OMELIA ORDINAZIONE SACERDOTALE
12 ottobre 1996
1. “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo ...”.
in questo momento, tanto solenne e tanto grande, il primo bisogno del cuore
è di elevare al Padre la nostra lode e benedizione, per averci Egli
benedetto con ogni sorta di benedizioni celesti. Siamo stati eletti in
Cristo, secondo il divino progetto che il Padre compie efficacemente nella
nostra storia quotidiana. Al centro di questo piano o disegno sta la sua
decisione di predestinarci ad essere suoi figli per opera di Gesù
Cristo, “secondo il beneplacito della sua volontà”. E’ l’insondabile
ricchezza della sua grazia, la sua inspiegabile misericordia che oggi ci
viene svelata: comunicarci la sua stessa vita, aprirci l’ingresso alla
comunione trinitaria.
Questa grazia, ci insegna ancora l’Apostolo, ci è stata
data “nel suo Figlio diletto, nel quale abbiamo la redenzione ...la remissione
dei peccati”. E’ in Cristo, infatti che noi siamo stati rigenerati mediante
il dono dello Spirito Santo.
Ecco, caro don Emanuele, in quale grandioso progetto oggi Cristo
ti inserisce: a te oggi viene affidato il Mistero, a beneficio di ogni
uomo che ti incontrerà. Quale Mistero? Il Mistero che, tenuto nascosto
per secoli, ora è stato pienamente manifestato, che il Padre cioè
ricco come è di misericordia, da morti che eravamo ci ha fatto rivivere
in Cristo. Da oggi in poi, la tua vita non ha altro significato che questo:
annunziare a tutti le imperscrutabili ricchezze di Cristo e far risplendere
davanti agli occhi di tutti la sua Gloria. La tua esistenza dovrà
da oggi identificarsi puramente , semplicemente e coincidere completamente
con questa missione: non ci dovrà più essere nessuna “zona”
della tua vita e nessuna “regione” della tua esistenza che non sia afferrata
da questa missione.
Per questo che fra pochi istanti, nel vaso di creta delle tue
povere carni umane, avverrà qualcosa di grande. Il Padre, mediante
il dono dello Spirito Santo, ti unirà a Cristo, unico mediatore,
e configurerà il tuo spirito al sommo ed eterno sacerdote della
Nuova Alleanza. In forza di questa mistica configurazione, tu potrai agire
“in persona Christi”: sarai reso partecipe dell’autorità con la
quale Cristo stesso fa crescere, santifica e governa il proprio corpo che
è la Chiesa.
Investito di questo ministero per la misericordia di Dio che
ti è stata usata, non perderti mai d’animo. Al contrario: rifiutando
ogni dissimulazione vergognosa, non falsificare mai la parola di Dio, ma
annunziala apertamente parlando al cuore di ogni uomo. Sì, poiché
se il santo sacramento dell’Ordine pone il ministro in un rapporto singolare
al Padre, a causa della particolare configurazione a Cristo nello Spirito
Santo, pone lo stesso ministro in un rapporto preciso con l’uomo.
Molte cose ti chiederanno gli uomini; tu devi a loro una sola
cosa: il Vangelo della grazia del Nostro Signore Gesù Cristo. In
Lui, ci ricorda sempre l’Apostolo, noi siamo stati predestinati: Cristo,
cioè, è la verità di ogni uomo; è il suo destino;
è l’unica soluzione vera dell’enigma della sua vita. Il sacerdote
si pone in rapporto con ogni uomo dal punto di vista del suo destino eterno.
2. “Beati .... coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”.
Questa parola Gesù la pronuncia per correggere un’ammirazione non
giusta per sua Madre. Una donna, piena di stupore, “alzò la voce”
per gridare la sua lode a colei che aveva generato Gesù. Egli, Gesù,
ci svela quale fu il segreto della beatitudine presente nel cuore
di Maria, la sorgente del gaudio del suo cuore: l’ascolto della Parola
di Dio e la sua osservanza. Maria fu pura disponibilità, semplice
consenso alla Parola del Padre e così Ella divenne la dimora permanente
del Verbo.
Ho voluto che ogni anno (il Signore ci conceda di poterlo fare)
il sacramento del Presbiterato fosse celebrato durante la settimana mariana:
così ogni sacerdote che lo Spirito Santo vorrà donare a questa
santa Chiesa, sarà affidato subito e per sempre a Maria. Ella sola
ci può insegnare come essere plasmati dallo Spirito Santo ad imitazione
di Cristo: Ella ci insegna la beatitudine dell’ascolto. Quell’ascolto in
forza del quale viene ad abitare nel tuo cuore la beatitudine, poiché
Cristo non è più soltanto Uno col quale tu vivi. Egli vive
in te la sua stessa vita. E la sua Vita è dono al Padre per l’uomo:
amore puro, amore pieno di misericordia e di tenerezza, dono di sé
senza limiti.
Ed ora consentitemi, cari giovani, di rivolgervi una breve parola,
esclusiva per voi. Voi state per assistere, per celebrare nella fede un
grande avvenimento che cambia la vita di un giovane come voi. Vi dico:
se anche a te, il Signore facesse giungere una tale chiamata, non farla
tacere. C’è un enorme bisogno di giovani che accolgano questa chiamata:
la Chiesa, il mondo, li stanno attendendo per vedere la presenza dell’Amore.
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