Convegno Diocesano di Pastorale Familiare "Cresceva in età, sapienza e grazia"
Seminario Arcivescovile, 14 ottobre 2007
1. "In quei giorni, Naaman Siro scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto".
Carissimi sposi, la Scrittura che la Chiesa ci invita a meditare in questa domenica, parla della guarigione della carne che avviene mediante l’immersione nel fiume Giordano. Fatto questo pieno di significati profondi, svelati dalla successiva rivelazione divina come i Padri della Chiesa ci hanno mostrato, commentando quel testo.
Ascoltando questa lettura, è risuonato dentro di me soprattutto una parola divina trasmessaci dall’Apostolo: "Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa ed immacolata" [Ef 5, 25-27].
Prefigurato nella guarigione di Naaman Siro, l’atto redentivo di Cristo è il vero fiume Giordano immergendosi nel quale, la persona umana viene purificata: la sua carne ridiventa "come di un giovinetto", "senza macchia né ruga o alcunché di simile". È mediante la fede ed i sacramenti che questo avvenimento accade.
Esso ha per voi sposi un significato ed un’efficacia specifica, e facendo risuonare nei vostri cuori le sante parole, sono sicuro ne sentirete un’eco singolare.
Non è solo il cuore dell’uomo e della donna che deve essere purificato; è anche la loro carne. Non è solo il loro spirito che deve essere "santo ed immacolato", ma anche il loro corpo. È ancora l’Apostolo che parola di una "redenzione del corpo". In che cosa consiste? Nel ridonare al corpo la sua nativa capacità di esprimere il dono della persona; nel reintegrare il corpo nel suo originario significato sponsale. Corpo "tutto glorioso, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santo ed immacolato" è il corpo degli sposi in Cristo, perché attraverso esso passa e splende la luce dell’amore coniugale.
Carissimi sposi, la pagina evangelica ci insegna quale è l’intima natura dell’atto redentivo di Cristo che riporta la vostra carne al suo originario splendore. Essa è particolarmente evidente nel rimprovero di Gesù: "non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?". È rimproverata l’ingratitudine, la quale è sempre generata dall’oblio di un fatto e dal non riconoscimento di una presenza: il fatto che l’uomo è sproporzionato alla sua vocazione, è incapace di essere se stesso; la presenza di Cristo che colla sua grazia ci redime. Memoria e gratitudine sono l’alfa e l’omega dell’alfabeto della vita cristiana. E sono sicuro che nella vostra vita quotidiana voi sperimentate tutto questo.
2. La redenzione del corpo che voi avete sperimentato e vivete ogni giorno, vi introduce nel senso ultimo, potremmo dire nel "fondo della realtà": l’amore nella sua piena verità. Nelle inevitabili e non raramente gravi tribolazioni quotidiane voi però siete certi che "tutto coopera al bene di coloro che amano Dio": vedete ed amate la positività dell’essere. Cioè: siete capaci di educare coloro che voi introducete nella vita.
Le difficoltà ci sono; le controproposte vi assalgono. Ma tutto questo non deve mai farvi dimenticare neppure per un istante che l’amore vero è la forza invincibile che educa, ed è l’unica risposta vincente a quella che oggi è la più grave e suadente anti-proposta educativa: il nichilismo. Esso nega che esista una risposta vera all’immensa inquietudine del cuore. È l’amore coniugale la grande forza educativa dei vostri figli.
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