ciascuno di
noi. Abbiamo a nostra disposizione una possibilità di influire sulle
decisioni degli uomini dai quali dipende più direttamente il governo
delle cose umane. E’ la possibilità di pregare. E’ certezza
incrollabile della nostra fede che la storia non è il risultato
imprevisto o inevitabile o casuale di forze impersonali. La sua trama è
tessuta dall’incrocio di tre libertà: quella del Padre che in Cristo
porta avanti il suo progetto di salvezza dell’uomo, quella dell’uomo chiamato
a cooperare a questo progetto, e quella di Satana che cerca in tutti i
modi di distogliere l’uomo da questa cooperazione. La preghiera è
richiesta che il Padre faccia avvenire il suo Regno e la sua giustizia;
che muova la nostra libertà verso la sua Pace; che ci liberi dal
maligno. E’ una richiesta che non può essere elusa dal Signore:
"E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno
e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà
loro giustizia prontamente" (Lc 18,7-8).
Ma quando saranno ascoltati? Nel libro dell’Apocalisse si descrive la preghiera
dei giusti uccisi violentemente.
"vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa
della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa. E gridarono
a gran voce: "fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e verace, non farai
giustizia e non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?".
Allora … fu detto loro di pazientare ancora un poco " (Ap 6,9b-11a).
"Fino a quando?" "Fu detto di pazientare ancora un poco": la nostra pazienza
ci fa guadagnare le nostre anime, perché "pregare per gli uomini
significa versare il proprio sangue" (Silvano del monte Athos).
Di fatto le vicende umane sono inestricabilmente abitate dal Regno che
il Padre in Cristo costruisce con gli uomini di buona volontà e
dalla organizzazione della menzogna e del male che gli uomini ingiusti
costituiscono coll’aiuto del Satana. E ciascuno di noi è chiamato
a vivere dentro a questa condizione: la nostra fortezza consiste nel contrastare
l’organizzazione della menzogna e del male. E’ il nostro quotidiano martirio.
Come?
Assumere sempre ed esclusivamente la "causa dell’uomo" senz’altre aggiunte.
E’ la causa della verità sull’uomo: stiamo pagando ad un prezzo
assai alto tutte le menzogne che in questo secolo sono state dette sull’uomo.
Che cosa sono state le due principali ideologie di questo secolo, il marxismo
ed il liberismo, se non grandi menzogne? È possibile assumere veramente
la causa dell’uomo quando si nega ciò che costituisce la sua più
grande nobiltà, cioè la sua vocazione trascendente? Se non
si affida alla ragione, al dialogo vero, alla trattativa onesta
la soluzione dei contrasti e non alle armi? coi nostri silenzi, colle nostre
compromissioni non siamo anche noi complici della menzogna sull’uomo?
Non possiamo andare alla scuola di servizio alla causa dell’uomo da
maestri che per decenni hanno coperto di silenzio il martirio di milioni
di innocenti. Non possiamo essere credenti nel Figlio di Dio fattosi uomo,
senza assumere pienamente la causa della verità sull’uomo.
Il nostro martirio, la nostra testimonianza è stare esclusivamente
"dalla parte dell’uomo", il che significa in primo luogo dalla parte di
chi è più debole, più indifeso, di chi è oggetto
della sopraffazione: sempre e comunque, poiché non sarà mai
consentito stare dalla parte della ingiustizia. Anche se a volte non stare
dalla parte di chi è violento comporta sacrificio e rischio. Quando
si permette che la prepotenza calpesti la libertà dei più
deboli, si pongono le premesse di un pericoloso slittamento nell’odio,
seme di altri conflitti.
Nell’imminenza della celebrazione della passione di Cristo, che ha preso
su di sé tutto il nostro soffrire, faccia davvero piaga nel nostro
cuore ogni miseria umana e da questa piaga esso sia guarito da ogni egoismo.
Chiedo a tutta la Chiesa di Ferrara-Comacchio di offrire il digiuno
del Venerdì Santo per ottenere la pace nei Balcani.
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