VII DOMENICA PER ANNUM (C)
Santuario di S. Luca
21 febbraio 2004
1. «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro».
Carissimi fedeli, la pagina evangelica ci presenta due modi profondamente diversi
di costruire i nostri rapporti con gli altri, e dunque di edificare la società.
Ogni società: da quella più piccola, la società coniugale,
alla più grande, la società internazionale.
Il primo modo è di costruirli secondo la logica divina, introducendovi
lo stile – se così posso dire – divino. Quale è la
logica divina? “Egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi”. È la
logica della gratuità, dell’amore offerto non in ragione dei propri
meriti. Come aggiunge il Vangelo secondo Matteo: “fa sorgere il suo sole
sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” [Mt
5,45].
Il secondo modo è di costruire i nostri rapporti sociali secondo una
logica anti-divina. Quale è la logica antidivina? amare i propri amici
e odiare i propri nemici; fare del bene a chi ti fa del bene e fare del male
a chi ti fa del male; benedire chi ti benedice e maledire chi ti maledice.
La contrapposizione fra i due modi si riduce in fondo a questo: dal punto di
vista divino non ha senso dividere gli uomini in amici/nemici; dal punto di
vista anti-divino gli uomini devono essere divisi in amici/nemici: i primi
vanno beneficati [anche perché da loro ci aspettiamo altrettanto]; i
secondi – quando va bene – vanno ignorati.
La pagina evangelica costringe quindi a porci una domanda fondamentale: in
che modo noi “guardiamo” l’altro, come estraneo e come nemico
oppure come prossimo e come compartecipe della stessa dignità di persona?
Qualcuno potrebbe essere tentato di pensare che questa pagina evangelica sia
così fuori dalla realtà, così estranea alla nostra vita
quotidiana da ritenerla senza rilevanza pratica.
Certamente è una pagina che si oppone diametralmente alla società in
cui viviamo, ma essa è l’unica risposta vera al bisogno più profondo,
all’urgenza più drammatica del nostro vivere quotidiano. La società in
cui viviamo infatti è stata costruita su una concezione astratta dell’uomo.
Una concezione secondo la quale non esiste nessun comunione originaria fra
gli uomini, essendo ogni uomo un individuo a se stante. La vita sociale è pertanto
una sorta di contrattazione fra opposti egoismi, nella quale vi deve essere
parità fra il dare e l’avere. L’altro è visto quindi
come un concorrente, ed il suo bene in opposizione al mio bene. La pagina evangelica
sconfigge alla radice questa logica della contrattazione, della competitività,
alla fine dell’inimicizia, che tanti danni sta causando al nostro vivere.
Allora chi è più estraneo al bene dell’uomo, questo insegnamento
di Gesù o la vita che facciamo tutta basata sulla contrapposizione?
2. Sono sicuro della vostra risposta: Cristo e la sua parola sono risposta
adeguata alle vere esigenze del nostro cuore. Ma ci accompagna quotidianamente
l’esperienza della nostra miseria, della nostra fragilità. La
logica di Dio ha preso carne in Cristo: «oltraggiato non rispondeva con
oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a Colui
che giudica con giustizia» [1Pt 2,23].
È il mistero che stiamo celebrando: la morte di Cristo che dona Se stesso
per rigenerarci nella nostra co-umanità. Per ricostruire la nostra unità spezzata.
Immergiamoci dunque nel mistero della sua morte e risurrezione; partecipiamo
mediante il santo sacramento alla carità che l’ha causato. Solo
così la pagina evangelica diventerà vita della nostra vita.
Siamo venuti nella casa di Maria; vogliamo porci vicino a Lei. Ella è colei
che ci introduce dentro il Mistero di Cristo. Il Verbo è venuto a noi
attraverso di lei; noi andiamo a Cristo attraverso di Lei. È ciò che
fece il discepolo che Gesù amava: «la prese nella sua casa» [Gv
19,27b].
|