Seconda Domenica per Annum [A]
Poggetto, 19 gennaio 2014
Carissimi fratelli e sorelle, oggi la Chiesa, nella lettura di una pagina del Vangelo di Giovanni, desidera che ascoltiamo la testimonianza del Battista resa a Gesù.
1. Egli testimoniò a riguardo di Gesù tre cose: Egli è l’agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo; Egli è colui sul quale è sceso ed è rimasto lo Spirito Santo; Egli è il Figlio di Dio.
Non possiamo per ragioni di tempo, entrare nel contenuto di ciascuna di queste tre testimonianze. Mi fermo solo sulla prima, anche perché essa risuona nelle assemblee dei fedeli ogni volta che celebrano l’Eucarestia, sotto forma di preghiera: "Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo: abbi pietà di noi".
Cominciamo dalla seconda parte: "che toglie il peccato del mondo". Gesù è Colui che cambia veramente la faccia della terra; che cambia veramente la condizione umana. Possiamo aiutarci, per capire questo cambiamento, con una pagina dell’Antico Testamento: il racconto del diluvio.
Il racconto comincia così: "il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male" [Gen 6, 5]. Parliamo oggi della "globalizzazione". Esiste anche la "globalizzazione del peccato". La terra è come imprigionata dentro questa rete del male: le guerre; la iniqua distribuzione dei beni; le persone "scartate" da un iniquo sistema economico. E’, come dice Giovanni Battista, "il peccato del mondo".
Ritorniamo al racconto genesiaco. Che cosa decide il Signore? Ascoltiamo: "Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque sulla terra" [17]. E’ come un bagno che pulisce la creazione da ogni lordura; come un lavaggio universale che toglie tutto ciò che sporca la creazione.
Riascoltiamo ora la testimonianza di Giovanni: "che toglie il peccato [=tutto ciò che è peccato] del mondo". Non dell’uno o dell’altro, ma del mondo intero. La presenza fra noi di Gesù è la presenza di uno che ha in sé la capacità e la volontà di pulire il mondo intero; di riportare l’uomo e il mondo alla loro primitiva bellezza e splendore. L’uomo: il suo cuore; le sue istituzioni; il matrimonio, l’economia, la politica. Tutto.
Quando voi sentite: "che toglie il peccato del mondo", immaginate come un grande fuoco che brucia ogni scoria che si è attaccata alla creazione di Dio.
Ma perché quando Giovanni parla di questa universale opera di redenzione, paragona Gesù ad un agnello? Anzi, dice che è "l’Agnello di Dio"? Per comprenderlo dobbiamo ricordare la grande notte pasquale vissuta dal popolo di Israele in Egitto quando fu liberato. E’ stato il sangue di un agnello messo sugli stipiti delle porte a salvarli. Ed ogni anno veniva ricordato quell’evento passato, a Pasqua, col sacrificio di un agnello.
E’ Gesù, testimonia Giovanni, il vero agnello che toglie il peccato di tutto il mondo. Come un tempo il sangue degli agnelli pasquali ebbe parte nella liberazione dell’Egitto, così, con la forza espiatrice del suo sangue, Gesù compie la liberazione dalla schiavitù del peccato; ci libera dal potere del male. Come l’acqua del diluvio ha lavato il mondo intero, così il sangue di Cristo purifica tutta la creazione.
Ecco, cari fratelli e sorelle, la grande testimonianza di Giovanni il Battista. Gesù colla sua morte redentrice, col suo sangue annulla tutto ciò che è peccato nel mondo, lo cancella.
2. Abbiamo ascoltato la testimonianza di Giovanni, che fra poco diventerà preghiera: "agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi". Termino con una considerazione assai importante.
La S. Scrittura non è un libro come gli altri. Quando noi – soprattutto durante la celebrazione eucaristica – leggiamo la S. Scrittura, non veniamo solo informati su ciò che è accaduto in passato. Oggi, sul fatto che Giovanni ha reso testimonianza a Gesù. Ma ciò che leggiamo, accade ora in mezzo a noi.
"Ecco" dice il Battista. Cioè: Gesù è presente in mezzo a noi. Colla celebrazione dell’Eucarestia, noi siamo presenti alla morte espiatrice di Gesù, che "toglie il peccato del mondo".
Attingiamo con gioia e fede a questa sorgente della salvezza. Non abbiamo alcuna paura: non esiste peccato che sia più grande della misericordia di Dio; che sia incancellabile da Colui che toglie il peccato del mondo. Se non il peccato di chi pensa di non aver bisogno della misericordia del Padre.
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