OMELIA INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO
BOLOGNA 30 settembre 1996
Il Signore ci dona di iniziare questo nuovo anno accademico celebrando
la memoria di S. Girolamo: in lui troviamo, come in ogni Padre della Chiesa,
un sicuro punto di riferimento. E la parola di Dio ci indica il senso ultimo
del vostro impegno di studio rigoroso e sereno.
1. “Carissimo, rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei
convinto”. Rimanere: parola dall’immenso significato nella Scrittura! Esso
“suggerisce” l’esperienza di una dimora nella quale porre fine all’insignificante
peregrinare dell’uomo che non sa più da dove viene e dove deve andare.
E’ il contrario di quell’esperienza che oggi ha devastato l’umano in tante
persone: l’esperienza di chi non ha più nulla su cui fondarsi e
rimanere saldo. E’ l’esperienza di una libertà che, riducendosi
a pura possibilità, non sa più fare altro che custodire e
difendere una solitudine impenetrabile. E’ l’esperienza di una ragione
che avendo rifiutato di essere misurata dalla realtà e volendo essere
essa stessa misura della realtà, si è ritrovata senza verità.
Rimani saldo: ma su che cosa? “in quello che hai imparato e di
cui sei convinto”. Cioè: la dimora della nostra esistenza è
la Tradizione o meglio “ciò che è stato tramandato”.
In essa è la nostra pace ed il essa noi entriamo attraverso il nostro
docile discepolato (hai imparato) e la nostra convinzione di fede (di cui
sei convinto). Ma “che cosa” viene tramandato? “la salvezza che si ottiene
per mezzo delle fede in Gesù Cristo”. Ciò che è stato
dato (tradidit) non è “qualcosa”, ma “qualcuno”: il Padre ha tanto
amato il mondo da donare (tradere) il suo Figlio unigenito. Il Figlio ha
acconsentito ad essere donato e donò Egli stesso se stesso (tradidit
semetipsum). Imparare Gesù Cristo; imparare la salvezza che si ottiene
attraverso la fede in Lui: ecco ciò che dà stabilità,
saldezza, fondamento alla nostra vita. La scienza, la conoscenza di Gesù
Cristo e della sua salvezza è il luogo in cui dimorare.
Chi ci dona la scienza di Gesù Cristo? Essa ci viene dalle
Ss. Scritture: “queste possono istruirti ...”. Proprio S. Girolamo ci avverte
che l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. Donde viene
alle Scritture questo misterioso e mirabile potere? Dal fatto che “tutta
la Scrittura ... è ispirata da Dio” il Verbo eterno si è
fatto Verbo incarnato; il Verbo incarnato è divenuto Verbo inspirato.
Ecco, dunque: tutta la Scrittura è incentrata in Cristo; tutto il
vostro studio è, in fondo, lo studio della S. Scrittura in quanto
“queste possono istruirti per la salvezza che si ottiene ...”.
Conservate sempre questo “sguardo semplice” della fede: ogni
vostra conoscenza deve essere orientata alla conoscenza della salvezza
che si ottiene per mezzo della fede in Gesù Cristo o essere una
conseguenza di essa. E’ questo il senso di tutta la riflessione teologica.
2. Ma l’apostolo ci dice anche a che cosa dobbiamo finalizzare questa
conoscenza. Essa è ordinata ad “insegnare, convincere, correggere”.
Si può essere mossi dalla curiosità: e questa è empietà;
si può essere mossi dall’orgoglio: e questo è idolatria.
La conoscenza che tu devi avere è orientata ad un’opera di carità:
insegnare, convincere, correggere.
E’ un’opera di carità perché tu illumini la mente
della persona: doni ad essa la verità che salva. E’ una opera di
carità, perché tu illumini la persona, dicendole la verità
sul suo bene (correggere). E’ il vero dialogo della salvezza, nel quale
(come vuole il profeta) tu parli al cuore di Gerusalemme per dirle che
la sua schiavitù è finita.
Ecco il cammino stupendo che vi apprestate a percorrere: la Sede
della Sapienza vi guidi a che siate introdotti nella conoscenza della “salvezza”
che si ottiene per mezzo della fede in Gesù Cristo”.
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