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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA
Cattedrale 29 dicembre 2002

1. "Per fede anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre". Carissimi fedeli, carissimi sposi convenuti in questa Cattedrale per celebrare il mistero della S. Famiglia di Nazareth, la parola di Dio vi porta subito a meditare sulla vostra comunità famigliare come luogo dove sboccia la vita.

Sia la prima che la seconda lettura, come avete sentito, narrano un fatto ben noto: Abramo e Sara hanno un figlio perché il Signore glielo dona. Quel figlio è puro dono di Dio, poiché "il Signore visitò Sara … e fece a Sara come aveva promesso". La paternità e la maternità umane sono certo radicati nei processi biologici, ma allo stesso tempo li superano. Non viene generato solamente un individuo della specie umana: è concepita e generata una persona. La vicenda di Abramo e di Sara è rivelatrice di un grande mistero: nella paternità e maternità umane Dio stesso è presente in modo diverso da come è presente in ogni altra generazione. E’ solamente da un atto creativo di Dio che può provenire quell’ "immagine e somiglianza" di Dio stesso che troviamo impressa in ogni persona fin dall’istante del suo concepimento: il corpo della donna che concepisce è il tempio dove Dio celebra la liturgia del suo amore creativo. Ogni uomo concepito è voluto da Dio: come essere simile a Sé, come persona.

Un grande maestro del pensiero cristiano, S. Tommaso d’Aquino, dice che mentre l’individuo delle altre speci viventi sono voluti da Dio creatore per il bene della specie stessa, la persona umana è voluta per se stessa [cfr. Contra Gentes Lib. III, cap. CXII]. "I genitori, davanti ad un nuovo essere umano, hanno o dovrebbero avere, piena consapevolezza del fatto che Dio "vuole" quest’uomo "per se stesso"" [Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie (1994) 9,4; EV14/193]. Viene affidato a voi genitori come un dono del Signore, perché sia aiutato ad essere pienamente persona.

"Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio". Questo gesto di Abramo esprime la consapevolezza che il figlio è "voluto per se stesso"; è puro dono di Dio, che a Lui solo appartiene.

Carissimi sposi, è viva ancora oggi la consapevolezza che il figlio è un dono? che ogni figlio è voluto da Dio "per se stesso"? Questa consapevolezza

viene insidiata quando si comincia a vedere il figlio nel contesto del desiderio della propria felicità individuale. In quest’ottica infatti il figlio diventa o un bene a cui si ha diritto per la propria autorealizzazione: qualcosa che si può avere ad ogni costo; oppure un grave incomodo che si deve evitare perché contrasta colla propria autorealizzazione: qualcosa di male. La prima posizione porta alla legittimazione di ogni procedimento di procreazione artificiale; la seconda porta alla giustificazione di qualsiasi pratica contraccettiva. Carissimi sposi, nell’amore coniugale e nell’amore paterno-materno deve sempre dimorare la verità sull’uomo, secondo la quale ogni persona è voluta per se stessa. La grandezza etica, la bellezza splendida che si trova nella comunità coniugale e famigliare risiede proprio in questo: nell’una (la comunità coniugale) l’uomo e la donna si incontrano nell’affermazione reciproca della dignità della loro persona; nell’altra (la comunità famigliare) il figlio non è qualcosa cui si ha diritto o un male da evitare, ma una persona da volere per se stessa.

2. "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione". E’ questa la prima profezia pronunciata sul neonato bambino di Betlemme: Questi è anche in un certo senso la figura di ogni bambino, nei confronti del quale si svelano i pensieri del cuore. Ben-voluto o minacciato fin dal concepimento. Qual è dunque l’atteggiamento nostro verso il dono della vita?

Non mancano certo famiglie generose nel dono della vita, ma c’è ancora poca vita umana nelle famiglie ferraresi e la scarsa natalità resta ancora un problema assai grave. Al punto che uno dei principali quotidiani del mondo ha scelto proprio la nostra città come sede di un’inchiesta basata sulla c.d. "crescita zero". Sono dunque da lodare tutte le iniziative che le nostre amministrazioni locali prendono per favorire la paternità-maternità.

E’ un profondo cambiamento di mentalità che i coniugi cristiani, come luce del mondo, devono introdurre nel nostro popolo: la vita umana è un bene comune da condividere ed oggi "mancano le persone con le quali creare e condividere il bene comune … il bene quanto più è comune tanto più è anche proprio: mio-tuo-nostro. Questa è la logica intrinseca dell’esistere nel bene, nella verità e nella carità" [Giovanni Paolo II, loc. cit. 10,6]. E questa è la vera vita coniugale e famigliare: una vita nel bene, nella verità e nell’amore.