OMELIA SACRA FAMIGLIA 1996: celebrazione
matrimoni
29 dicembre 1996
Mai come in questo momento sentiamo risuonare dentro il nostro
cuore, e fare nostro l’invito del Salmo: “lodate il Signore ... cantate
a Lui canti di gioia, meditate tutti i suoi prodigi”. Grandi infatti sono
i divini Misteri che stiamo celebrando: il mistero dell’offerta originaria
fatta nel Tempio da Maria, del suo Figlio al Signore, ed il Mistero dell’amore
umano coniugale che diventa simbolo reale dell’amore stesso di Cristo verso
la Chiesa. Tutti i misteri della nostra santa fede sono connessi fra loro,
si completano e si illuminano e si richiamano a vicenda, producendo come
una mirabile sinfonia. E voi Alessandro e Silvia, Davide e Barbara state
per entrare con tutta la vostra persona, corpo-anima-spirito, dentro questa
Realtà.
1. La Chiesa oggi nel S. Vangelo medita il mistero della presentazione
al Tempio di Gesù. Maria e Giuseppe, adempiendo un’antica norma
che profeticamente era orientata a questo compimento, “portarono il bambino
a Gerusalemme per offrirlo al Signore”. E’ la prima manifestazione di quel
dono di Sé, di quell’amore che spinge Cristo a donare se stesso
al Padre per la nostra salvezza. E’ un’offerta che inizia già nel
momento stesso del suo umano concepimento. “Entrando nel mondo, Cristo
dice: Tu non hai voluto né sacrifico né offerta, un corpo
invece mi hai preparato... Allora ho detto: ecco io vengo ... per fare,
o Dio, la tua volontà” (Eb. 10,5-7). Quest’offerta trova nella presentazione
del Tempio la sua prima manifestazione esterna, e sulla croce la sua perfetta
realizzazione. “Ed è appunto per quella volontà che noi siamo
stati santificati, per mezzo dell’offerta del Corpo di Gesù Cristo,
fatto una volta per sempre” (10).
E’ l’alba di un giorno nuovo: il giorno della salvezza. E’ il
momento in cui il giorno grande ed eterno si incontra col giorno tanto
breve e temporaneo dell’uomo, di Simeone. Ed all’uomo, a Simeone, è
dato di “vedere la salvezza”. Nell’offerta che Cristo fa di sé (per
le mani di Maria), l’uomo può benedire il Signore poiché
i suoi occhi hanno visto la salvezza.
2. Questo divino Mistero sta all’origine in un certo senso del mistero
che verrà a dimorare dentro di voi. Parlando infatti del matrimonio
fra due battezzati, lo Spirito Santo ci rivela che esso nasce dal sacrifico
stesso di Cristo. “Questo mistero è grande - Egli dice - lo dico
in riferimento a Cristo e alla sua Chiesa” (Ef. 5,32). Nell’offerta che
Cristo fa di sé stesso al tempio, Simeone ha visto la salvezza:
ha sentito che la sua vita aveva vinto la minaccia della morte che l’invadeva
da ogni parte. Ha cantato la sua vittoria sulla morte, perché ha
incontrato Cristo: “ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace”.
Nell’offerta che Cristo fa di se stesso sulla croce, voi vedete la vostra
salvezza. Sentite che la nostra vita ha già vinto la minaccia della
solitudine, la minaccia dell’egoismo, la minaccia della morte che invade
da ogni parte il vostro desiderio di amare. Potete cantare nei vostri cuori
la vostra vittoria sulla concupiscenza, facendo vostre le parole del primo
Cantico del cantici: “e i due formeranno una sola carne” (Gen. 2,24 ed
Ef. 5,31).
Ciò che è narrato nel Vangelo è l’origine
e la causa di ciò che sta accadendo in voi. Cristo vi renderà
partecipi del suo stesso amore, dell’amore che lo spinge a fare del suo
corpo l’offerta per la nostra salvezza. In forza di questo dono, assolutamente
gratuito, voi diventerete capaci di fare del vostro corpo “il sacramento”,
il linguaggio cioè reale del dono della vostra persona. In questo
momento a voi è soltanto chiesto di acconsentire a questa liberazione-elevazione
del vostro amore.
Veramente come vi invita a fare il salmo, “ricordate le meraviglie
che ha compiute, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca”.
3. Ed ora vorrei rivolgere una parola di esortazione anche a voi tutti
sposi presenti, con lo stesso invito del salmo: “ricordate le meraviglie
che ha compiute”! Sì: custodite in voi e nel mondo di oggi le meraviglie
che il Signore ha compiuto a riguardo del matrimonio e dell’amore coniugale.
Non permettete che esso sia disprezzato, equiparandolo ad altre unioni:
custoditene e difendetene l’intima bellezza e dignità. Solo questa
custodia e difesa difende la persona nella sua intera verità e la
comunione delle persone fondata sul dono di sé. La sorte della persona
coincide in larga misura con la sorte del matrimonio e della famiglia.
Ecco perché nessuna società umana può correre il rischio
di demolire gli elementi essenziali che costituiscono l’essenza stessa
del matrimonio e della famiglia. Compie una tale demolizione chi riconosce
o conferma nella società come “matrimonio” ogni unione che non sia
quella costituita dal patto con cui “l’uomo e la donna stabiliscono tra
loro la comunità di tutta la vita”. Siate testimoni dello splendore
che emana dal vero amore coniugale. “Solo se la verità circa la
libertà e la comunione delle persone nel matrimonio e nella famiglia
riacquisterà il suo splendore, si avvierà veramente l’edificazione
della civiltà dell’amore e sarà allora possibile parlare
con efficacia - come fa il Concilio - di «valorizzazione della dignità
del matrimonio e della famiglia»”.
Maria Madre del bell’amore e Giuseppe, custode del Redentore,
accompagnino Alessandro e Silvia, Davide e Barbara oggi e sempre: accompagnino
ogni famiglia con la loro potente intercessione.
|