Solennità di Cristo Re e Signore dell’Universo
Movimento giovanile per la Vita - Santuario Eucaristico di San Carlo
22 Novembre 1998
1. “Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui”.
Siamo straordinariamente illuminati da questa parola circa il significato
ultimo della nostra vita, anzi dell’intero universo dell’essere. Esse infatti
costituiscono la risposta che il cristianesimo dà alle tre domande
fondamentali che dimorano nel nostro cuore: da dove vengo? Dove vado? Chi
sono?
Vorrei aiutarvi con un esempio. Se io scrivo delle note su un
rigo musicale, fino a quando non metto la «chiave musicale»
quelle note possono essere lette in tutti i modi: anzi non possono essere
lette, poiché possono essere interpretate in tutti i modi e al contrario
di tutti modi. Ogni uomo vive le stesse esperienze fondamentali: un desiderio
illimitato di felicità, la possibilità permanente della morte,
un inestinguibile sete di verità e di giustizia. Ebbene, queste
esperienze possono essere interpretate, capite in modi completamente diversi.
Desiderio illimitato di felicità: un’illusione e pertanto “spem
longam reseces” oppure segno ed invocazione di una pienezza che l’uomo
non può trovare in se stesso. Possibilità permanente di morire:
la morte è la caduta nel nulla e quindi tutto il nostro faticoso
vivere è destinato al niente totale oppure passaggio alla vera vita.
Come i segni sul rigo musicale sono possibili di qualsiasi lettura prima
che si metta la chiave, così tutte le nostre esperienze umane chiedono,
esigono una chiave interpretativa unitaria, per essere comprese nella loro
verità e vissute nella loro consistenza, senza evasioni.
“Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista
di Lui”: ecco la chiave interpretativa unitaria che oggi ci viene svelata
dalla Parola di Dio. Che cosa significano?
Ogni uomo è stato pensato e voluto, cioè creato,
dal Padre in Cristo, esemplato fin dall’inizio su di Lui e finalizzato
a Lui. Pertanto, nel Cristo tu conosci interamente la verità di
te stesso, delle esperienze fondamentali della tua vita: Egli è
la «chiave interpretativa» di tutto l’uomo e di ogni uomo,
e dell’universo intero. “Ogni uomo nasce già con questo marchio
indelebile del suo Signore impresso nelle profondità del suo essere”
(G.Biffi). Sugli oggetti spesso si trova scritto il luogo di produzione:
made in… Su ogni uomo è scritto «il luogo» in cui è
stato fatto: «made in Jesus Christ». Veramente l’uomo dice
nel fondo del suo essere a Cristo: “Ecco noi ci consideriamo come tue ossa
e tua carne”.
Certamente, quest’orignaria appartenenza dell’uomo a Cristo deve
divenire consapevole e coscientemente realizzata. Anzi, essa è stata
deturpata dal peccato in questo mondo decaduto: essa pertanto dovrà
essere restaurata dall’atto redentivo di Cristo.
Noi oggi celebrando la regalità di Cristo, celebriamo
la gloria dell’universo Cristo centrico: l’appartenenza di ogni realtà,
e dell’uomo in primo luogo, a Cristo. Celebriamo la stupenda decisione
di Dio “che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella
luce”: la decisione di “far abitare” in Cristo “ogni pienezza…”.
2. Il Santo Vangelo ci descrive il cammino che l’uomo deve percorrere
per entrare nel «regno di Cristo»: per entrare consapevolmente
e liberamente nella pienezza dell’appartenenza a Cristo, della sua originaria
verità. E la descrizione avviene in modo drammatico: il dialogo
con Cristo di uno dei due delinquenti crocifissi con Lui.
Il primo passo che introduce l’uomo in Cristo è il riconoscimento
della propria condizione di peccato (“noi giustamente, perché riceviamo
il giusto per le nostre azioni”) ed il riconoscimento della giustizia di
Cristo (“Egli invece non ha fatto nulla di male”). L’uomo si confronta
con Cristo, e lo fa nella condivisione della stessa condizione umana: anzi
della stessa condanna a morte. Ma ha la percezione della verità
che lo salva. Il Cristo condivide la nostra stessa condizione umana, anche
in ciò che questa ha di più pesante ed assurdo, ma la sua
condivisione nasce non da una necessità, ma dalla scelta di amore
per l’uomo. Lo Spirito Santo ha illuminato la coscienza di questo ladro
e gli ha donato la certezza che poteva essere salvato.
Il secondo passo è pertanto l’invocazione della salvezza:
“Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. L’uomo ritrova
pienamente se stesso in questa invocazione. L’uomo scopre la sua miseria,
ma gridando la sua invocazione di salvezza al Cristo “per opera del quale
abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati”.
Carissimi giovani: vivete in questa certezza che Cristo è Colui
che vi rivela a voi stessi, che vi dona il significato intero della vostra
vita. Anziché separarvi, questa certezza vi porterà ad accogliere
ogni benchè minimo frammento di umanità, poiché esso
è già stato pensato e voluto in Cristo.
|