OMELIA ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA 1996
1. “Fratelli, Cristo è resuscitato dai morti, primizia
di coloro che sono morti”.
Ancora una volta, l’Apostolo Paolo con queste parole annuncia il Vangelo
della grazia, della misericordia del Padre: “Cristo è resuscitato
dai morti”. La nostra condizione umana è stata mutata, poiché
Cristo è resuscitato dai morti. Egli, mosso a compassione di ciascuno
di noi, “non considerò un tesoro geloso da custodire gelosamente,
la sua uguaglianza con Dio, ma, per una decisione di amore particolarmente
intenso, venne a vivere questa nostra stessa vita. E’ una vita destinata
alla morte. E quindi, resosi simile a noi, si assoggettò a questo
destino: Egli morì e fu sepolto.
Ma che cosa avvenne in quel sepolcro? Che cosa accadde in quel
corpo distrutto dalla morte sulla croce? Fu resuscitato! Cioè: la
vita stessa di Dio, la vita eterna divina lo investì, lo pervase,
lo trasformò, lo glorificò, lo trasfigurò. E così,
il Cristo Gesù nella sua umanità vive permanente della gloria
e della vita di Dio. L’uomo Cristo Gesù è entrato nel possesso
definitivo della stessa eternità di Dio. Non dobbiamo infatti pensare
alla risurrezione di Cristo come un ritorno alla vita di prima. Se così
fosse, noi non saremmo stati salvati. Sarebbe stato un ritorno ancora ad
una condizione mortale: anche su questa vita “risorta” la morte alla fine
avrebbe detto l’ultima parola. Mediante la sua Resurrezione, Cristo è
entrato in una vita umana che non può più corrompersi nella
morte, perché partecipa della stessa vita di Dio.
Ma l’Apostolo Paolo, fa un’aggiunta importantissima. Dice che
Cristo Risorto è “primizia di coloro che sono morti”. Che cosa significa?
E’ spiegato subito dopo: “se a causa di un uomo ...”. Notate bene: l’Apostolo
parla di Cristo come causa, cioè come qualcuno che agisce e produce
“qualcosa” in noi. Oh fratelli e sorelle, lasciamoci prendere da un profondo
stupore di fronte a questo avvenimento! Cristo Risorto causa la nostra
risurrezione: ecco la nostra salvezza! Cioè: mediante la sua umanità
glorificata, Egli glorifica la nostra persona, la rende partecipe fin da
ora della sua stessa vita divina. Ecco come un vescovo della Chiesa antica
descrive questo avvenimento di salvezza, mettendo sulla bocca di Cristo
queste parole: “In verità, la natura che io presi da voi, ebbe la
risurrezione per la divinità che abitava in lui e le era unita.
Per la divinità si liberò dalla corruttibilità e dalla
passabilità e conseguì l’incorruttibilità e l’immortalità.
Così anche voi sarete liberati dalla dura schiavitù della
morte, ed eliminata la corruzione assieme alle passioni, sarete rivestiti
dell’immortalità” (Teodoreto di Ciro, Trattato sull’Incarnazione
del Signore 28). E così chi è stato raggiunto da questa glorificazione,
se è ancora rattristato dalla certezza di dover morire, sente dentro
il suo cuore la consolazione che la morte non è la caduta nel nulla
eterno, ma il definitivo ingresso nella comunione eterna con Dio. Questo
è il nostro destino: l’unione a Cristo per essere come Lui e in
Lui vincitori della nostra morte.
2. Ma oggi la Chiesa celebra in modo speciale la potenza della Risurrezione
di Cristo nella persona della sua Madre. Perché questa particolare
celebrazione? Perché in Maria è accaduto qualcosa di unico.
Mentre infatti, ciascuno di noi è destinato a subire la corruzione
del sepolcro, Maria, alla fine della sua vita, venne immediatamente introdotta,
anche nel suo corpo, nella gloria eterna. Subito dopo la fine della sua
vita, la sua persona nell’intera verità del suo essere umano, corpo
e spirito, venne trasformata , trasfigurata, glorificata nella partecipazione
immediata di quella vita divina che è in Cristo Risorto.
Certamente: la nostra prima attitudine di fronte a questo avvenimento
dell’assunzione al cielo di Maria in corpo e spirito, deve essere la lode
della grazia e della misericordia del Padre che in Cristo ha compiuto in
Lei cose grandi. Ma non possiamo non farci, con umile venerazione, due
domande: per quale ragione Maria ricevette questo straordinario privilegio?
Che significato esso ha per noi oggi?
- Quanto alla prima domanda: “Tu non hai voluto che conoscesse
la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della Vita”.
Scrive un padre della Chiesa: “Non poteva avvenire che Tu, vaso sacro capace
di Dio, ti dissolvessi nella polvere della morte che corrompe. Colui che
si era esinanito in Te era Dio fin da principio ed in Lui era la Vita”.
Era dunque conveniente che la Madre della Vita fosse ugualmente compagna
della Vita”.
- Quando alla seconda domanda: “In Lei ... hai rivelato il compimento
del mistero della salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo pellegrino
sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza”. Nella Vergine
Assunta noi conosciamo il nostro destino ultimo; in Lei ci viene svelato
il significato della vostra esistenza e ci viene data la certezza che nessuno
di noi esiste per caso, essendo stato destinato alla vita eterna. So bene
che per molti di noi, in questa città devastata ed inaridita da
un paganesimo ormai convinto che la morte sia la fine di tutto, questo
messaggio può lasciare indifferenti.
Ma è questa indifferenza, questa disperata rassegnazione
alla morte che la fede della Chiesa oggi sconvolge colla sua umile forza:
“Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”.
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