SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI
Sasso Marconi, 14 giugno 2009
1. Cari fedeli, la prima lettura narra il fatto che ha fondato l’esistenza del popolo d’Israele: Dio sancisce la sua alleanza con esso mediante l’effusione del sangue di animali offerti in sacrificio. «Ecco il sangue dell’alleanza, che il Signore ha concluso con voi».
In forza di questo patto di grazia, da un parte il Signore Iddio, divenendo il Dio di Israele, si è impegnato a prendersene cura, a sostenerlo e difenderlo: come il pastore faceva con il suo gregge; come lo sposo colla sua sposa. Dall’altra parte, il popolo di Israele si è impegnato per sempre a vivere secondo la legge di Dio, il codice dell’alleanza: «tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo».
Il fatto narrato nella prima lettura tuttavia aveva anche il carattere di una prefigurazione, di segno di un evento futuro: sacramentum futuri. Prefigurazione di che cosa? Quale evento futuro? È detto nella seconda lettura.
La seconda lettura narra il fatto che ha sancito una nuova alleanza fra il Signore Iddio e non solo il popolo di Israele, ma con tutta l’umanità ed ogni uomo. Il fatto è narrato nel modo seguente: «Fratelli, Cristo … entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue dopo averci ottenuto una redenzione eterna».
Gesù ha offerto se stesso sulla croce: ha effuso il suo sangue. Il suo atto di amore ha introdotto la sua umanità nella vita divina. Nella risurrezione, da una parte la vita di Dio ha trasfigurato l’umanità di Gesù e dall’altra l’umanità di Gesù è stata vivificata una volta per sempre dalla stessa vita di Dio.
Vedete, cari fedeli, a quali profondità è stata siglata la nuova alleanza fra Dio e l’uomo! In Gesù Dio assume la natura umana, e la natura umana viene deificata. «Per questo» ci è stato detto «egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe … coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che è stata promessa».
E chi sono «coloro che sono stati chiamati»? siamo noi, cari fedeli. Noi siamo chiamati ad essere i partners di Dio, ad entrare nell’alleanza col Dio vivente, per ricevere «l’eredità eterna che è stata promessa».
In che modo tutto questo può accadere? Celebrando l’Eucaristia, e partecipando al banchetto eucaristico. L’Eucaristia infatti è l’atto che sancisce l’Alleanza fra Dio e l’uomo nel sangue di Cristo.
Se fate attenzione, le parole che Gesù dice nell’ultima cena sono eco delle parole dette da Mosè: «questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza», dice Gesù; «ecco il sangue dell’alleanza, che il Signore ha concluso con voi», dice Mosè. Ed il sacerdote, quando celebra l’Eucaristia, dice sul calice: «questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza».
2. La Visita pastorale, cari fratelli e sorelle, si inserisce in questo luminoso contesto.
La parrocchia rende presente in mezzo a voi la Chiesa di Gesù. Essa, la Chiesa, è la comunità della nuova ed eterna alleanza, siglata nel sangue di Cristo e rinnovata da ogni celebrazione eucaristica. La parrocchia quindi non è una qualsiasi associazione di persone che si trovano a vivere sullo stesso territorio: è una porzione del popolo che Dio si è scelto, costituito da «coloro che sono stati chiamati» a ricevere «l’eredità eterna che è stata promessa».
Potete comprendere allora l’importanza centrale della celebrazione eucaristica festiva; l’importanza di crescere nella fede attraverso la catechesi continua. Senza fede è impossibile piacere a Dio, e la fede è nutrita dalla catechesi.
Avete sentito l’impegno preso da Israele: «tutti i comandi …». Questo vale anche per noi. C’è un codice della nuova Alleanza che dobbiamo osservare: è il codice della legge evangelica.
Ecco, fratelli e sorelle: viviamo sempre nella gioiosa certezza che Dio si è alleato con noi, che non siamo mai lasciati soli.
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