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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Festa di santo Stefano
Cripta, 26 dicembre 2006


1. La narrazione del martirio di Stefano il protodiacono riprende alla lettera la morte del Signore. Sottoposto ad un processo e condanna capitale ingiusta, egli muore e vive come Cristo perché vive e muore in Cristo.

Miei cari diaconi, il carattere sacramentale della vostra ordinazione fa di voi una icona vivente del Cristo –servo nella Chiesa. Un antico testo canonico dice: "diacunus fuit Christus, quando lavit pedes apostolorum".

Meditando sulla figura di S. Stefano noi costatiamo che il servizio cui egli si dedicò fu soprattutto l’annuncio del Vangelo, il servizio, alla Parola. Così come le pagine degli Atti degli Apostoli ci mostrano gli altri diaconi dediti al servizio delle mense, al servizio della carità. E così fin dal principio la vostra configurazione a Cristo-servo si esprime in molteplici modi.

Miei cari diaconi, il significato fondamentale di queste parole con è etico: è ontologico; non riguarda il vostro agire, ma il vostro essere. Non veicolano un imperativo ma significano un dono. A voi è stata donata mediante la imposizione delle mani una reale configurazione a Cristo, che nel racconto della morte di Stefano si manifesta con particolare evidenza.

La consapevolezza di portare questo dono in vasi di creta – una consapevolezza che non deve mai abbandonarci – non deve suscitare in noi paura o scoraggiamento. Al contrario. Deve produrre nel nostro cuore frutti di lode al Signore "che fa abitare la sterile quale madre gioiosa di figli". E ci deve dare la gioiosa certezza di una grazia che non viene mai meno.

2. La biografia essenziale di Stefano ci presenta due particolari, carichi di profondo significato. Il primo, Stefano lo condivide con gli altri sei diaconi: essi sono istituiti in servizio agli Apostoli; l’altro è suo proprio: Stefano genera col suo sangue il più grande degli Apostoli, S. Paolo.

Un antico testo della Traditio apostolica recita: "non in sacerdotio ordinatur, sed in ministerio episcopi, ut faciat ea quae ab ipso jubentur".

Esiste un particolare legame fra il diacono e l’apostolo della Chiesa: il diaconato nasce come aiuto agli apostoli e ai loro successori.

Miei cari diaconi: celebro questi divini misteri per ringraziare il Signore di tutto il bene che state facendo nella nostra Chiesa.

Il Signore ci illumini perché possiamo essere tutti uniti e come "integrati", secondo i doni sacramenti ricevuti, nel servizio al popolo santo di Dio.