OMELIA 24.MA DOMENICA PER ANNUM
15 settembre 1996
Con questa 24.ma domenica, il Signore nel suo Vangelo conclude
un lungo discorso riguardante i rapporti dei suoi fedeli nella Chiesa,
iniziata due domeniche orsono. E lo termina dandoci una regola di vita
sublime, che possiamo riassumere nel modo seguente. Tra il Signore ed i
suoi servi, e tra questi reciprocamente, deve regnare il medesimo atteggiamento.
Dio è il “Modello” unico e supremo, ad immagine del quale l’uomo
è stato creato: come è il Padre nei cieli, così l’uomo
deve essere sulla terra. In questo modo “il Regno dei cieli” viene anche
sulla terra, perché la volontà del Padre si compie sulla
terra come è compiuta nei cieli.
1. Come si comporta il Padre, che è nei cieli, nei confronti
dell’uomo che è sulla terra, di ciascuno di noi? Come spesso fa
il Signore, ce lo spiega attraverso una piccola parabola. “un re volle
fare ...” Il nostro rapporto con Dio è costituito da un “debito
smisurato”, tale da non “poter essere restituito (estinto)”: cioè
di fronte a Dio siamo sempre servi in debito, in colpa. Come non ricordare
le terribili affermazioni della S. Scrittura che ci svelano la nostra reale
situazione. Ascoltiamo: “tutti hanno peccato e sono privi della Gloria
di Dio” (Rm 3,23). E se poi vogliamo sapere quale sorte ci tocca di diritto:
“Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli
collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto
giudizio di Dio” (2,5). Se qualcuno pensasse di sfuggire a questo giudizio
universale di condanna, ascoltiamo quanto scrive S. Giovanni: “Se diciamo
che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo” (1Gv 1,10). E se
a qualcuno venisse di contestare questo giudizio, opponendo le sue opere
di giustizia, la Parola di Dio gli opporrebbe che esse sono in realtà
come panno immondo e sporco, come panno immondo sono tutti i nostri atti
di giustizia (Is. 64,5). Dunque, non c’è via d’uscita: “gli fu presentato
uno ...”.
Ed allora che fare? Che succede? Come risalire da questa crisi
radicale? Ascoltate: “impietositesi ...” . Il Signore sente compassione
di ciascuno di noi e che cosa fa? Ci condona l’intero debito: ci perdona
tutto. Non ci dice: “paga quello che puoi”. No: semplicemente ci perdona
tutto. Egli ci tratta solo con la sua misericordia: ci chiede solo di “supplicarlo
....”.
(Rapporto di ciascuno di noi: debitori che non possono pagare; di Dio
con noi: pieno di misericordia che gratuitamente ci perdona.)
[Il salmo responsoriale: oppure un racconto// gli angeli ... Sono io
che ho fatto, e io perdonerò, io sopporterò e libererò]
2. Ora proviamo subito a considerare il rapporto nostro col nostro prossimo
e del nostro prossimo con noi: il nostro prossimo “ha un debito con noi”
- Sproporzione fra il “debito” che tu hai col Signore ed il debito
che il prossimo ha con te: creatura ? creatore
- Tu sei stato perdonato ... come puoi non perdonare: Ecco il
“centro”: trattato come sei stato trattato dal Signore.
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