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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


12a Giornata mondiale della vita consacrata
Cattedrale di S. Pietro, 3 febbraio 2008


Miei cari fratelli e sorelle di vita consacrata, la divina Provvidenza ha voluto che nella giornata in cui la vostra Chiesa loda il suo Sposo per la vostra presenza, ci sia donata da meditare la pagina evangelica delle Beatitudini. Il legame fra le "Beatitudini del Regno" e la vita consacrata è davvero singolare. Vorrei allora invitarvi ad una meditazione profonda e pacata della legge della Nuova Alleanza, anche se l’omelia non consente di spiegare versetto per versetto tutte e singole le Beatitudini.

1. Gesù predicando le Beatitudini, risponde al nostro desiderio più profondo. In fondo, ciascuno di noi desidera, vuole una sola cosa: la "vita beata", la vita che è semplicemente vita, semplicemente la felicità.

Le Beatitudini sono la risposta a questo desiderio. Esse ci dicono come soddisfare il nostro desiderio di "vita vera".

Se, tuttavia, confrontiamo anche superficialmente la via alla beatitudine indicata da Gesù con la via che normalmente percorre il mondo per raggiungere la stessa meta, restiamo sconcertati dal contrasto radicale. Potremmo anche enunciare analiticamente quest’opposizione: "Beati i poveri in spirito", dice Gesù; "Beati i potenti" dice il mondo, e così via. Giungiamo così ad una conclusione. Non appena noi ci "avviciniamo a Gesù" per sapere quale via conduce alla beatitudine, i criteri mondani vengono capovolti; la "scala dei valori" adottata da Gesù è semplicemente il capovolgimento della "scala dei valori" adottata dal mondo. Le Beatitudini sono una vera e propria rivoluzione della condizione umana.

All’interno di questo confronto-scontro si colloca il rischio della scelta di Gesù come Colui che solo dice le parole della vita eterna. Un rischio che il giovane ricco non ha voluto correre, e si allontanò dalla sequela di Gesù "perché aveva molte ricchezze".

Che cosa allora può muovere l’uomo a fare la "scelta delle beatitudini"? la scelta di seguire Gesù? Nella seconda lettura l’Apostolo ci dona la risposta. Attorno a Gesù si forma una comunità che agli occhi del mondo, secondo la sua "scala di valori", è fatta di stolti, di deboli, di ignobili. Ma – ed è questo il punto fondamentale - "voi siete in Cristo, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione, redenzione".

Il discepolo del Signore entra in una comunione di vita con Lui così profonda che in se stesso rivive quanto Gesù ha vissuto nella sua morte e risurrezione. Il discepolo è così intimamente legato al mistero di Cristo che Questi vive in Lui [cfr. Gal 2,20]. "Le Beatitudini sono la trasposizione della croce e risurrezione nell’esistenza dei discepoli. Esse, però, hanno valore per il discepolo perché prima sono state realizzate prototipicamente in Cristo stesso" [J. Ratzinger – Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, Rizzoli, Milano 2007 pag. 97]. Nella povertà, il discepolo ha tutto perché "è in Cristo".

Ma allora dobbiamo pensare che le Beatitudini trasportino il discepolo fuori dal mondo? Non propriamente. Ma attraverso le Beatitudini viene posto dentro al "mondo vecchio" il seme della vita nuova; comincia la riedificazione delle rovine della creazione; i "nuovi cieli e la nuova terra" cominciano ad essere reintrodotti.

2. Carissimi fratelli e sorelle, nella splendida luce della pagina evangelica ed apostolica appena ascoltata, la grandezza della vostra vita e missione è tale da lasciare senza parole, e spingere solo alla lode di Dio perché ci siete.

Una consistente tradizione ecclesiale ha pensato la vita consacrata come vita che professa le Beatitudini. Esse caratterizzano la vostra vocazione e la missione.

Ma questo legame speciale mette in luce una dimensione particolare della vostra persona sulla quale mi piace attirare brevemente la vostra attenzione.

Voi tutti, consacrati e consacrate, non raramente siete chiamati a seguire Cristo anche negli ambiti in cui la Chiesa opera perché siano a misura della dignità umana. Penso all’ambito dell’educazione; penso all’ambito della vicinanza ed assistenza alle varie infermità umane. E tanti altri ambiti del quotidiano vissuto umano.

Se le Beatitudini sono l’impasto della vostra vita quotidiana, allora attraverso di voi il senso profondamente cristiano ed umano della vita umana viene custodito e pienamente realizzato. Le Beatitudini diventano attraverso di voi ispirazione e norma della costruzione della vita umana secondo il disegno di Dio in Cristo. Attraverso di voi, la Chiesa dimostra che il cammino delle Beatitudini è il solo capace di "trasfigurare il mondo e offrirlo a Dio" [Cost. dogm. Lumen gentium 31].

Siate veramente questa luce. Per questo oggi la nostra Chiesa prega per voi.