home
biografia
video
audio
english
español
français
Deutsch
polski
한 국 어
1976/90
1991/95
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XXXI DOMENICA PER ANNUM (C)
Silla-Casola, 4 novembre 2007


1. Miei cari fedeli, la prima lettura ed il santo Vangelo narrano in forma breve l’intera storia della salvezza, la storia cioè della alleanza di Dio con l’uomo. È necessario dunque che ripercorriamo pacatamente queste pagine sante.

"Signore, tutto il mondo davanti a te, è come polvere sulla bilancia, come un stilla di rugiada caduta sulla terra". Miei cari fratelli, questo è il punto di partenza di tutta la vicenda divino-umana che andiamo considerando; questa è la verità fondamentale della nostra comprensione della realtà. Davanti al Signore tutto l’universo è "come una stilla di rugiada caduta sulla terra". L’inizio di tutta la sapienza umana è il timore del Signore, la consapevolezza che Lui è Dio e noi siamo creature.

"Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata". Miei cari amici, noi non esistiamo per caso o per una qualche inspiegabile necessità. All’origine non ci sta una materia che evolvendosi ha dato origine all’uomo e a ciascuno di noi.

Ciascuno di noi esiste perché è stato pensato e voluto da Dio stesso. È stato voluto perché è stato amato; infatti "se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata". Dio crea ciascuno di noi, perché ama ciascuno di noi.

Questo atto di amore divino chiede di essere corrisposto. Dio non è indifferente a che l’uomo risponda o non alla cura che ha di Lui.

Ma è accaduto un fatto che da parte dell’uomo infrange questo legame di amore: è il peccato. Miei cari amici, il peccato – qualunque sia la forma che prende – è sempre la decisione che l’uomo prende di disobbedire alla legge di Dio, cioè di uscire dall’alleanza con Lui.

Come reagisce il Signore di fronte a questo comportamento dell’uomo? "Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi; non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento". Di fronte all’insulto e all’offesa, il Signore non reagisce con ira, come abbiamo letto nel salmo, "paziente e misericordioso è il Signore; lento all’ira e ricco di grazia". Forse perché davanti a Lui bene e male sono la stessa cosa? Perché per Lui non c’è differenza fra giustizia ed ingiustizia? No davvero, cari amici! Ma "per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore". La ragione per cui il Signore è "paziente e misericordioso, lento all’ira e ricco di grazia" è che il peccatore "rinnegata la sua malvagità, creda in Lui": si converte e viva.

A questo punto, cari amici, arriviamo al punto centrale della vicenda che stiamo narrando: la pagina evangelica. La presenza di Dio nel mondo è Gesù, poiché Gesù è Dio stesso che si è fatto uomo come noi. Osservando come Gesù si comporta con l’uomo che ha peccato, noi sappiamo con certezza come Dio si comporta col peccatore.

"Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". Il Signore non lo rimprovera; non gli "fa nessuna predica". Gli propone di passare un momento di amicizia, di stare a tavola con Lui: in amicizia pura e semplice. Miei cari amici, vedete che profondità hanno le parole che abbiamo udito nella prima lettura? "hai compassione … non guardi ai peccati … castighi poco alla volta i colpevoli"? Nel Vangelo vediamo in azione la compassione di Dio; costatiamo che "non guarda" ai peccati.

Che cosa allora accade nel peccatore? "ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri …". Egli non pensa: "visto come mi tratta, posso continuare a rubare come prima". L’amore di Dio in Gesù cambia il cuore dell’uomo. Questi viene elevato alla dignità propria di chi entra nell’alleanza: "anch’egli è figlio di Abramo".

2. Miei cari fratelli e sorelle, vi ho narrato ciò che accade in mezzo a noi, oggi, mediante la Chiesa. Nella Chiesa avviene questa storia di grazia e di misericordia; essa la narra e la realizza di generazione in generazione. In che modo?

In primo luogo, parlandovene. Mediante l’annuncio di questa bella notizia: Dio stesso viene a cercarti, perché Lui non è indifferente alla tua sorte. È la predicazione del Vangelo il primo mezzo attraverso cui la misericordia di Dio si estende di generazione in generazione.

In secondo luogo, ciò avviene mediante il sacramento del perdono, il sacramento della confessione.

Ed allora, miei cari amici, non rimanete estranei a questa storia. Cercate, come Zaccheo, di "vedere quale fosse Gesù": di sperimentare chi è Gesù. Ascoltando la predicazione del Vangelo; accostandovi ai sacramenti. Allora potrete dire col cuore: "o Dio, mio re, voglio esaltarti", poiché tu sei "lento all’ira e ricco di grazia", e "la tua tenerezza si espande su tutte le creature".