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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


DOMENICA XXX PER ANNUM (A)
Pian del Voglio, 26 ottobre 2008


1. L’insegnamento che Gesù oggi ci dona è molto importante. Riguarda l’amore dell’uomo verso Dio e l’amore del prossimo.
Per comprenderlo, possiamo partire da una domanda molto semplice che sorge nel cuore di chi ascolta attentamente questa Parola: come può l’uomo amare Dio che non vede?
In realtà, Dio però si è mostrato, si è rivelato nel suo Figlio Unigenito. "Dio nessuno lo ha mai visto"; dice il Prologo al Vangelo di Giovanni "proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre lui lo ha rivelato" [Gv 1,18]. E lo ha rivelato come un Dio che ama l’uomo. In tutta la vita di Gesù, e soprattutto nella sua morte sulla Croce, è Dio che si fa vedere, e ci fa conoscere e sperimentare il suo amore per noi. Poiché Dio in Gesù ci ha amati, e nella Chiesa [nella sua Liturgia, nella sua vita] continua a rivelarsi e farci sperimentare il suo amore, noi possiamo corrispondere a questo amore. Il "prima" di Dio ["Dio ci ha amati per primo"] rende possibile la risposta dell’uomo.
Come merita di essere amato il Signore? Quale è la misura adeguata della nostra risposta? Gesù risponde: "con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente".
Ma quando il credente ama Dio in questo modo, non può non amare il suo prossimo. Se tu ami una persona, come puoi non amare anche i suoi amici? Gli amici dell’amico sono miei amici. Non solo. Quanto più amiamo il Signore, e tanto più ci uniamo a Lui, abbiamo il suo stesso pensiero e sentire: ogni uomo è visto come lo vede il Signore.
Comprendiamo allora che fra l’amore di Dio e l’amore del prossimo esiste un legame inscindibile: se ami veramente Dio non puoi non amare il tuo prossimo; se non ami il tuo prossimo vuol dire che non ami veramente Dio. I due amori sono inseparabili. Sono un solo ed unico amore. Ma tutti e due sono possibili perché Dio ci ha amati per primo.

2. Gesù oggi ci dona anche un secondo insegnamento molto bello. Egli dice: "Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profeti".
In questo detto di Gesù la parola più importante è il verbo "dipende". Che senso ha? Se voi appendete un quadro ad un chiodo, se il chiodo non tiene il quadro cade. Allo stesso modo, tutti i comandamenti del Signore ed i precetti della Chiesa sono come "appesi" al comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Cioè: l’amore di Dio e del prossimo è il fondamento, è la forza che spinge ad osservare ogni altra prescrizione. È la sorgente da cui sgorga ogni azione retta compiuta dal credente. Nel nostro agire siamo mossi dall’amore di Dio e del prossimo.

3. Carissimi fedeli, sono grato al Signore che ci dona questa pagina del Vangelo in occasione della Visita pastorale.
Il Vescovo viene a visitarvi prima di tutto per ricordarvi la dottrina del Signore, per annunciarvi il suo Vangelo. Ebbene, oggi è Gesù stesso che per così dire riassume tutto il suo insegnamento in una formula breve: "ama Dio ed il prossimo", e ci dice che questo è tutto.
Ma Gesù ha potuto dire questo perché egli in se stesso rivelava l’amore che Dio ha per ciascuno di noi. Allora è di fondamentale importanza che voi rimaniate fedelmente in contatto vivo con la rivelazione vivente dell’amore divino, che è Gesù.
La più grande testimone dell’amore del secolo scorso, la beata Teresa di Calcutta, attingeva la sua grande capacità di amare dall’incontro col Signore nell’Eucarestia; la grazia propria di questo Sacramento è la carità.
Dunque, sono venuto fra voi per dirvi in poche parole tutto: conoscete l’amore che Dio ha per ciascuno di voi mediante l’ascolto della sua Parola; fate viva esperienza di questo amore partecipando fedelmente all’Eucarestia; da questo ascolto e da questa partecipazione riceverete la capacità di testimoniare l’amore.