Seconda Settimana per Annum
Monastero della Visitazione, 16 gennaio 2011
1. Care sorelle, muovendo ancora i primi passi nel corrente Anno liturgico, la Chiesa ci fa ascoltare la grande testimonianza resa da Giovanni il Battista a Gesù. Quanto l’evangelista aveva scritto nel Prologo al Vangelo ora si compie. Giovanni "venne come testimone per rendere testimonianza alla luce perché tutti credessero per mezzo di lui". "Sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere ad Israele"; così il Battista.
Che cosa testimonia dunque Giovanni a riguardo di Gesù? Un fatto accaduto a Gesù: "ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui". Per comprendere questa brevissima narrazione, dobbiamo inserirla nella storia della nostra salvezza.
La persona umana fu creata nella giustizia e nella santità, dotata del dono dell’incorruttibilità. La causa o il principio di questa beata condizione era la presenza dello Spirito di Dio nell’uomo: "allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente" [Gen 2,7].
Ma l’uomo, caduto nel peccato, perdette insieme a tutti gli altri beni anche lo Spirito Santo, divenendo così soggetto della corruzione. Tuttavia, Dio ricco di misericordia, avendo predestinato l’uomo ad essere santo ed immacolato ricapitolando in Cristo ogni cosa, promise all’uomo che avrebbe ridonato lo Spirito Santo, quando fosse giunta la pienezza del tempo. Mediante il profeta Gioele ci disse: "io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo" [3, 1].
La promessa si compie alla venuta del Verbo in mezzo a noi. Dio Padre diede di nuovo il suo Spirito e per primo lo ricevette Cristo come nuovo Adamo, primizia della creazione rinnovata. Giovanni il Battista fu testimone di questo evento cha dà inizio alla nuova creazione.
L’Unigenito riceve lo Spirito Santo non per se stesso. Ma poiché si fece uomo ed aveva in sé, in forza della sua incarnazione, in qualche modo, tutta la natura umana, Gesù riceve lo Spirito Santo per donarlo a noi, purificandoci dai nostri peccati e santificandoci in pienezza. L’umanità di Gesù è come la sorgente da cui sgorga continuamente su di noi l’acqua dello Spirito Santo.
Giovanni Battista comprende pertanto la missione di Gesù come di "colui che toglie il peccato del mondo", e come di "colui che battezza in Spirito Santo". E’ mediante il battesimo infatti che ciascuno di noi è stato reintegrato nella sua condizione originaria, santificato: tutto questo è accaduto in noi per la presenza operante dello Spirito Santo datoci da Gesù risuscitato.
2. Carissime sorelle, in un certo senso il "battesimo in Spirito Santo" continua sempre nel nostro itinerario verso la perfetta unione col Padre, in Cristo. Abbiamo sempre bisogno di essere purificati da questo divino fuoco, e di essere abitati da Lui perché colla sua presenza operante ci conduca alla perfezione della carità.
Tutto il nostro impegno ascetico non ha altro scopo che questo: essere battezzati nello Spirito Santo. Togliere cioè ogni impedimento perché possa agire liberamente in noi. Allora solamente saremo "persone spirituali", cioè trasformate dallo Spirito Santo. "Quando… questo Spirito mescolato all’anima si unisce all’opera plasmata, grazie all’effusione dello Spirito, giunge a compimento l’uomo spirituale e perfetto, e questo è l’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio" [S. Ireneo, Adv. Haereses V, 6, 1].
La persona umana nella sua intera verità non è solo composto di anima e corpo, ma di anima, corpo e Spirito Santo. L’Anno liturgico ci è dato perché partecipando ai misteri del nostro Capo noi, sue membra, "siamo battezzati in Spirito Santo": la Pentecoste è il culmine e la perfezione dell’Anno liturgico.
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