INCONTRO CON IL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO
26 GIUGNO 1996
Le due pagine della S. Scrittura sono un dono grande della Misericordia
del Signore: esse sono un’indicazione assai preziosa per la salvezza e
la beatitudine della nostra persona.
Cominciamo dalla prima lettura. Che cosa accade? Il re Giosia
diventa consapevole di quando Giuda si sia allontanato dai comandi di Dio
e sia sotto la sua ira, quando ritrova e riascolta il Libro della Legge
del Signore. E’ questo un avvenimento che spesso la S. Scrittura racconta.
Davide prende coscienza del peccato commesso, quando ascolta le parole
del profeta Natan. Dopo la Pentecoste, gli abitanti dei Gerusalemme si
sentono trafiggere il cuore, quando Pietro predica loro. Che cosa ci insegna
con tutto questo la Parola di Dio?
Davide, Giosia ed il suo popolo, gli abitanti di Gerusalemme
si trovavano come in una sorta di oscurità interiore, poiché
non si rendevano conto di aver peccato, di essersi allontanati dal Signore:
non avevano coscienza della loro condizione, poiché non sapevano
più discernere il bene dal male. Dunque, esiste una capacità
di discernere che, quando è esercitata, ci fa prendere coscienza
della nostra reale condizione di fronte a Dio. La Parola di Dio ci dice
oggi che questa capacità di discernimento dipende dall’insegnamento
ricevuto. Essa non è qualcosa di immutabile e statico. La persona,
partendo da una condizione di oscurità e di tenebra, può
giungere alla verità su se stessa mediante la guida dell’insegnamento.
Ad un insegnamento confuso e frammentario corrisponde una coscienza confusa
e frammentaria, ad un insegnamento deformato corrisponde una coscienza
deformata, ad un insegnamento incerto e timido corrisponde una coscienza
incerta e timida, ad un insegnamento chiaro corrisponde una coscienza luminosa.
E’ in questo punto che si colloca l’insegnamento del Vangelo:
esistono “falsi profeti” e “veri profeti”. Profeti che portano sempre più
la persona nell’oscurità, nell’incertezza, nell’errore.
E’ allora assai importante possedere dei criteri di discernimento.
Il Nuovo Testamento affronta spesso questo problema e ci offre molti criteri.
Il Vangelo questa sera ce ne offre uno semplice: i frutti di chi si presenta
profeta. I frutti, nel vocabolario biblico, sono le opere della persona.
“Vero profeta, infatti, è colui che si manifesta attraverso le buone
opere, che è luce per la comunità; vero profeta è
colui che ogni giorno si impegna a vivere la Parola di Gesù e a
convertirsi, mantenendosi nell’angusta via; vero profeta e colui che sa
guidare la comunità nella fedeltà al suo Signore” (M. Galizzi)
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