XXIII DOMENICA per annum [B]: giubileo dei catechisti
Ferrara 10 settembre 2000
1. "Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.// E subito gli si aprirono gli orecchi e si sciolse il nodo della lingua". Carissimi catechisti, veramente la profezia prefigura il Vangelo ed il Vangelo realizza la profezia: il Vangelo era nascosto nella profezia e la profezia è svelata nel Vangelo [cfr. S. Agostino, Quaestiones in Heptateucum 2,73; NBA , pag. ]. E così e dall’una e dall’altro ci viene oggi donata più profonda intelligenza del mistero di Cristo e della nostra salvezza.
Iniziamo col notare alcuni particolari. Gesù compie questo miracolo "in pieno territorio della Decapoli", cioè in un territorio pagano: la volontà del Padre di salvare l’uomo non ha limiti e non fa eccezioni di persona. Essa si manifesta e si compie in Cristo anche fuori dello spazio sacro della Terra Santa. Il miracolo accade attraverso un incontro con Cristo ["gli condussero un sordomuto"], che diventa un contatto fisico: "gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua". La decisione del Padre di salvare ogni uomo si realizza attraverso l’umanità del suo Verbo incarnato ed è attraverso questa che l’uomo esperimenta la misericordia di Dio. Ma il gesto salvifico di Cristo è accompagnato da una preghiera piena di compassione: "guardando … verso il cielo, emise un sospiro" [ingemuit, dice il testo latino]. "Gemette" commenta un Padre della Chiesa "assumendo in se stesso la nostra condizione, pieno di compassione per la nostra natura umana, vedendo la miseria in cui gli uomini erano caduti" [cfr. S. Tommaso d’Aquino, Catena aurea in Marcum VII, 4; ed. Marietti, Roma 1953, vol. II, pag. 487].
Possiamo dunque dire, alla luce della pagina evangelica, che la salvezza dell’uomo accade nell’incontro di ogni uomo con il Cristo, Verbo incarnato che ha condiviso nella sua compassione la nostra natura e condizione umana.
2. "E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente". La parola profetica ed evangelica presentano oggi la salvezza dell’uomo in termini di liberazione dalla sordità e dalla mutolezza: dall’incapacità cioè di comunicare con gli altri. La facoltà dell’udito e la parola sono le fondamentali vie di comunicazione. L’uomo perduto è l’uomo chiuso nella sua solitudine, l’uomo così curvato su se stesso da essere incapace di comunione con gli altri.
Si ha qui una delle affermazioni centrali nella visione cristiana dell’uomo, l’affermazione che "l’uomo … in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non possa ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé" [Cost. past. Guadium et Spes 24,4]. Il "dono di sé" non è quindi solamente un’esigenza etica, ma è costitutivo dell’essere stesso della persona: non devi essere dono agli altri se non perché sei fatto come dono agli altri. L’incapacità di costruire una vera comunione inter-personale è la contraddizione colla verità della tua persona: sei fatto per amare, non per odiare.
L’incontro reale colla persona di Cristo reintegra la persona nella sua originaria verità, e la rende capace di realizzarla nella libertà. La persona diventa in Cristo veramente libera e liberamente vera.
3. Carissimi catechisti, Cristo incontra anche oggi l’uomo nella ed attraverso la Chiesa. Tutto ciò che la profezia ed il Vangelo ci hanno detto si realizza veramente oggi nella Chiesa, che è la continuata presenza di Cristo in mezzo a voi. In che modo? Certamente anche attraverso di voi, attraverso il vostro ministero catechetico.
La catechesi infatti è la progressiva introduzione del battezzato dentro al Mistero cristiano: all’incontro con Cristo, che genera un’esistenza pienamente umana. Anche attraverso di voi si compie ciò che il Vangelo oggi narra: la compassione di Dio che salva l’uomo rendendola capace di donarsi.
Comprendete allora il significato profondo del vostro giubileo: vivere un vero incontro con Cristo che vi faccia testimoni di una gioia che contagia. La gioia di un incontro che vi ha salvati.
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