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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Domenica Quinta di Pasqua
Cattedrale, 22 maggio 2011


Grandi sono le parole che Gesù ha detto nel santo Vangelo a tutti noi: a voi, cari ragazzi che fra poco riceverete la Santa Cresima; a voi, cari genitori e padrini-madrine. Riascoltiamo dunque attentamente.

1. "Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me".

È una grande rivelazione che Gesù ci fa con queste parole. La vita che noi ora viviamo, si potrebbe dire "il posto che ora occupiamo", non è la vita definitiva. Essa prima o poi finisce con la morte e… il nostro posto viene occupato da altri. Orbene, Gesù ci dice che Egli ha preparato per noi un "altro posto", dove resteremo e vivremo per sempre con Lui.

Quando gli Apostoli sentirono per primi parlare di questo, si fecero delle domande che forse anche noi ci stiamo facendo. Domande come queste: e dove è questo altro posto che Gesù ci ha preparato? quale è la strada che conduce ad esso? È proprio questa la domanda di un Apostolo, Tommaso: "Signore… e come possiamo conoscere la via", se non sappiamo neppure dove è questo posto che tu ci hai preparato?

A questo punto Gesù dice una delle cose più importanti di tutto il Vangelo: "Io sono la via, la verità e la vita". Prestiamo bene attenzione perché sono parole molto importanti.

Gesù dice che è "la via": come può una persona essere una strada? Possiamo capirlo con un esempio. Chi fa salite pericolose in montagna, ha bisogno di una guida. Essa si mette davanti, e gli altri lo seguono: traccia la strada, si dice. Gesù con la sua vita e le sue opere "ci ha lasciato l’esempio perché ne seguiamo le orme". Se noi cerchiamo di vivere, nelle nostre condizioni, come Gesù ha vissuto e ci ha insegnato a vivere, Egli diventa la via percorrendo la quale noi saremo sempre con Lui: andremo ad occupare il posto che ci ha preparato.

Ma Gesù fa anche due altre aggiunte, e dice: "Io sono… la verità e la vita". La verità: che parola grande! Se noi seguiamo Gesù, siamo sicuri di non sbagliare mai, perché Lui in Se stesso manifesta il vero modo di realizzarci: è la Verità. Ne deriva che allora Egli è anche la vera vita.

Cari ragazzi, se siete stati attenti potete capire l’esortazione che ci ha fatto San Pietro nella seconda lettura. "Carissimi, stringetevi a Cristo". Ecco, questo è tutto: state stretti a Cristo; state abbracciati a Lui; non lasciatelo mai. Lui, essendo la via, vi conduce ad una vita vera, buona, bella.

2. E in che modo si sta stretti, abbracciati a Cristo? In due modi.

Attraverso l’Eucaristia. La partecipazione alla Messa festiva è il mezzo più importante per "stringervi a Cristo". "Altro non opera infatti la partecipazione del corpo e del sangue del Signore se non trasformarci in ciò che prendiamo" [S. Leone M., Sermone 50, 7.4].

Ma senza una fede profonda l’Eucaristia non opera in noi nulla. E la fede la si nutre col catechismo. L’altro modo per "stringerci a Cristo" è la fedeltà al catechismo. Non finisce dunque con la Cresima, ma al contrario diventa ancora più necessario. Siate dunque fedeli all’Eucaristia festiva e al catechismo. Così sia.