XXIV DOMENICA PER ANNUM (C)
Cattedrale: giornata dell'anziano
11 settembre 2004
1. «Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori». Carissimi
anziani, è questa la bella notizia che ancora una volta la Chiesa ci
comunica: Dio vuole dimostrare in ciascuno di noi la sua misericordia. E
come avviene questa 'dimostrazione' che Dio fa del suo amore nei nostri
confronti? È Gesù stesso che ce lo narra attraverso la più bella parabola di
tutto il Vangelo. In questa parabola viene narrata la storia dell¹uomo e la
cura che Dio ha dell'uomo.
La storia dell¹uomo inizia con l¹abbandono della casa paterna: «partì
per un paese lontano». Egli vuole rompere la sua alleanza col Padre
ritenendo che questa rottura sia condizione indispensabile della sua
libertà. Quale è il risultato? Alla fine di tutta la vicenda «si mise a
servizio di uno degli abitanti di quella regine, che lo mandò nei campi a
pascolare i porci». Il risultato è che quando l¹uomo non vuole servire il
Signore suo Creatore finisce sempre per servire le creature che gli sono
inferiori. Servire il Signore è regnare; l'uomo perde la sua regalità e
diventa suddito degli 'elementi di questo mondo'; l'uomo degrada la sua
grandezza ed è costretto a «saziarsi con le carrube che mangiano i porci».
Come fa l'uomo ad uscire da questa situazione? quando e come parte dalla
sua schiavitù e si incammina verso suo padre? Egli comincia a fare un
confronto fra la dignità che possedeva nella casa del padre e la sua
situazione attuale; e questo confronto avviene nella coscienza morale
dell'uomo [«rientrò in se stesso»], inestinguibile testimone della verità
sul bene della nostra persona.
Fate però attenzione: in realtà l'inizio del cammino di ritorno è una
considerazione un po' egoistica. Ha bisogno di mangiare. E l'uomo da solo
non può andare oltre perché non può credere che il Padre lo voglia
reintegrare nella pienezza della sua dignità originaria, quella di figlio:
«non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei
tuoi garzoni».
Come reagisce Dio di fronte a questa nostra condizione? Qui ogni parola
evangelica va profondamente meditata. «quando era ancora lontano, il padre
lo vide»: Dio non ci perde mai di vista, anche quando siamo lontani da Lui.
Noi possiamo dimenticarlo; Egli non ci dimentica, poiché Egli non può
rinunciare alla sua paternità. Il figlio lo può rinnegare, il Padre non lo
può. «E commosso gli corse incontro»: la commozione di Dio! Quale mistero!
Dio si commuove di fronte alla condizione in cui versa l¹uomo: non è
indifferente di fronte alle nostre degradazioni, Dio si commuove nel vedere
che vogliamo ritornare a Lui. E cosa fa? «gli si gettò ai collo e lo baciò»:
Dio abbraccia l'uomo; Dio bacia l'uomo; l'uomo è riammesso sul suo trono
regale: «portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l¹anello
al dito e i calzari ai piedi». Il perdono di Dio restituisce all¹uomo la sua
dignità.
2. Carissimi anziani, questa è la nostra vicenda, la vicenda di ciascuno
di noi, di tutti: del popolo ebreo, di cui si narra nella prima lettura; di
S. Paolo, di cui si parla nella seconda lettura.
Ma per voi oggi questa pagina evangelica assume un particolare
significato. Da due punti di vista.
La parabola ci rivela la cura che Dio ha dell'uomo perché non viva in
una condizione non adeguata alla sua dignità. Abbiate sempre viva nella
vostra coscienza questa certezza: non c'è nessuna condizione nella quale Dio
non si cura della dignità della persona. Anche nella vostra che spesso vi
espone a minore rispetto, a causa della vostra età in una società che è
sempre tentata di misurare la dignità della persona col metro della sua
capacità produttiva: l'uomo ridotta ad una voce o attiva o passiva del
bilancio sociale. Si è giunti perfino a giustificare l'eutanasia.
Ma c'è anche un'altra ragione per cui questa parabola assume per voi
particolare significato.
Voi siete qui per dirmi ancora una volta che volete pregare, che offrite
tutte le vostre sofferenze per ottenere dal Signore per la Chiesa di Bologna
numerose vocazioni sacerdotali e religiose. Chi sono i sacerdoti? i
testimoni e i ministri della misericordia di Dio.
Vi sono profondamente grato. La vostra presenza è di incomparabile
preziosità per la nostra Chiesa.
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