30 gennaio 2005
Giornata del Seminario
1. "Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, … li ammaestrava". L’introduzione al Vangelo di oggi, carissimi fratelli e sorelle, è semplice e solenne allo stesso tempo: essa invita subito al silenzio, all’attenzione, all’ascolto. Gesù è nell’atteggiamento del "maestro": "messosi a sedere… li ammaestrava". Il suo insegnamento inizia nel modo seguente: "beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli".
Notate subito una cosa. Domenica scorsa il Vangelo descriveva l’inizio della vita pubblica di Gesù con queste parole: "Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino". Anche oggi, nel suo insegnamento Gesù parla del "Regno dei cieli". Che cosa è il Regno dei cieli?
E’ l’agire di Dio a favore della persona umana: perché essa sia liberata; non sia più oppressa da ogni sorta di tirannia ed usurpazione, in primo luogo dalla tirannia di Satana, il nemico dell’uomo per eccellenza. Per poter capire meglio questa presenza attiva di Dio nella nostra storia, proviamo a rileggere il Salmo responsoriale, e capiremo concretamente che cosa significa: "il Signore rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati … Il Signore rialza chi è caduto … protegge lo straniero".
Quando dunque Gesù parla del "Regno dei cieli" parla di un avvenimento, di un fatto che accade dentro la storia. Viene allora spontaneo chiedersi: dove accade questo fatto? dove è che "Dio regna"?
L’agire di Dio a favore dell’uomo si realizza compiutamente nella morte e nella risurrezione di Gesù. Risuscitandolo dai morti, Dio ha vinto la morte definitivamente e in lui ha inaugurato il suo Regno. Gli apostoli ne furono così consapevoli che predicavano il Regno di Dio annunciando la morte e la risurrezione di Gesù. È sull’annuncio di Gesù morto e risorto, con cui il Regno si identifica, che è incentrata tutta la predicazione degli Apostoli. Dunque, fratelli e sorelle carissimi, "il Regno di Dio non è un concetto, una dottrina, un programma soggetto a libera elaborazione, ma è innanzi tutto una persona che ha il volto e il nome di Gesù di Nazareth, immagine del Dio invisibile" [Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio 18,2; EE8/1077].
È per questo che oggi il Regno di Dio si realizza mediante la Chiesa: ne è il germe, il segno e lo strumento. Essa è completamente al servizio della sua venuta nelle singole persone e nella società umana, poichè Cristo compie la sua opera mediante la Chiesa suo mistico corpo e sua sposa.
2. La cosa più necessaria per l’uomo è allora quella di sapere di chi è il Regno: chi può sperimentare l’azione di Dio a salvezza dell’uomo. Carissimi fratelli e sorelle, il Vangelo di oggi è precisamente la risposta a questa domanda. Le nove beatitudini vanno lette così: beati i poveri in spirito, perché saranno essi [e non chi non è povero in spirito] a possedere il Regno; beati gli afflitti perché saranno essi ad essere consolati, e così via.
Le beatitudini quindi non descrivono classi di privilegiati. Esse indicano le condizioni che sono necessarie – e lo sono tutte – per entrare nel regno di Dio, per divenire partecipi della salvezza che ci viene offerta in Cristo, al di fuori della quale l’uomo ha come destino finale la disperazione eterna.
E se uno non si trova in queste condizioni? La deve acquisire, cambiando se stesso, cioè convertendosi. La pagina del Vangelo quindi è, come sempre, profondamente beatificante e nello stesso tempo drammatica. E’ come se dicesse: Oh come sono fortunati i poveri in spirito, gli afflitti, i miti… : sono essi infatti ad entrare nel Regno di Dio! Oh come sono disgraziati coloro che non sono poveri in spirito… : essi infatti non entreranno nel Regno. Ciascuno quindi deve chiedersi: "ed io in quale condizione mi trovo?".
Fate bene attenzione a quanto è detto nella seconda lettura: essa mostra la realizzazione concreta del Vangelo in una comunità cristiana, quella di Corinto. "Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto … Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole … Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio". Nessuno ha diritto al Regno; la nostra certezza, sicurezza è solo nella bontà misericordiosa del nostro Dio.
3. Perché la Chiesa sia adeguatamente al servizio del Regno dei cieli, è continuamente arricchita dallo Spirito Santo con doni e carismi. Ne abbiamo oggi una dimostrazione.
Tre giovani del nostro Seminario riceveranno fra poco il santo ministero del Lettorato.
La Chiesa è al servizio del Regno di Dio anzitutto con l’annunzio della parola di Dio, che chiama alla conversione. Il mistero del Lettorato si inscrive dentro a questo servizio. La destinazione di questi giovani a proclamare la parola scritta di Dio nella santa assemblea liturgica significa una profonda consacrazione della loro persona alla testimonianza di quella verità che è la vita dell’uomo.
Noi li accompagniamo con la nostra preghiera perché nutrendosi quotidianamente della parola di Dio, realizzino nella loro vita ciò che proclamano colla loro bocca e la parola proclamata con la bocca sia accolta con purezza nel loro spirito.
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