OMELIA GIORNATA DEL MALATO
11 febbraio 1996
1. “Egli si è caricato delle nostre sofferenze”. In questo momento
di grande mistero, poiché celebriamo il sacrifico dei nostri fratelli
ammalati, come non mai dobbiamo metterci all’ascolto della parola di Dio.
Solo essa può illuminarci circa il Mistero del sacrificio di Cristo,
che continua nel sacrifico dei nostri fratelli e sorelle. ”Egli si è
caricato delle nostre sofferenze”. Queste parole ci dicono in che modo
Cristo si è avvicinato e si avvicina alle nostre sofferenze: assumendole
e caricandole su se stesso. Questa assunzione, questo carico avviene in
due modi.
Il primo modo è descritto dal profeta con queste parole:
“Egli è stato trafitto per i nostri delitti; schiacciato per le
nostre iniquità”. Egli si è fatto carico della nostra sofferenza,
nel senso che colla Sua sofferenza e colla Sua morte, ci ha liberati dalla
morte eterna e dalla disperazione. Proprio mediante la Sua croce ha toccato
la radice dei nostri mali, il peccato, e ci ha redenti.
L’uomo dei dolori di cui parla il Profeta, è veramente quell’Agnello
di Dio che toglie il peccato del mondo. Si può dire che la sua è
una sofferenza “sostitutiva” perché è una sofferenza che
ci redime: “per le sue piaghe noi siamo stati guariti”. Nella sua sofferenza
i peccati vengono cancellati proprio perché Egli solo come Figlio
unigenito poté prenderli su di sé, assumerli con quell’amore
verso il Padre che supera il male di ogni peccato. Annienta questo male
che si era insediato nei nostri rapporti con Dio e li muta profondamente.
“Quando offrirà se stesso in espiazione ... il giusto mio servo
... giustificherà molti”.
La pagina del Vangelo ci rivela l’altro modo con cui Cristo si
fa carico delle nostre sofferenze. Egli guarisce gli ammalati. La malattia
è un male che deve essere combattuto: non è una fatalità
che deve essere subita. Questo comportamento di Cristo, descritto dal Vangelo,
ha suscitato nella Chiesa e nella società tutta una serie di attività
a favore della sofferenza. Quest’attività ha assunto, nel
corso dei secoli, forme istituzionali organizzate e costituisce un campo
di lavoro nelle rispettive professioni. Così dal cuore della Chiesa
sono nati gli Ospedali, parte ormai essenziale nella nostra società.
Anzi il grado di civiltà e di umanità di una città
si misura anche dalla qualità dei propri Ospedali. L’efficienza
è essenziale e dev’essere perseguita con grande attenzione
e tensione, ma non deve essere la finalità unica a prioritaria degli
Ospedali. L’ideale è di unire la scienza, la fede e la preghiera.
La scienza per vincere le malattie; la fede e la preghiera per trasfigurare
quella sofferenza che nonostante i progressi scientifici, resterà
sempre retaggio dell’uomo.
E’ altresì assai vicina alla pagina evangelica appena
letta la professione del medico, o dell’infermiera, o altre simili. Queste
professioni non devono essere umiliate né degradate nella loro dignità
né da chi li esercita né dagli altri. La professione medica
viene denigradata da chi la esercita quando viene esercitata non
solo al servizio della vita ma anche per dare la morte, quando viene esercitata
senza la viva consapevolezza che la persona ammalata non è
“qualcosa” ma “qualcuno” che merita venerazione e rispetto. La professione
medica viene degradata dagli altri quando non è riconosciuta nelle
sue responsabilità, quando è ingabbiata dentro una burocrazia
onnipresente e a volte ottusa. Oh se questa giornata fosse occasione per
tutti di rinnovare l’impegno di far rivivere questa pagina del Vangelo.
2. “Ti basta la mia grazia; la mia potenza si manifesta pienamente nella
debolezza”. L’Apostolo Paolo ci rivela l’altra dimensione della sofferenza
umana: essa è sempre una prova , e a volte una prova molto dura.
Ed in questa prova che è la malattia dimora il paradosso evangelico
della debolezza e della forza. Avete sentito che cosa dice l’Apostolo:
“Mi vanterò quindi ben volentieri...” Coloro che sono partecipi
della sofferenza, coloro che sono nella prova hanno davanti agli occhi
il mistero di Cristo che giunge fino all’abisso della sofferenza umana:
egli muore sulla Croce. Tuttavia, è proprio nel Cristo crocefisso
e morto che irrompe la potenza divina della risurrezione. La potenza
di Dio si è manifestata nella debolezza del Crocefisso. In Lui Dio
ha rivelato all’uomo una verità sconvolgente: egli vuole agire specialmente
attraverso la sofferenza, la debolezza e la spogliazione dell’uomo e vuole
manifestare la sua potenza in questa sofferenza. Allora soffrire, essere
ammalati significa diventare particolarmente aperti all’opera della potenza
salvifica di Dio. In voi specialmente Dio compie la salvezza della nostra
città. Cioè: la vostra sofferenza è il luogo in cui
si continua il sacrificio di Cristo sempre eucaristicamente presente nella
Chiesa.
La preghiera è la nostra forza: il Signore - come abbiamo detto
nel Salmo - ascolta la voce del nostro pianto, ascolta la nostra supplica,
accoglie la nostra preghiera. Ci basta la sua grazia!
PREGHIERA DEI FEDELI
-
Per la pace che viene dall’alto e per la salvezza delle nostre anime,
preghiamo
-
Per la prosperità della Chiesa e per l’unità di tutti
i cristiani, preghiamo
-
Per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito perché siano
consolati nel dono dello Spirito Santo, preghiamo
-
Per i medici e tutto il personale sanitario, perché esercitino
la loro professione con pietà e scienza, preghiamo.
-
Per tutti coloro che svolgono un servizio volontario per gli ammalati,
perché siano fedeli dispensatori della carità di Cristo,
preghiamo.
|