Settimana Mariana 1998
OMELIA MESSA SOLENNITÀ
Cattedrale di Ferrara 11 ottobre 1998
La parola di Dio oggi ci presenta due figure femminili: la regina
Ester e la madre di Gesù, Maria. Ambedue sono descritte nello stesso
atteggiamento, quello della preghiera. Ambedue si trovano ad intervenite
in una situazione di gravi difficoltà: Ester prega per la salvezza
del suo popolo; Maria prega per liberare due giovani sposi dall’umiliazione
e dallo scherno.
Come voi sapete, noi cristiani dobbiamo nutrire la stessa venerazione
verso i libri del V. Testamento e verso i libri del N. Testamento: i primi
intatti anticipano profeticamente i secondi e ne sono quindi la necessaria
introduzione. La figura di Ester che prega ed ottiene la salvezza del suo
popolo anticipa profeticamente, per così dire, la figura di Maria
che prega per la nostra salvezza. Il titolo di «Madre delle
grazie»con cui la nostra santa Chiesa ama venerare la Madre di Dio,
richiama oggi la nostra spirituale attenzione su questa dimensione particolare
del rapporto che Maria ha con ciascuno di noi: ogni grazia donataci dal
Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo, viene invocata dalla preghiera
di Maria. In questo senso la chiamiamo, «Madre delle grazie».
1. La pagina del Vangelo richiama la nostra attenzione sul fatto che,
durante la sua vita terrena, Maria intervenne in varie situazioni, perché
all’uomo fosse donata la grazia celeste.
Il precursore deve a Lei la propria santificazione, dato che
fu Maria a porlo in presenza del Signore già incarnato nel suo grembo.
Nella medesima circostanza, la visita di Maria ad Elisabetta mediò
a questa una particolare effusione dello Spirito Santo. A Cana, come avete
sentito nel Vangelo, fu la sua preghiera a sollecitare da Cristo il suo
primo miracolo: anticipazione profetica del dono dello Spirito Santo nel
mistico matrimonio fra il Signore e l’umanità redenta. Sul Calvario,
Maria venne costituita madre di ogni discepolo di Cristo: atto, questo,
che implica nel cuore di Maria un costante interessamento a ciascuno di
noi, maternamente.
E’ impensabile che Maria abbia cessato, ora che si trova nella
gloria dell’eternità divina, di compiere quest’attività di
intercessione che Ella compiva durante la vita terrena. La nostra fede
ci insegna infatti che tutti coloro che in paradiso godono della visione
del Volto di Dio, pregano per noi che siamo ancora nei pericoli del cammino
(cfr. DS 1821; 1867 e 675). Essi infatti vedono in Dio tutto ciò
che ci riguarda; sanno quali sono i desideri del Padre nei nostri confronti:
pregano perciò secondo le nostre necessità che essi in Dio
conoscono perfettamente.
Tutto questo è vero in un modo assolutamente unico di
Maria. L’atto di pregare per un altro infatti nasce dalla carità,
dall’amore verso l’altro medesimo. Quanto più uno è perfetto
nella carità di Cristo, tanto più sente l’esigenza di pregare
per gli altri. Orbene, nessuna persona umana ha raggiunto la perfezione
di carità di Maria: nessuna persona intercede per gli altri come
Lei.
L’efficacia delle preghiere che rivolgiamo al Signore per gli
altri, dipende dal grado di unione che ci congiunge a Lui: quale efficacia
avrà la preghiera di Maria, dal momento che Ella vive, in un rapporto
unico con ogni persona della Ss. Trinità! Non dobbiamo temere di
dire con una tradizione antichissima: Maria è «l’onnipotenza
orante».
Ella può tutto, perché ottiene tutto attraverso
la sua preghiera: è “l’Onnipotente a mani giunte” (B. Gherardini,
La Madre, ed. Casa Mariana, Frigento (AV) 1989, pag. 319). Ella è
madre di ciascuno di noi; è vicina a ciascuno di noi. Ama di vero
amore materno ogni uomo, e vive questa sua maternità ordinando tutta
se stessa, nella preghiera alla salvezza di ciascuno.
Non solo. Connessa alla certezza di fede che Maria è l’onnipotenza
orante, la tradizione e il magistero della Chiesa ci insegnano che Maria,
la preghiera di Maria, è all’origine di ogni grazia. Tutte le grazie
di cui abbiamo bisogno, soprattutto in ordine alla nostra salvezza eterna,
ci vengono attraverso la sua preghiera. In questo senso, Ella è
«Madre e mediatrice di ogni grazia». Nessuna grazia ci viene
se non attraverso Maria.
Tutto ci viene da Cristo e per mezzo di Cristo, ma non senza Maria.
Così tutti viviamo nel suo cuore materno.
Un grande maestro del pensiero cristiano, il francescano S. Bonaventura,
scrive: “Nessuno entra in cielo, se non per mezzo suo (di Maria). Infatti,
senza la fede nel Figlio di Dio fatto uomo dalla Vergine Maria mai nessuno
è entrato o entrerà in cielo, come pure nessun dono di grazia
è mai uscito dal cielo. Ne consegue che il Signore non accoglie
chicchessia se non tramite Lei” (cit. da Testi mariani del secondo millennio,
4 Autori medioevali dell’Occidente sec. XIII-XV, ed. Città Nuova,
Roma 1996. pag. 286).
2. Di fronte a questa stupenda verità della nostra fede, dobbiamo
suscitare nel nostro cuore profonda confidenza in Maria, serena certezza
nel suo affetto materno, dolce tranquillità di spirito al pensiero
che Ella conosce le nostre necessità e prega per noi. A Lei diciamo:
Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso, sempre, nell’ora della nostra
morte. Amen
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