PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA
S. Giuseppe Cottolengo
13 febbraio 2005
1. "In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo". La Chiesa ci introduce nel cammino quaresimale, "segno sacramentale della nostra conversione", celebrando il mistero della tentazione di Gesù nel deserto.
In che cosa fu tentato il Signore? Benché la suggestione con cui il Satana cercò di ingannarlo abbia preso tre forme distinte, come avete appena ascoltato, tuttavia la tentazione è stata una sola: convincere Gesù a non vivere nella totale obbedienza al Padre. Satana cercò di sradicare la libertà di Gesù dal terreno che la nutriva continuamente: l’intimo rapporto col Padre vissuto nell’obbedienza. E’ da questa dimora permanente di Gesù dentro alla volontà del Padre che il Satana cerca di fare uscire Gesù.
Più concretamente. La "via" assegnata dal Padre al Verbo fattosi carne era una via di umile condivisione della nostra miseria, di sofferta compassione ai nostri mali: condivisione e compassione che doveva portare Gesù fino alla morte di croce. Egli infatti non doveva prendersi cura di angeli, ma di ciascuno di noi doveva prendersi cura. E perciò doveva rendersi in tutto simile a noi, anche nella nostra morte, per diventare pieno di misericordia verso noi che per timore della morte saremmo stati altrimenti soggetti a schiavitù per tutta la vita (cfr. Eb. 2,15-17). E’ da questa via che il Satana cerca di fare uscire Gesù proponendogli di dargli in dono "tutti i regni del mondo con la loro gloria".
Anche in un’altra occasione il Satana si farà presente nella vita di Gesù. Lo farà attraverso Pietro. Dopo che Gesù aveva apertamente, per la prima volta, rivelato che "doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, e poi venire ucciso", Pietro lo prese in disparte, si mise a rimproverarlo, e protestando disse: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". E Gesù rispose:"Lungi da me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini" (cfr. Mc. 8,31-33 e Mt. 16, 21-23). "Pensare secondo Dio": progettare la propria vita in conformità alla missione in vista della quale il Figlio unigenito era stato inviato nella nostra carne di peccato. "Mio cibo è fare la volontà del Padre": esercitare la propria volontà nella pura obbedienza alla volontà di Dio, perché l’opera della redenzione si compisse. Ecco, questa è la struttura originaria dell’esistenza umana di Gesù: da essa Satana lo vuole distogliere.
Perciò egli è stato sconfitto dalla scelta di Gesù nel riconoscimento puro e semplice dell’esclusiva signoria del Padre: "adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto".
2. "Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita". Inizia così il racconto di un’altra tentazione, quella del primo uomo e della prima donna, dalla quale – a diversità di Gesù – essi uscirono sconfitti.
Come il Satana ha ottenuto la sua vittoria sull’uomo e sulla donna? In che cosa consiste la caduta della persona umana sconfitta da Satana?
Satana ottiene la sua vittoria sull’uomo insinuando nel suo cuore il sospetto che Dio sia il suo nemico, che l’ordine della sua sapienza sia contro il bene della persona creata, e che pertanto l’uomo è veramente libero quando rompe l’alleanza col Signore. Riascoltiamo le terribili parole del Satana: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste…". Con queste parole viene innestato dal Satana nello spirito dell’uomo il germe di ogni opposizione, è indotto a pensare che Dio sia suo nemico e non Padre. L’uomo è indotto a diventare l’avversario di Dio.
In che cosa allora consiste la caduta della persona umana? Esattamente nella disobbedienza; nel rifiuto di riconoscere la propria dipendenza dal Creatore, e quindi nella rottura da parte dell’uomo dell’Alleanza col Signore. La libertà umana si chiude su se stessa , e poiché la creatura abbandonata a se stessa svanisce, il risultato del peccato sarà la morte.
Provate ora, carissimi fratelli e sorelle, a fare un confronto fra le due tentazioni: Satana agisce allo stesso modo sia con Adamo-Eva che con Cristo. Provate a fare un confronto fra la risposta di Adamo-Eva e la risposta di Cristo: sono specularmente opposte. Ciò esprime S.Paolo nella seconda lettura, quando alla disobbedienza di Adamo contrappone l’obbedienza di Cristo.
Alla luce di questo confronto, voi potete vedere come in ordine al "mistero dell’iniquità", che ha avuto il suo inizio nel primo peccato dell’uomo, diventa particolarmente luminoso il "mistero della pietà" che ha avuto il suo compimento nell’obbedienza di Cristo.
3. Carissimi fratelli e sorelle: quali profonde verità ci dona oggi la Parola di Dio! Ci troviamo di fronte alla decisione originaria richiesta ad ogni persona che abbia raggiunto la maturità: la decisione se continuare a rimanere nella "progenie di Adamo", nella disobbedienza che porta alla morte oppure se passare nella "progenie di Cristo", nell’obbedienza che dà la vita. La quaresima ci è data per compiere questo passaggio.
Inizia oggi nella vostra comunità la Missione, e consegnerò fra poco il mandato ai missionari.
Alla luce della parola di Dio appena ascoltata comprendiamo il significato di questo avvenimento. Viene detto ad ogni uomo e ad ogni donna di questo luogo, che incontrando Cristo, essi possono rigenerarsi nella loro umanità. Ciascuno di noi è continuamente tentato di costruire la propria vita prescindendo dalla, o contro la legge del Signore. Tragica illusione! Cristo nel deserto ha già vinto. I missionari vanno ad annunciare questa vittoria, per la vera felicità dell’uomo.
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