Settimana Mariana 1998
OMELIA MESSA MINISTERI
Cattedrale di Ferrara 9 ottobre 1998
1. “Cristo ci ha riscattati …perché …la benedizione di Abramo
passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante
la fede”. Queste parole ci riportano al nucleo centrale della fede cristiana,
a quell’atto redentivo compiuto da Cristo, assimilando il quale attraverso
la fede noi riceviamo quanto Dio aveva promesso ad Abramo. Ed infatti ogni
giorno, all’inizio di ogni nostra giornata terrena, la S. Chiesa ci fa
benedire il Signore Dio d’Israele, perché Egli si è ricordato
della sua Santa Alleanza, del giuramento fatto ad Abramo nostro Padre.
Quale era il contenuto di questo giuramento, l’impegno che per
pura grazia Dio si era preso alleandosi coll’uomo? “di concederci, liberati
dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, nella santità
e nella giustizia”. O in sintesi, secondo quanto ci ha appena detto S.
Paolo, “che noi ricevessimo la promessa dello Spirito”.
Ma la pagina del Vangelo di oggi mette in risalto una particolare
dimensione dell’azione redentiva di Cristo, nella quale la benedizione
fatta ad Abramo è passata a ciascuno di noi: la dimensione della
lotta contro il Satana. L’uomo che il Redentore incontra è una casa
nella quale abita già il Satana: nella quale si sente sicuro del
suo possesso. Non nel senso che egli possa entrarvi colla violenza. Nel
senso che l’uomo ha liberamente consentito alle sue suggestioni. La pagina
del Vangelo descrive l’azione redentiva di Cristo come uno scontro con
Satana.
Questo scontro non è una semplice azione taumaturgica,
passibile anche di varie interpretazioni: “e’ in nome di Beelzebul…”. In
esso accade lo scontro ultimo, decisivo fra il Padre che vuole salvare
la sua creatura prediletta e il demonio, la radice di ogni peccato! “Se
io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il
Regno di Dio”. Questo scontro finale, che accade nell’azione di Gesù,
ha il suo inizio nella tentazione del deserto, dove Satana mette alla prova
la disposizione filiale di Gesù verso il Padre. Ha la sua definitiva
conclusione nella sua passione redentiva: l’ora dell’impero delle tenebre;
l’ora in cui il principe di questo mondo è cacciato fuori.
La definitiva vittoria di Gesù deve divenire ora vittoria
nostra: la vittoria della mia libertà contro le suggestioni del
Satana. La nostra casa è sempre esposta ai suoi attacchi, anche
ora che in forza del S. Battesimo ne è stata già liberata.
Infatti, “quando lo spirito immondo…”.
Ecco, Fratelli e sorelle: la nostra vita in Cristo è un
cammino di progressiva liberazione che culminerà nell’incontro beatificante
col Signore. La preghiera che Gesù ha fatto per i suoi discepoli
è la nostra garanzia: “Padre, non chiedo che tu li tolga dal mondo,
ma che li custodisca dal maligno” (Gv 17,15). S. Ambrogio insegna: “Il
Signore che ha cancellato il vostro peccato e ha perdonato le vostre colpe,
è in grado di proteggervi e di custodirvi contro le insidie del
diavolo che è vostro avversario, perché il nemico, che suole
generarle la colpa, non vi sorprenda. Ma chi si affida a Dio, non teme
il diavolo” (De sacramentis 5,30).
2. Nel contesto di questa severa parola donataci oggi dal Signore, deputiamo
oggi alcuni nostri fratelli e sorelle al compimento del ministero straordinario
di distribuire la divina Eucarestia.
Ogni discepolo del Signore trova nei sacramenti dell’iniziazione
cristiana (battesimo, cresima, eucarestia) la pienezza della sua partecipazione
alla vita di Cristo e la sorgente del suo servizio cristiano. Non abbiamo
bisogno di altro.
Tuttavia, alcuni sono chiamati dal Vescovo a svolgere alcuni
particolari servizi, nel contesto della missione della Chiesa: rendere
partecipe in Cristo ogni uomo della benedizione di Abramo; rendere partecipe
ogni uomo della vittoria di Cristo sul Satana.
Questa missione della Chiesa viene realizzata dal laico in primo
luogo dentro al mondo, attraverso l’esercizio della sua professione e la
testimonianza della vita. Tuttavia, per particolari necessità viene
chiesto a voi, carissimi fratelli, questo particolare servizio.
Il Signore vi benedica per averlo accettato: e faccia del nostro
popolo un popolo a Lui gradito.
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