Mercoledì delle Ceneri
Cattedrale di San Pietro, 18 febbraio 2015
1. La pagina evangelica mette a confronto due modi di operare: «davanti agli uomini per essere da loro ammirati» - “davanti al Padre” «che vede nel segreto». Due modi di operare che rivelano due modi di essere: nel mondo, senza riferimento trascendente il mondo; nel mondo, ma orientati al Padre che è nei cieli.
La Chiesa ci chiede di ascoltare e meditare questa pagina evangelica all’inizio della Quaresima. Essa è infatti il tempo donatoci per ri-orientare la nostra vita.
Che cosa significa “agire davanti agli uomini”? Rinchiudersi, imprigionarci dentro ai rapporti sociali, ritenendo che il riconoscimento degli altri sia il bene più importante: «per essere da loro ammirati». E’ come se pensassimo che il valore della nostra vita e del nostro agire è misurato solamente dalla stima di cui godiamo presso gli altri.
Orbene, cari fedeli, Gesù nel Santo Vangelo ci richiama una verità assai importante. La nostra vita, il nostro agire non si svolge principalmente davanti agli uomini, sul palcoscenico di questo mondo. Essa si svolge soprattutto davanti a Dio. Non è il giudizio degli uomini che decide il valore del nostro agire: è il giudizio di Dio «che vede nel segreto».
Aveva ben compreso tutto questo l’apostolo Paolo, il quale scriveva ai cristiani di Corinto: «A me… poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso… Il mio giudice è il Signore» [1 Cor 4, 3-4].
Dunque, cari fedeli, la Quaresima è il tempo in cui dobbiamo ri-orientare la nostra vita verso il Signore come al nostro Bene Supremo. Voi sapete che l’asse terrestre ha una precisa inclinazione. Una variazione permanente dell’asse terrestre anche di pochi gradi, renderebbe impossibile la vita sulla terra. E’ così anche di noi, ci dice Gesù nel Vangelo. Se l’asse della tua vita è inclinato verso il Padre, godrai della sua divina ricompensa; se è inclinato verso beni creati solamente, la tua ricompensa l’avrai già ricevuta. Aderisci a Dio, e vivrai in eterno; aderisci alle creature, e finirai nella polvere.
2. A questo punto la Liturgia della Chiesa ci dona un grande insegnamento. Questa sera noi diamo inizio ad un cammino. La Quaresima non dura un giorno: dura quaranta giorni. E’ un itinerario durante il quale siamo chiamati a ri-orientare la nostra persona: dal vivere davanti agli uomini al vivere alla presenza di Dio. Per compiere questo passaggio, ci è necessaria una vera capacità di discernimento per accogliere quanto ci aiuta a vivere orientati verso il Signore, e per rifiutare ed astenerci da quanto ci dis-orienta.
La seconda lettura, cari fedeli, ci dona una grande consolazione.
L’Apostolo ci rivela che Dio stesso ha preso l’iniziativa di ri-orientarci, di riconciliarci con Se stesso in Cristo. E’ dunque questo tempo di Quaresima «il momento favorevole», il «tempo della salvezza». In che modo Dio ci fa questa proposta? Mediante e nella Chiesa. E’ in essa che i ministri della misericordia ci dicono: «noi fingiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio».
Dunque, fratelli e sorelle, se durante questi quaranta giorni udremo la voce del Signore, non induriamo i nostri cuori, ma docili alla sua grazia, ri-orientiamo la nostra vita al Padre che è nei cieli.
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