Dedicazione della cattedrale e decimo anniversario di servizio episcopale
Bologna – Cattedrale, 23 ottobre 2005
1. "Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?". Carissimi fratelli e sorelle, la domanda fatta dal re Salomone diversi secoli orsono risuona con una drammatica urgenza dentro al nostro cuore: "ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?". "È una terra troppo inzuppata di sangue innocente per poter ancora credere che in essa Dio vi abiti", mormora la nostra coscienza.
Eppure ancora una volta, come ogni anno, in questo giorno la Chiesa di Bologna vive la gioia di possedere questo luogo santo, la sua Cattedrale, poiché "verso questo edificio sono aperti giorno e notte gli occhi del Signore, dal momento che quivi abita la sua Presenza". Come è possibile? "Ecco i cieli e i cieli dei cieli non possono contenere il Signore, tanto meno questo edificio che i nostri padri hanno costruito".
"Voi vi siete accostati … al Mediatore della nuova Alleanza e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quella di Abele". In questo luogo è data all’uomo la possibilità di sperimentare la presenza di Dio nella propria vita perché si celebra l’Eucarestia. Mediante questa celebrazione l’uomo può accostarsi a Cristo ed in Lui entrare nell’alleanza con Dio, rigenerato nella sua umanità perché perdonato nei suoi peccati. È una profonda esperienza di vicinanza al Mistero che l’uomo può vivere in questo luogo.
La Cattedrale è stata costruita dalle stesse mani che hanno costruito le nostre case, che hanno costruito la nostra città: la nostra Università e il nostro Municipio. Mani di uomini convinti che là dove non c’è il Tempio non ci possono essere dimore e case degne dell’uomo. È nel Tempio che gli uomini scoprono le ragioni ultime del loro stare e vivere insieme in una città: non per ricavare denaro l’uno dall’altro ma per condividere assieme lo stesso destino nella giustizia e nell’amore. "Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il Signore non custodisce la città, invano vigila il custode". Come dice il poeta: "riuscite a reggere la città se il Signore non regge con voi?/ Mille vigili che dirigono il traffico non sanno dirvi perché arrivate né dove andate./ Una colonna di cavie o un’orda di marmotte attive /costruiscono meglio di coloro che costruiscono senza il Signore" [T. S. Eliot, La roccia. Un libro di parole, Biblioteca di via Senato Editore, Milano 2004, pag. 77 ].
Per salvare la presenza del Tempio nella città, il Signore oggi nel Vangelo obbliga però noi sacerdoti, con un gesto profetico straordinario, a non fare del Tempio "un luogo di mercato". Questo è il luogo dove vivono solo gli interessi del Signore, ci dice il Signore. Solo la custodia dell’identità della Chiesa salva la città.
2. Ma oggi voi avete voluto celebrare con me il decimo anniversario del mio servizio episcopale. "Ogni giorno ed ogni ora, o carissimi, deve essere preoccupazione del Vescovo aver presente l’importanza del governo di cui ha assunto il carico, e il dovere di renderne conto a Dio. Ma ricorrendo il giorno anniversario della nostra ordinazione, volgiamo in modo particolare il pensiero alla gravità di questo nostro ufficio, come se ora primamente lo dovessimo assumere" [S. Agostino, Discorso 383,1, NBA XXXIV, pag. 597]. Perché sia giorno di gioia vera, mi raccomando alle vostre preghiere "così che si degni di portare con me il mio peso Colui che non disdegna di portare me stesso" [S. Agostino, Discorso 340,1, NBA XXXIII, pag. 995]. Quando i fedeli pregano per il loro Vescovo, in realtà pregano per se stessi, perché è nella comunione con Cristo, che ci è comune, che troviamo la nostra pace.
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