ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
Giubileo della donna
Comacchio
1. "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto".
Siano benedette in eterno queste parole dette da Maria, poiché erano parole attese da Dio e dall’umanità: dal Padre perché, giunta la pienezza del tempo, potesse inviare il suo Unigenito nella nostra natura umana; dall’umanità tutta perché potesse finalmente essere liberata dalla sua condanna a morte, e reintegrata nella sua originaria dignità. Noi celebriamo oggi il mistero del concepimento del Verbo nel grembo di Maria, reso possibile dal consenso di Maria.
La narrazione evangelica richiama in modo assai suggestivo un altro avvenimento narrato dalla S. Scrittura, dove pure è protagonista una donna col suo consenso libero: il racconto della caduta di Eva. Il rapporto fra le due narrazioni è spiegato nel modo seguente da un Padre della Chiesa. "Come Eva dunque, disobbedendo divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, così Maria … obbedendo divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano. Infatti ciò che è stato legato non può essere slegato se non si ripercorrono in senso inverso le pieghe del nodo… Così dunque il nodo della disobbedienza di Eva trovò soluzione grazie all’obbedienza di Maria. Ciò che Eva aveva legato per la sua incredulità, Maria l’ha sciolto per la sua fede" [S. Ireneo, Contro le eresie III, 22,4; Jaca Book ed., Milano 1981, pag. 289-290]. Eva-Maria: due modi di essere donna, due realizzazioni opposte della femminilità attraverso le quali transitano i due opposti destini dell’umanità intera, un destino di morte e un destino di vita.
Giungiamo così al significato ultimo, alla verità più profonda delle parole dette dal Creatore quando si accinse a creare la donna: "non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile" (Gen 2,18).
E’ come se il Creatore, prima di passare alla creazione della donna, rientrasse per un momento in Sé e si chiedesse per quale ragione e mosso da quale motivo Egli intendeva creare una persona umana diversa da quella già creata, la persona umana-uomo. La ragione per cui la donna esiste è perché senza di essa l’uomo non raggiungerebbe la pienezza del suo essere (ed il Creatore questo non lo vuole: "non è bene che…"), e quindi la donna esiste come "aiuto che gli sia simile". La pagina del Vangelo realizza in pieno l’intenzione originaria del Creatore: Maria è "l’aiuto" offerto perché il Nuovo Adamo possa realizzare la sua mirabile condiscendenza verso questo mondo, possa divenire carne e dimorare in mezzo a noi. Al principio della Creazione Dio creava Adamo ed Eva, ma pensava mentre li creava a Cristo e a Maria.
L’autore della lettera agli Ebrei ci ha rivelato il primo pensiero che il Verbo ebbe, entrando nel mondo. E’ stato il seguente: "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato". Il corpo è stato preparato mediante la cooperazione di Maria: la sapienza si è costruita la sua casa nel grembo di Maria. Ma i pensieri del Verbo che prende un corpo da Maria, proseguono: "ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà". Il Nuovo Adamo fin dall’inizio della sua esistenza fa di Se stesso un’offerta totale: "ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Cristo Gesù, fatta una volta per sempre". A questa volontà di offerta corrisponde perfettamente la volontà ed il cuore di Maria.
"Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà", dice il Nuovo Adamo; "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" dice la Nuova Eva. La Parola di Dio al principio aveva preannunciato: "e i due saranno una sola carne". Queste parole nell’unione fra il Nuovo Adamo e la Nuova Eva si realizzano in pienezza. In ragione del suo "Eccomi, sono la serva del Signore", il Verbo dimora in Lei, si appropria della sua persona nella maniera più intima e più reale: per sempre. La carne del Verbo è la carne concepita oggi da Maria.
2. Carissime sorelle, ho desiderato che questa giornata fosse in modo particolare dedicata a voi, fosse in modo speciale il vostro Giubileo. La luce del mistero dell’Annunciazione infatti illumina in modo singolare il mistero della vostra persona: aiuta a capire il mistero ed il ministero della donna. E’ per questo che vi ho scritto una Lettera che fra poco vi consegnerò ufficialmente.
La pagina evangelica, letta nel contesto di tutta la Rivelazione, ci mostra la verità più profonda della donna. Ella è inserita nel mistero della redenzione come colei che "rende possibile" la venuta all’esistenza della persona: non solo in senso biologico, ma in senso totale. Siete le custodi della persona, le custodi della sua dignità e del suo primato sulle cose; vi è chiesto di "generare la persona".
E ciò accade in due modi fondamentali: nell’amore coniugale degli sposi e nell’amore verginale delle donne consacrate. E in due luoghi: nella famiglia e nella società. Nella famiglia, oggi devastata da una paurosa assenza di donazione reciproca; nella società, ridotta sempre più ad essere coesistenza più o meno pacifica di opposti egoismi. Da una parte dunque il vostro è un ministero educativo [= generare la persona], e dall’altra siete chiamate ad essere presenti nella società perché sia sempre meno "società di individui" e sempre più "comunione di persone". Non voglio prolungarmi oltre, perché troverete lungamente esposto tutto questo nella Lettera che vi ho inviato.
Fra pochi momenti, prima di entrare nel "Santo dei Santi" della celebrazione eucaristica, nella preghiera sulle offerte diremo: "fa che la tua Chiesa riviva nella fede il mistero in cui riconosce le sue origini". Nel sì di Maria ha origine la Chiesa perché il Verbo si è unito alla nostra natura umana: che la vostra presenza nella Chiesa sia feconda ad immagine di Maria.
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