XXXIII DOMENICA PER ANNUM (c)
Chiusura V.P. Cassana
18 novembre 2001
1. "Voi, figli di Sion … loderete il nome del Signore vostro Dio che in mezzo a voi ha fatto meraviglie". Carissimi fedeli, celebrando questa Eucarestia durante la quale conferirò il sacramento della Confermazione ai vostri ragazzi, e che concluderà la Sacra Visita pastorale, non possiamo non fare nostro l’invito del profeta di lodare il nome del Signore che in mezzo a noi compie meraviglie.
La prima meraviglia è subito indicata dal profeta stesso colle seguenti parole: "Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo". La prima meraviglia operata dal Signore è cioè il dono che Egli farà del suo Spirito. In primo luogo a questi ragazzi che riceveranno il sacramento, ma anche a tutti voi che con me celebrate la divina Liturgia.
Che l’effusione o il dono dello Spirito Santo sia la grazia più preziosa che il Signore possa farci lo comprendiamo bene meditando attentamente il testo di S. Paolo letto nella seconda lettura.
In questa pagina l’Apostolo ci aiuta a prendere coscienza che noi possiamo vivere in due modi completamente diversi. Per indicarli san Paolo usa due espressioni: "camminare secondo lo Spirito" e "soddisfare i desideri della carne". Probabilmente queste espressioni dell’Apostolo a noi oggi non dicono gran che, ma, se prestate attenzione, ci aiutano a capire una verità di decisiva importanza sulla nostra esistenza.
Tutti noi infatti esperimentiamo continuamente la possibilità di vivere con giustizia o commettendo ingiustizia; di vivere egoisticamente o di vivere in un vero amore verso gli altri; di vivere mancando di rispetto verso la persona altrui oppure riconoscendo sempre il valore della persona dell’altro. Ebbene, il primo modo di vivere è ciò che intende San Paolo quanto parla di "soddisfare i desideri della carne"; il secondo modo è ciò che san Paolo intende quando dice "camminate secondo lo Spirito".
Voi oggi, carissimi ragazzi, ricevendo attraverso il sacramento della Cresima lo Spirito Santo, diventate capaci di camminare secondo lo Spirito e di non soddisfare più i desideri della carne. In una parola: diventate capaci di una esistenza vera e buona. E ciò che ho detto ai ragazzi che riceveranno il sacramento della Cresima vale anche per ciascuno di noi, dal momento che il frutto precipuo della celebrazione Eucaristica è il dono che ci viene fatto dello Spirito Santo.
2. "Il seminatore uscì a seminare la sua semente". La parabola evangelica ci fa però capire che il dono dello Spirito Santo è come un seme piantato nella nostra persona; la nostra persona è come un campo in cui lo Spirito Santo viene seminato. Questa presenza dello Spirito Santo può essere soffocata. L’apostolo Paolo dirà ai suoi cristiani di non "rattristare lo Spirito Santo", di non spegnerlo per così dire, di non impedirgli di agire e di portare a termine in noi la sua opera.
La parabola narrataci da Gesù è molto precisa al riguardo perché ci descrive esattamente le varie condizioni in cui il dono dello Spirito Santo può trovarsi. Io ve le ricordo brevemente così che ciascuno di noi può fare un confronto serio con questa parola di Cristo.
Ci sono persone che ricevono il dono dello Spirito Santo come un terreno pieno di sassi riceve un seme. Come il seme in un tale terreno non può crescere perché non può mettere radice, così lo Spirito Santo non potrà operare in noi nessuna trasformazione della nostra vita se siamo dei superficiali, se alle prime difficoltà della vita ci lasciamo sopraffare.
Alcuni ricevono il dono dello Spirito Santo come un terreno pieno di spine riceve il seme. Certo, in questo caso il seme può anche avere qualche giorno di vita, ma ben presto sarà soffocato. Così succede allo Spirito Santo quando viene donato ad una persona che si lascia sopraffare dalle preoccupazioni di questa vita, dalla ricchezza, o da altro ancora, dimenticando ciò che è più importante.
Altri infine ricevono lo Spirito Santo come una terra ben preparata riceve un seme. Sono coloro che restano fedeli al cammino che la comunità cristiana indica: frequenza ai santi sacramenti e soprattutto alla S. Eucarestia festiva; fedeltà alla catechesi così da essere sempre più istruiti nella propria fede; impegno nell’esercizio della carità fraterna. In questo terreno cominceranno ad apparire quelli che S. Paolo chiama i frutti dello Spirito Santo e che l’Apostolo elenca nel modo seguente, come avete sentito: "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè".
3. Ma l’invito del profeta a lodare il nome del Signore ha oggi anche una altra ragione particolare. Noi concludiamo la Sacra Visita Pastorale. Non c’è dubbio che lo Spirito Santo opera in questa comunità cristiana: l’ho potuto constatare varie volte durante questi giorni. Siate dunque come il terreno buono di cui parla Gesù nel Vangelo. Siate cioè come "coloro che dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza". Così sia.
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