OMELIA DI FINE ANNO
31 dicembre 1995
1. “Voglio ricordare i benefici del Signore... quanto Egli ha fatto
per noi”. Il testo del profeta esprime perfettamente la ragione per cui
ci troviamo qui, questa sera: siamo qui per ricordare i benefici del Signore,
quanto Egli ha fatto per noi. Siamo qui ancora una volta per prendere coscienza
più profonda della sua bontà, avendoci Egli trattato secondo
il suo amore, secondo la grandezza della sua misericordia.
Quali sono i benefici del Signore che questa sera vogliamo ricordare?
E’ questa una sera particolare: è la fine di un anno civile e quindi
è la conclusione di un capitolo della nostra vita. Quale esperienza
profonda è questo trascorrere del tempo! Esso ci avverte in primo
luogo che la nostra esistenza è fragile disperdendosi essa inesorabilmente
negli istanti fuggitivi che compongono la trama della nostra vita. Esistenza
fragile e quindi continuamente esposta al rischio della morte. Ascoltiamo
quanto ci insegna l’apostolo Pietro: “Il Signore non ritarda nell’adempiere
la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non
volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiamo modo di pentirsi” (2Pt
3,9). Questa parola di Dio ci fa capire quale è la vera ragione
del trascorrere del tempo. Esso è la pazienza di Dio verso di noi,
lo spazio che ci concede per la nostra conversione. Ecco il primo beneficio
che questa sera vogliamo ricordare: ci ha donato tempo perché “ci
trattò secondo il suo amore, secondo la grandezza della sua misericordia”.
Non induriamo ulteriormente il nostro cuore. Non giudichiamo male la magnanimità
del Signore.
Questo fatto però ci fa scoprire un’altra dimensione del
tempo in cui trascorre la vita. Se il tempo ci è donato per la nostra
conversione, ciò significa che è nel tempo che ciascuno di
noi decide della sua eternità, attraverso la sua libertà.
Fratelli e sorelle: scopriamo il mistero profondo del tempo in cui trascorre
la nostra vita. Il Signore ci introduce nell’eternità attraverso
le decisioni che prendiamo nell’istante presente. Ogni istante della nostra
vita è un tempo aperto all’accoglienza o al rifiuto della grazia
divina offertaci in Cristo. Ecco il secondo grande beneficio che questa
sera vogliamo ricordare: il Signore ci dona la sua grazia perché
possiamo essere liberi nella risposta la suo Amore, in ogni istante del
nostro tempo.
Questa dimensione del tempo, essere il luogo in cui decidiamo
la nostra eternità, ci fa penetrare nel mistero più profondo
del tempo medesimo e della storia. Di questo mistero ci parla l’apostolo
S. Paolo nella seconda lettura. Essa parla di un “mistero della Sua volontà”,
che Egli ha stabilito di realizzare “ nella pienezza dei tempi”. Dunque:
la storia, tutta la storia umana, piccola e grande, quella che appare importante
e quella che tale non è, non è un disordinato accavallarsi
di eventi, senza senso. Voglio spiegarmi con un esempio. Un ricamo può
essere guardato dalla parte giusta o all’inverso. Se lo guardo dalla parte
inversa, vedo solo una grande confusione di fili senza un disegno preciso.
Se lo guardo dalla parte giusta, allora vedo che quei fili non sono intrecciati
a caso, ma sono disposti in modo da creare un disegno. Così è
la storia. Noi vediamo solo la parte “ inversa” e pensiamo che sia solo
una grande confusione. Ma Dio, ci insegna l’apostolo, realizza in essa
il suo disegno. Non solo, ma ci ha anche rivelato quale è questo
disegno: “ricapitolare in Cristo tutte le cose”. Fratelli e sorelle: questo
è il beneficio che il Signore opera per noi, il beneficio sommo,
quello che in sé riassume tutti gli altri. Tutto il mondo creato,
che il peccato ha corrotto e disgregato, viene ricondotto, rigenerato e
riunito in Cristo: anche durante quest’anno il Padre ha operato per realizzare
questo che è il suo disegno. Ed allora, consapevoli di questo, questa
sera noi confessiamo e proclamiamo questo primato assoluto di Cristo, la
sua sovrana regalità e ringraziamo il Padre per averci in Lui eletti
e predestinati. E’ questa dimensione del tempo, la più profonda,
che ci dà una vera visione realista degli avvenimenti: una visione
realista, né pessimista ne ottimista. Pessimismo ed ottimismo non
sono categorie, attitudini cristiane. Esse appartengono alla mentalità
di questo mondo, non a quella evangelica. Il credente non è
ne ottimista, ne pessimista: è realista, cioè cerca di vedere
la realtà nella luce della Parola di Dio. Nel tempo, la realizzazione
del disegno del Padre si scontra con l’ostilità di Satana e di tutti
i suoi satelliti che si oppongono alla ricapitolazione di tutte le cose
in Cristo. Immersi come siamo nella storia, siamo coinvolti in un contrasto
drammatico, e a nessuno è dato di fare lo spettatore disinteressato
e neutrale. La professione del primato di Cristo significa questa sera
che dobbiamo fare la scelta di campo. Ma questa stessa professione del
primato di Cristo genera in noi due certezze fondamentali. La prima è
la certezza della “straordinaria grandezza della forza” di Cristo, della
sua invincibile forza. La seconda certezza è che noi già
conosciamo l’esito di questo scontro: Cristo ha già vinto tutte
le potenze avverse. L’anno che ormai è passato ci ha ulteriormente
avvicinati al grande giorno del giudizio finale, quando Cristo ritornerà
glorioso. Per Suo mezzo il Padre pronuncerà allora la sua parola
definitiva su tutta la storia. “Conosceremo il senso ultimo di tutta l’opera
della creazione e di tutta l’Economia della salvezza”... Il Giudizio finale
manifesterà che la sua Misericordia è più forte della
morte.
Ricordare i benefici del Signore! poi ciascuno ha ricevuto i
suoi propri benefici dal Signore, i benefici che sono un segreto fra ogni
anima e il Signore.
2. “Alzati, la tua fede ti ha salvato”. la pagina del Vangelo ancora
una volta ci svela la profondità della misericordia del Signore.
I doni che il Signore ci fa a che cosa mirano? all’incontro con Lui. Solo
l’incontro con Lui ci salva: i suoi doni sono semplici mezzi per metterci
in connessione con Lui.
Un anno è passato: l’incontro con Lui si è fatto
più vicino. “ora la nostra salvezza è più vicina di
quando abbiamo creduto: restiamo vigilanti nell’attesa, operanti nella
carità e fiduciosi nella Sua sola misericordia.
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