MERCOLEDÌ DELLE CENERI
Cattedrale di Ferrara
25 febbraio 1998
1. “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini”.
Il richiamo di Gesù ci fa prendere coscienza che noi possiamo vivere
in due modi fondamentalmente: davanti agli uomini, davanti a Dio. Noi possiamo
decidere ciò che decidiamo, scegliere ciò che scegliamo,
in una parola esistere sulla base di ciò che gli altri potranno
dire e pensare di noi o sulla base di ciò che Dio stesso potrà
dire e pensare di noi. Il Vangelo questa sera ci costringe, fratelli e
sorelle, a porci quindi la domanda fondamentale: davanti a chi tu vuoi
vivere? in relazione a chi tu vuoi esistere? Davanti ed in relazione a
Dio oppure davanti ed in relazione agli uomini? L’esito di chi opta per
la seconda alternativa è indicato da Gesù colle seguenti
parole: “hanno già ricevuto la loro ricompensa”. Cioè: tutto
si conclude e si chiude dentro al cerchio del tempo, nella vanità
dei discorsi umani che hanno lo stesso valore di chi li fa.
“Hanno già ricevuto la loro ricompensa”: terminata la
lode e l’ammirazione umana, tutto sarà finito.
E qui comprendiamo l’intima verità di un gesto che questa
sera sarà compiuto su ciascuno di noi: l’imposizione delle ceneri.
Essa è accompagnata da alcune parole, terribili: “ricordati, o uomo,
che sei polvere ed in polvere ritornerai”. Cioè: questa è
la consistenza umana, questa la forza del nostro essere. E’ quella di un
pugno di polvere: basta un po’ di vento e tutto scompare senza lasciare
traccia di sé. “Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua gloria
è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce” (Is
40,6-7) poiché “lo investe il vento e più non esiste e il
suo posto non lo riconosce” (Sal 103,16). Guardati dal vivere davanti agli
uomini: vivresti alla presenza del nulla “che un po’ di vento disperde”.
Fratelli e sorelle: questa è la sera della verità, della
verità dell’uomo che decide di rinchiudersi dentro al cerchio della
storia delle relazioni umane. La creatura che non voglia vivere davanti
al suo Creatore, in relazione al suo Creatore svanisce. E questa è
stata la decisione dell’uomo, quella di non vivere più alla sua
Presenza; di non prendere più come misura della sua vita la sua
Parola; di esistere “come se Dio non esistesse”. E’ questa l’intima natura
di ogni peccato. Questa è la sera della verità! E noi ci
presenteremo davanti al Signore col capo chinato, riconoscendo che “abbiamo
peccato” e siamo stati giustamente condannati a divenire polvere.
2. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da
peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo
di Lui giustizia di Dio”. Ma ciò che le ceneri esprimono non è
tutta la verità dell’uomo, dal momento che all’uomo è donata
la capacità e la forza di ri-vivere davanti a Dio: di praticare
le proprie opere davanti al Padre che è nei cieli. Ciò è
stato reso possibile dal Padre stesso che fedele al suo Amore verso l’uomo,
ha inviato il suo Figlio unigenito perché diventasse “per noi sapienza,
giustizia, santificazione e redenzione” (1Cor 1,30). Cristo è stato
trattato da peccatore: ricevette anch’egli, a nostro favore, la condanna
a morte, perché noi fossimo riportati nella Alleanza con Dio.
Questo evento, l’evento della nostra riconciliazione col Padre,
accaduto nella morte e risurrezione di Gesù, è reso ora attuale
nella Chiesa. Ora tu sei toccato da questa grazia; ora tu puoi cessare
di vivere davanti agli uomini e cominciare a vivere davanti a Dio; ora
tu che non conti nulla, che sei polvere, cenere, erba, vanità puoi
essere riconciliato con Dio; adottato da Lui come figlio, ora puoi diventare
da mortale immortale, da perituro imperituro, da effimero eterno, da uomo
dio. In che modo? “Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio
esortasse per mezzo nostro”. Esiste nella Chiesa una mediazione di salvezza
che si attua attraverso il sacro ministero, abilitato non solo ad annunciare
una Parola, ma anche ad offrire la Grazia della riconciliazione: “come
se Dio esortasse per mezzo nostro”.
E’ la sera in cui ci viene svelata l’intera verità dell’uomo
e nel solo luogo in cui essa appare in tutta la sua paradossale interezza:
in Cristo Gesù. “Noi non conosciamo la vita, la morte se non per
mezzo di Gesù Cristo. Fuori di Gesù Cristo, non sappiamo
che cosa sia la nostra vita o la nostra morte” (B. Pascal). L’uomo non
è in sé e per sé che polvere destinato a ritornare
in polvere; in Cristo è destinato alla vita eterna. Togli Cristo
e vivrai solamente davanti agli uomini: o disperato o presuntuoso. E comunque
destinato alla morte eterna.
“Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”.
Sono i giorni della quaresima; sono i giorni della Grande missione: i giorni
della misericordia e del perdono.
Ed allora, “O Dio che hai pietà di chi si pente e doni
la tua pace a chi di converte” guarda a questi figli che riceveranno l’austero
simbolo delle ceneri, guarda a questa città alla quale sarà
annunciato in modo straordinario il Vangelo della tua misericordia: perché
ne siamo, ne sia interamente rinnovata. Così sia.
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