75° anniversario Dedicazione Chiesa
Loiano, 12 agosto 2008
Letture: Ez 43,1-2.4-7
1Cor 3,9-11.16-17
Gv 2,13-22
1. Cari fratelli e sorelle, la celebrazione dell’anniversario della Dedicazione della vostra Chiesa è un grande momento di grazia. Essa vi aiuta ad approfondire la vostra fede, e a prendere più viva coscienza della vostra appartenenza al popolo cristiano.
"Figlio dell’uomo" dice il Signore al profeta e attraverso lui a ciascuno di noi "questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i miei piedi, dove io abiterò in mezzo agli israeliti, per sempre". Il Signore ha deciso di abitare in mezzo a noi; di superare l’infinita distanza e trascendenza che lo separa dall’uomo. L’uomo, ciascuno di noi così come l’intera comunità umana, non è un girovago abbandonato in un deserto senza vie e senza meta. Il Signore ha posto in mezzo alle nostre case, un "luogo del suo trono e dove posare i suoi piedi, dove abitare".
Fratelli e sorelle, questo luogo di cui oggi ricorre il 75° anniversario della Dedicazione, vi ricorda continuamente la presenza di Dio in mezzo a voi.
2. Quando il re Salomone consacrò il tempio di Gerusalemme, esclamò: "Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita".
La risposta alla domanda di Salomone ci è data nel Santo Vangelo. In esso Gesù dice che il vero tempio è il suo corpo. Colui che "i cieli e i cieli dei cieli non possono contenere" si è "circoscritto", si è "confinato" dentro al Corpo di Cristo. In che modo?
Il Verbo – Dio, la seconda divina persona della SS. Trinità, ha assunto la nostra natura e condizione umana: invisibile si è fatto visibile, eterno si è fatto temporale. L’evangelista Giovanni nell’introduzione al suo Vangelo scrive: "il Verbo si è fatto carne ed ha posto la sua dimora fra noi".
Fratelli e sorelle, durante la sua vita terrena Iddio, il Verbo fatto uomo, era visibilmente presente solo in un territorio e poteva essere contattato solo da un numero limitato di persone. Ora che è risorto, Egli è realmente anche se non visibilmente presente nel santo Sacramento dell’Eucaristia.
Quando il sacerdote mette sulle vostre mani l’Eucaristia, dice a ciascuno: "il Corpo di Cristo", e voi rispondete "Amen", cioè: "proprio così! Credo e sono sicuro che sotto le apparenze del pane c’è il Corpo di Cristo".
Avete sentito nella prima lettura che il profeta fu preso dallo Spirito e condotto nell’atrio interno del tempio, dove dimorava la gloria del Signore. A ciascuno di noi accade lo stesso ogni volta che riceviamo l’Eucaristia. Lo Spirito ci prende e ci introduce "dentro" al Corpo di Cristo, vero tempio, nella comunione reale colla sua divina persona.
Fratelli e sorelle, in questo luogo di cui oggi ricorre il 75° anniversario della Dedicazione, vi è la presenza reale del Signore perché in esso è custodita la santa Eucaristia.
3. Il Corpo del Verbo incarnato concepito da Maria nel suo grembo verginale ed ora glorioso in cielo, è realmente presente nell’Eucaristia: è lo stesso corpo che noi adoriamo nell’Eucaristia.
Ma l’apostolo Paolo ci dice qualcosa d’altro, molto importante: "Fratelli, voi siete l’edificio di Dio ……. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?".
Cari fratelli e sorelle, entriamo nel mistero grande e sublime della nostra condizione cristiana. Il corpo eucaristico del Signore unendo ciascuno di noi a sé, fa di tutti noi un solo corpo: il corpo eucaristico di Gesù edifica il suo corpo mistico, la sua Chiesa, che siamo noi.
"Voi siete l’edificio di Dio" ci dice l’Apostolo "siete il tempio di Dio".
Questo edificio, di cui oggi celebriamo il 75° anniversario della Dedicazione, è il simbolo della vostra comunità, del tempio di Dio che siete voi.
E da ciò l’Apostolo deduce una conseguenza pratica assai importante. Come i vostri padri hanno voluto e voi stessi desiderate che questo edificio fosse e rimanga bello e splendido, quanto più dovete fare in modo che la vostra comunità cresca sempre più in ogni virtù e dono spirituale, "perché santo è il tempio di Dio che siete voi".
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