home
biografia
video
audio
english
español
français
Deutsch
polski
한 국 어
1976/90
1991/95
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XXXII DOMENICA PER ANNUM (C)
Medicina, 7 novembre 2004


1."Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amato e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna". Carissimi cresimandi, carissimi fedeli, l’apostolo Paolo ci assicura che il Signore Gesù ed il Padre ci donano una consolazione eterna. Non una consolazione che dura qualche tempo, ma eterna. Quale è questa consolazione?

Qualche giorno orsono abbiamo celebrato la solennità di tutti i santi ed il ricordo di tutti nostri defunti. La parola di Dio oggi continua ad istruirci sul mistero della vita oltre la morte. La "consolazione eterna" di cui parla Paolo viene a noi dalla certezza donataci dalle parole di Gesù: "quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai molti … nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio". Queste sono le parole che ci donano una "consolazione eterna"; dobbiamo dunque assimilarle profondamente.

La prima verità che Gesù ci insegna è che tutta la realtà non si riduce a questa che noi vediamo, in cui ogni giorno noi viviamo. Tutto l’arco della nostra vita non si riduce al tempo che trascorre fra la nascita e la morte: si estende oltre la morte. Noi siamo destinati ad una vita dopo la morte.

Come è questa vita "ultra-terrena"? non siamo in grado di rispondere colla nostra sola ragione a questa domanda. L’errore dei Sadducei, di cui parla il Vangelo, consiste proprio in questo: essi pensavano che un’eventuale vita dopo la morte non poteva essere che la proiezione ed il prolungamento della vita terrena. Non è così. È Gesù che ci mostra come sarà: ed è questa la seconda verità che oggi Egli ci insegna donandoci una consolazione eterna.

La vita che vivremo dopo la morte è una partecipazione alla vita stessa di Dio e quindi non è più insidiata dalla morte. È una vita piena di comunione affettuosa con Dio in Cristo e tra noi. Appartenendo al Signore, vivendo della sua stessa vita, Dio ci libera dalla morte, perché Egli "non è … un Dio di morti ma di vivi, perché tutti vivono per lui". È in forza di questa certezza che noi concludiamo la nostra professione di fede dicendo: "Credo … la vita eterna".

Siamo contenti di quanto ci dice la parola di Dio. Non abbiamo bisogno di andare a cercare altre fonti di informazione circa la vita eterna dopo la morte, ed ancor meno di ricorrere a riti magici. La parola di Gesù ci basta al riguardo.

2.Ora vorrei dire una parola speciale a voi cresimandi, partendo dalla prima lettura. In essa si parla di un ragazzo più o meno della vostra età che impressionò tutti per la sua fierezza. Dice il testo sacro: "lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture".

Fate bene attenzione! Questo ragazzo venne posto nella necessità di tradire la sua fede se non voleva morire fra atroci torture: o essere torturato e morire per essere fedele al Signore o continuare a vivere, ma tradendo la propria fede. Egli non ha un attimo di incertezza. Donde viene a lui questa "fierezza"? dalla certezza che questa vita non è il più grande bene che possediamo, ma che la vita donata dal Signore a chi lo segue è la vera vita; dalla certezza che non vale la pena di vivere se il prezzo da pagare è rinunciare alla propria fede. Avete inteso bene? Veramente chi agisce come questo ragazzo può dire in tutta verità le parole del Salmo: "io per la giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua presenza".

Alla luce di questa pagina biblica potete capire più profondamente il sacramento della Confermazione o Cresima che fra pochi istanti riceverete.

Esso farà dimorare in voi lo Spirito Santo, il quale vi renderà forti nella testimonianza che da oggi in poi voi siete chiamati a rendere a Gesù, nella fedeltà anche pubblica alla vostra fede. Lo Spirito Santo, come ci ha detto l’Apostolo, "conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene".

Non si preparano tempi facili per noi cristiani. Non abbandonate la via del Signore, ma continuare a frequentare la comunità parrocchiale; portate a termine la vostra formazione catechistica; siate fedeli alla S. Messa festiva. Perché "il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno".