Solennità dell’Assunzione di Maria
Villa Revedin, 15 agosto 2012
1. La Parola di Dio, se accolta con fede, ci dona una capacità di comprendere la realtà in cui viviamo, gli avvenimenti di cui siamo testimoni, assai perspicace.
La prima lettura ci offre una interpretazione di tutta la storia umana come lo scontro fra due persone. La prima è descritta sotto la forma di un "enorme drago rosso, con sette teste [cioè dotato di straordinaria intelligenza] e dieci corna [cioè dotato di una potenza sovrumana] e sulle teste dieci diademi". La seconda è un bambino, "destinato a governare tutte le nazioni".
Non ci sono dubbi: sono il Satana e Gesù nostro Signore. Dunque, dentro alla storia umana si svolge il combattimento del Satana contro il Regno di Cristo. Anzi, la storia, al di sotto di ciò che possiamo constatare e di cui siamo informati da giornali e telegiornali, è questo scontro. E la durezza dello scontro è raffigurata dal fatto che il "drago vuole divorare il bambino": vuole cioè fare scomparire dalla terra qualsiasi possibilità di salvezza.
Quale sarà l’esito di questo scontro? Quale sarà l’esito finale della nostra tribolata vicenda umana? La risposta è data sempre nella prima lettura, in maniera enigmatica: "il figlio [si parla di Gesù] fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono".
Queste parole narrano in realtà l’evento della risurrezione di Gesù. Egli trasferisce la sua umanità, il suo corpo umano nella vita stessa di Dio. Notate bene, cari amici. Nel momento in cui Gesù viene deposto nel sepolcro, la sua "causa" sembrava definitivamente chiusa e persa. Quante volte siamo seriamente tentati di pensare anche noi che il male è più forte del bene, che la giustizia esce sempre sconfitta nelle vicende umane.
Ma, cari amici, ciò che ha detto san Paolo nella seconda lettura, è il vero grido di vittoria: "Cristo è risuscitato dai morti". Il corpo di Gesù che risorge è la sconfitta totale del potere del male. Il primissimo istante della nuova creazione, il big-bang del nuovo universo si ha proprio nel corpo straziato di Cristo sepolto, quando risorge.
Il grande scienziato belga, il Lemaître, che per primo formulò l’ipotesi del big-bang, parlò di un "atomus originalis" da cui tutto ebbe inizio. Il corpo di Gesù crocefisso, sepolto, e risorto è la pietra angolare, l’ "atomo originario", da cui ha origine tutta la nuova creazione.
Esiste una singolare analogia fra la nostra condizione attuale e quel primo sabato santo. Ciò che li accomuna è l’assenza di Cristo, poiché questo è il momento in cui stiamo vivendo adesso: Cristo sembra definitivamente assente dalla terra. Certo, può vivere in cielo; possono essere ricordati i suoi insegnamenti. Ma questo non interessa nessuno. Ma proprio allora – quando fu sepolto – Cristo è andato alla radice delle cose. Proprio nel suo apparente silenzio ricostruisce la nostra umanità, "finché" ci ha detto l’Apostolo "non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi". Come sta accadendo questo? Non lo sappiamo. Mi sovviene a questo punto un pensiero di Edith Stein, scritto nel 1939.
"Più un’epoca è immersa nella notte del peccato e dell’allontanamento da Dio, più grande sarà il suo bisogno di anime unite a Dio, e d’altra parte Dio non le lascia certo mancare. Dalla notte più oscura sorgono le più grandi figure di profeti e di santi".
2. Cari fratelli e sorelle, oggi la Chiesa celebra precisamente la forza redentrice del Cristo Risorto sulla nostra terra, dentro le nostre vicende umane. Essa infatti contempla nella Liturgia il corpo della Madre di Dio risuscitato e quindi già partecipe della gloria divina.
Nel nuovo universo, che ha la sua origine nella risurrezione del Signore, il corpo di Maria è stato esentato dalla corruzione del sepolcro. Ella, pertanto, è per noi "segno di sicura speranza", come diremo tra poco, poiché la fede ci assicura che quanto è già accaduto a Maria ed in Maria, è destinato ad accadere anche in ciascuno di noi, se moriremo in Cristo.
La contemplazione oggi di Maria nel suo corpo glorificato ci svela anche l’estensione della potenza redentiva di Cristo. La risurrezione di Gesù non permette che si perda neppure un frammento della nostra umanità. È il corpo di Maria che oggi contempliamo. Siamo salvati corpo e anima, perché siamo corpo e anima. La nostra è persona-corpo; il corpo umano è corpo-persona. È una grande verità antropologica che oggi ci viene insegnata, nella quale è radicata la grande stima che la Chiesa ha della sublime preziosità e della verginità consacrata e dell’amore coniugale.
Cari amici, stiamo attraversando momenti difficili e pieni di preoccupazione. Non perdiamoci di coraggio. Maria è la nostra speranza.
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