OMELIA SESTA DOMENICA DI PASQUA (schema)
12 maggio 1996
La pagina del Vangelo non è delle più facili. Ma, vi prego,
prestate molta attenzione perché essa ci svela un grande mistero
che può accadere nella nostra vita: sia Gesù stesso che vi
istruisca attraverso le mie parole.
Vorrei cominciare con una osservazione semplice. Molti di noi
pensano alla religione, concretamente al cristianesimo, come ad un insieme
di alcuni atti che si devono compiere in determinate circostanze (battesimi,
cresime, funerali), per un Dio che non si sente vicino alla nostra vita.
E’ uno dei modi più sbagliati di vivere il cristianesimo. Perché?
Perché esso è in primo luogo rapporto con una Persona viva:
non è rito o gesti sacri. E’ incontro, è compagnia, è
comunione di vita con Gesù risorto e vivo. Ma in che cosa consiste
questo incontro, questa compagnia, questa comunione di vita? Che cosa succede
nella vita di una persona quando entra in questa esperienza? Ecco, la pagina
del Vangelo risponde a queste domande.
1. Prima di tutto, Gesù indica il rapporto col discepolo,
con ciascuno di noi con due parole fondamentali: “amare/osservare i suoi
comandamenti”. Si tratta di un amore reciproco, cioè di un’amicizia.
Ora che cosa succede in ogni vero amore, in ogni vera amicizia? Ognuno
fa ciò che piace all’altro. L’amore, l’amicizia con Cristo sospinge
ad osservare i suoi comandamenti. E quali sono i “suoi” comandamenti? Gesù
lo dice: “questo è il comandamento che io ho ricevuto dal Padre
...”. Dunque, tu osserverai e custodirai i comandamenti di Gesù
se, nella fede, riconoscerai in Lui l’amore del Padre, l’amore di Dio che
si è fatto visibile. Ecco perché il cristianesimo non è
una religione, cioè un insieme di atti da compiere per un Dio lontano
ed assente. Esso è l’amore di Dio che in Cristo si rende visibile
e chiede di essere corrisposto. Essere cristiani significa credere all’amore
che Dio ha per noi.
Certamente, qualcuno potrebbe dire: “ma come è possibile?
Cristo non è più fra noi!” Ecco la grande rivelazione che
oggi ci viene fatta dal Vangelo: “io mi rivolgerò...”. Ecco chi
compie il miracolo del nostro incontro con Cristo: lo Spirito Santo. Il
suo nome è “Paraclito” cioè colui che ci consola: Egli ci
fa sentire l’amore del Padre per noi. E’ “Spirito di verità”: egli
ci introduce sempre più profondamente nella conoscenza della persona
e della parola di Cristo. Egli “sta con noi per sempre”, “dimora presso
di voi”, “rimarrà in voi”. E’ dunque lo Spirito Santo che ci fa
sentire la presenza di Cristo in noi.
Ma forse sentendo parlare di questi fatti, potreste pensare che
sono cose talmente lontane dalla vostra vita di ogni giorno, da cominciare
a pensare che non vi riguardano. Questo è la nostra peggiore disgrazia:
di pensare che nessun miracolo possa accadere e che quindi la nostra vita
sarà sempre uguale. Oggi la parola del Vangelo ti dice che questo
miracolo può accadere: la venuta dello Spirito Santo. Convertiti,
credi, fratello, alla parola di Gesù ed il miracolo accadrà.
2. Quale miracolo? Ascoltate: “...voi in me ed io in voi ... mi
manifesterò a lui”. E’ la presenza di Cristo nella tua vita e la
manifestazione che Egli fa di se stesso, il miracolo vero che cambia la
nostra vita.
S. Pietro: “dove andremo: tu hai parole di vita eterna”. E così
anche per te questo vangelo, questa parola è detta. Non chiudere
il tuo cuore e sarai rigenerato ad una vita nuova.
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