OMELIA 26.ma DOMENICA PER ANNUM
29 settembre 1996
Chiesa parrocchiale di Bondeno
La pagina del Vangelo nasconde nella sua semplicità verità
profonde riguardanti il Dio vivente che si pone in un rapporto vero con
ciascuno di noi. Preghiamo lo Spirito Santo che ci apra questi tesori.
1. Si parla di due persone, due figli, alle quali il loro padre rivolge
un invito pressante. Andare a lavorare nella vigna. La loro risposta è
molto strana: un «sì» che di fatto diventa un «no»
ed un «no» che di fatto diventa un «sì».
E fino a qui, oserei dire che tutto rientra nella normalità umana:
esiste continuamente nell’esercizio della nostra libertà il rischio
della incoerenza. Facciamo propositi e promesse che poi non manteniamo.
Ed è un fatto, questo, talmente comune da dar origine ad un famoso
proverbio: “tra il dire ed il fare ...”. E’ di questo che il Signore parla?
Non precisamente. Proseguiamo.
Le due figure, quella che dice un «sì» che
nei fatti è un «no» e quella che dice un «no»
che nei fatti è un «sì», sono individuate da
Cristo in un modo molto concreto, preciso e sconvolgente. Coloro che dicono
«no» sono i pubblicani e i peccatori; coloro che dicono «sì»
sono i sacerdoti, gli scribi. Dunque: esiste un modo di essere fedeli al
Signore, che è tale in apparenza, ma in realtà - nel cuore
- costituisce infedeltà; esistono persone che sembrano infedeli
al Signore, ma nel cuore sono così vicine al Signore che “precederanno
nel regno di Dio” tutti.
In questo modo, Gesù continua la grande tradizione profetica
che aveva messo in guardia dall’onorare Dio solo nelle parole e nell’apparenza,
ma tenendo lontano da Lui il cuore. Ma Gesù, come sempre, non si
limita a riprendere l’insegnamento profetico: Egli va molto oltre.
Perché persone qualificate come “pubblicani e prostitute”
sono indicati come coloro che precederanno nel regno di Dio? perché
persone qualificate come osservanti la legge possono essere anche escluse?
Perché è accaduto un fatto nuovo che costringe l’uomo ad
una decisione dalla quale dipende esclusivamente il destino dell’uomo.
La bontà, la qualità della persona davanti a Dio non sarà
più decisa ultimamente dal rapporto che la persona ha con la legge
morale: rapporto in base al quale ci sono persone “giuste” e “pubblicani-prostitute”.
Quale fatto? quello indicato da Giovanni Battista: “Giovanni è venuto
a voi ...”. E Giovanni ha indicato Gesù Cristo. Ecco da che cosa
dipende la nostra salvezza eterna: dal credere o non credere in Gesù,
Figlio di Dio, nostro salvatore. Dal momento in cui, il Figlio di Dio si
è fatto uomo, le due categorie di persone che si oppongono sul nostro
testo non possono essere giudicate in base alla legge, ma di fronte all’avvenimento
che è Gesù Cristo. Di fronte a Lui le parti si invertono.
Quelli che fino ad allora avevano detto «no», si pentono, credono
al Vangelo della misericordia del Padre.
2. Nella vita di coloro che hanno creduto, che cosa succede? La loro
vita resta come prima o essi accedono ad una giustizia ben più piena?
Quale cambiamento, fratelli e sorelle! Ascoltiamo attentamente S. Paolo.
A chi crede in Cristo è donata la vera consolazione ed
una profonda comunione, viscere di misericordia e di amore che spingono
ciascuno di noi a non fare più nulla per spirito di rivalità
o per vanagloria.
Ciascuno, con tutta umiltà, considera gli altri superiori
a se stesso, senza più cercare il proprio interesse, ma quello degli
altri. Qualcosa che sconvolge tutta la nostra (supposta) natura. Ma come
è possibile questa giustizia più piena? In forza della fede
e dei sacramenti, nei quali l’uomo incontra Cristo, la persona è
trasformata profondamente. La sua vita ormai è una vita in Cristo,
così che gli stessi sentimenti che furono in Cristo, sono anche
nel suo discepolo. E tutti i sentimenti di Cristo si riducono ad uno solo:
l’umiltà.
3. Ma noi oggi siamo qui per ringraziare il Padre, da cui proviene ogni
dono, di aver dato alla Chiesa il Servo di Dio Carlo Cavina di cui presto
si chiuderà il processo informativo diocesano di Beatificazione.
E perché questo Servo di Dio ha donato alla Chiesa una stupenda
famiglia religiosa, le Suore Figlie di S. Francesco di Sales.
I santi sono l’incarnazione del Vangelo. Egli scrive nel Regolamento
di Vita:
“Procurate d’entrare in quel Cuore per contemplarlo qual è, affine
di formare il vostro a somiglianza del Suo. ... Non state a perdere tempo
cercando sempre nuovi mezzi di perfezione; ricordatevi che la perfezione
vostra consiste solo nel conformare la vostra vita e le vostre azioni alle
sante massime del Cuore di Gesù; e soprattutto alla sua dolcezza,
alla sua umiltà, alla sua carità. Ponderate bene queste parole
e praticatele, e voi vi renderete vere Apostole della Preghiera, vere spose
del Cuore di Gesù.”
Ecco: è l’eco del S. Vangelo di oggi. Dimorate in Cristo
e Cristo dimori in voi: in questo sta la nostra salvezza.
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