20 febbraio 1999 - Voghenza - APERTURA MISSIONE
21 febbraio 1999 - Cattedrale - Prima Domenica di Quaresima
1. “In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito
nel deserto per essere tentato dal diavolo”. La Chiesa ci introduce nel
cammino quaresimale, “segno sacramentale della nostra conversione”, celebrando
il mistero della tentazione di Gesù nel deserto. La divina Provvidenza
ha voluto che questa stessa celebrazione segnasse anche l’inizio solenne
della Grande Missione in questo vicariato di S.Giorgio martire.
In che cosa fu tentato il Signore? Benchè la suggestione
con cui il Satana cercò di ingannarlo, abbia preso tre forme distinte,
come avete appena ascoltato, tuttavia la tentazione è stata una
sola: convincere Gesù a non vivere nella totale obbedienza al Padre.
Satana cercò di sradicare la libertà di Gesù dal
terreno che la nutriva continuamente: l’intimo rapporto col Padre vissuto
nel pieno consenso alla volontà di Questi. E’ da questa dimora permanente
di Gesù dentro alla volontà del Padre, che il Satana cerca
di fare uscire Gesù.
Più concretamente. La «via» assegnata dal
Padre al Verbo fattosi carne era una via di umile condivisione della nostra
miseria, di sofferta compassione ai nostri mali: condivisione e compassione
che doveva portare Gesù fino alla morte di croce. Egli infatti
non doveva prendersi cura di angeli, ma di ciascuno di noi doveva prendersi
cura. E perciò doveva rendersi in tutto simile a noi, anche nella
nostra morte, per diventare pieno di misericordia verso noi che per timore
della morte saremmo stati altrimenti soggetti a schiavitù per tutta
la vita (cfr. Eb. 2,15-17). E’ da questa via che il Satana cerca
di fare uscire Gesù proponendogli di dargli in dono “tutti i regni
del mondo con la loro gloria”. Anche in un’altra occasione, il Satana si
farà presente nella vita di Gesù. Lo farà attraverso
Pietro. Dopo che Gesù aveva apertamente, per la prima volta, rivelato
che “doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi
sacerdoti e dagli scribi, e poi venire ucciso”, Pietro lo prese in disparte,
si mise a rimproverarlo, e protestando disse: «Dio te ne scampi,
Signore; questo non ti accadrà mai». E Gesù rispose:«Lungi
da me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»
(cfr. Mc. 8,31-33 e Mt. 16, 21-23). «Pensare secondo Dio»:
progettare la propria vita in conformità alla missione in vista
della quale il Figlio unigenito era stato inviato nella nostra carne di
peccato. «Mio cibo è fare la volontà del Padre»:
esercitare la propria volontà nella pura obbedienza alla volontà
di Dio, perché l’opera della redenzione di compisse. Ecco, questa
è la struttura originaria dell’esistenza umana di Gesù: da
essa Satana lo vuole distogliere.
Perciò egli è stato sconfitto dalla scelta di Gesù
nel riconoscimento puro e semplice dell’esclusiva signoria del Padre: «adora
il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto».
2. “Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del
suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita”. Inizia così
il racconto di un’altra tentazione, quella del primo uomo e della prima
donna, dalla quale – a diversità di Gesù – essi uscirono
sconfitti.
Come il Satana ha ottenuto la sua vittoria sull’uomo e sulla
donna? In che cosa consiste la caduta della persona umana sconfitta da
Satana?
Satana ottiene la sua vittoria sull’uomo insinuando nel cuore
di questi il sospetto che Dio sia il nemico dell’uomo, che l’ordine della
sua sapienza sia contro il bene della persona creata, e che pertanto l’uomo
è veramente libero quando rompe l’alleanza col Signore. Riascoltiamo
le terribili parole del Satana: «Non morirete affatto! Anzi, Dio
sa che quando voi ne mangiaste…». Con queste parole viene innestato
dal Satana nella psicologia dell’uomo il germe di ogni opposizione nei
riguardi di Colui che sin dall’inizio deve essere considerato come nemico
dell’uomo e non come Padre. L’uomo è sfidato a diventare l’avversario
di Dio. E così nella mente dell’uomo viene falsificata l’idea stessa
di Dio come Bene, Bene Assoluto che nella creazione si manifesta come donazione;
e viene falsificata la verità dell’uomo che si crede capace di avere
una consistenza propria ed autonoma.
In che cosa allora consiste la sconfitta della persona umana,
la sua caduta? Esattamente nella disobbedienza come rifiuto di riconoscere
la propria dipendenza dal Creatore, e quindi nella rottura da parte dell’uomo
dell’Alleanza col Signore. La libertà umana si chiude su se stessa
, e poiché la creatura, abbandonata a se stessa, svanisce, il risultato
del peccato sarà la morte.
Provate ora, carissimi fratelli e sorelle, a fare un confronto
fra le due tentazioni: Satana agisce allo stesso modo sia con Adamo-Eva
che con Cristo. Provate a fare un confronto fra la risposta di Adamo-Eva
e la risposta di Cristo: sono specularmente opposte. Ciò esprime
S.Paolo nella seconda lettura, quando alla disobbedienza di Adamo contrappone
l’obbedienza di Cristo.
3. Carissimi fratelli e sorelle: quali profonde verità
ci dona oggi la Parola di Dio! Ci troviamo di fronte alla decisione originaria
richiesta ad ogni persona che abbia raggiunto la maturità: la decisione
se continuare a rimanere nella «progenie di Adamo», nella disobbedienza
che porta alla morte oppure se passare nella «progenie di Cristo»,
nell’obbedienza che dà la vita.
E qui noi comprendiamo il senso ultimo della Grande Missione
che oggi iniziamo: annunciare all’uomo, ad ogni uomo di questo Vicariato,
che Cristo, vincendo la tentazione, ha ricostruito l’Alleanza col Padre.
Noi vogliamo che ogni persona vivente in questo territorio sappia che
l’umanità, sottomessa al peccato nei discendenti del primo Adamo,
in Gesù Cristo è stata ricreata: è ritornata all’Amore.
Per dire che “se… per la caduta di uno solo morirono tutti, molto
di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di uno solo,
Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini”.
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