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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XXX DOMENICA PER ANNUM (A)
Cresime Vigarano Pieve
24 ottobre 1999

1. "Maestro, quale è il più grande comandamento della legge?". La domanda posta dal dottore della Legge riceve il suo significato proprio dall’ambiente religioso in cui Gesù viveva, ma esprime anche una domanda di fondo per ogni anima veramente religiosa.

La domanda del dottore della Legge è in primo luogo comprensibile sullo sfondo dell’esperienza fondamentale di fede di Israele. Quest’esperienza si è sempre espressa secondo il paradigma , l’immagine dell’ALLEANZA che Dio stipula col suo popolo. Essa, secondo anche le usanze orientali, comporta una stipulazione o clausola fondamentale e stipulazioni/clausole secondarie. Così, per esempio, nel decalogo fungeva da stipulazione fondamentale il seguente fondamento: "Non avrai altro Dio all’infuori di me". Naturalmente, a seconda della situazione storica in cui Israele era chiamato a vivere la sua fede, mutava anche l’importanza che si attribuiva all’una o all’altra clausola dell’Alleanza col Signore. La domanda dunque fatta a Gesù era chiara: "che cosa richiede da me il Signore sopra tutto in conseguenza del fatto che Egli si è alleato col mio popolo?".

Ma la domanda del dottore della legge esprime anche un’esigenza che è presente in ogni persona veramente religiosa. Ogni religione infatti si esprime, si struttura in un insieme di dottrine, di comandamenti, di riti. O prima o poi, maturando la coscienza della persona, questa si chiede: "ma che cosa è più importante, che cosa è meno importante?".

Visto dunque il senso della domanda riascoltiamo attentamente la risposta di Gesù: "amerai il Signore Dio tuo …". Notiamo subito un particolare: Gesù non si accontenta di indicare quale è il primo comandamento; indica anche il secondo, sul quale non era stato richiesto. Come mai? Perché ritiene che, pur essendoci una gerarchia fra i due, essi sono così uniti fra loro che l’uno non si dà senza l’altro. Ma non è questo ciò che è centrale nella risposta di Gesù. Ciò che Gesù vuole dirci è il rapporto che esiste fra questi due comandamenti e tutta la Rivelazione che Dio ha fatto [Legge e Profeti]. Quale? Esso è espresso da un verbo: "DIPENDE". Esso richiama l’immagine di un "gancio" o di un "cardine". Insomma: un punto fermo attorno cui si muove tutto ciò che il Signore ci ha detto; un centro da cui, come tutti i raggi, partono tutte le parole che il Signore ci dice.

Secondo l’evangelista Matteo, è Gesù Colui che porta a compimento la Rivelazione: Lui ci dice tutto ciò che il Padre ha da dirci. E tutto ciò che Gesù ci dice, ruota attorno al perno assiale costituito dall’amore di Dio e del prossimo.

Carissimi fratelli e sorelle, prestate molta attenzione a ciò che sto dicendo, perché è di somma importanza per la vostra vita cristiana. La risposta di Gesù significa che tutto ciò che il Padre ha pensato e fatto per l’uomo, aveva un solo scopo: rendere l’uomo capace di amarlo e di amare gli altri come se stesso. L’Incarnazione del Verbo non è solamente atto che manifesta l’amore d Dio per noi, ma è stata decisa perché l’uomo fosse capace di amare: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16). E la vita eterna consiste nell’amore.

L’Incarnazione dunque, e tutto ciò che ne consegue e ne compie l’intima ragione, ha come suo scopo che esista nel mondo l’amore: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!" (Lc 12,49). Perché esistesse nel mondo l’amore, conveniva che Dio stesso venisse nel mondo, poiché Dio è la carità. Che l’uomo sia capace di amare: questo è lo scopo ultimo di tutto l’agire di Dio nei confronti dell’uomo.

2. La pagina del Vangelo è particolarmente atta ad illuminare il mistero, il sacramento della Cresima che state ricevendo, carissimi ragazzi.

Attraverso l’imposizione delle mie mani e l’unzione che farò sulla vostra fronte, voi riceverete il dono più grande che possa esservi fatto dal Signore Gesù. Egli vi dona il suo stesso Santo Spirito. Perché vi fa questo dono? Se mi avete seguito in ciò che ho detto finora, potete capirlo molto bene. Tutto ciò che Gesù ha fatto per noi, lo ha fatto per uno scopo: renderci capaci di amare. Di amare il Padre con tutto il cuore, di amare ogni altro uomo come amiamo noi stessi. Ed in che modo noi diventiamo capaci di amare? lo diventiamo perché venendo a dimorare in noi lo Spirito Santo cambia il nostro "cuore". Ci dà un nuovo modo di pensare la nostra libertà: di essere liberi. Essere liberi significa essere capaci di non fare mai ad un altro quello che non vorresti fosse fatto a te, di fare all’altro quello che vorresti fosse sempre fatto a te.

Oggi nascete come persone veramente libere: non svendete mai questa vostra dignità.