IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B.V. MARIA
Concattedrale – Cattedrale: 8 dicembre 2002
1. "Dopo che Adamo ebbe mangiato dell’albero, il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: dove sei?". Carissimi fratelli e sorelle, la Chiesa ci fa ascoltare oggi, solennità dell’Immacolata concezione di Maria, questa parola che Iddio rivolse all’uomo subito dopo il peccato: dove sei? E’ l’invito rivolto all’uomo perché prenda coscienza della conseguenza del suo peccato di origine, di quel peccato che commesso dai nostri progenitori ha intaccato la natura umana che essi ci hanno trasmesso in una condizione decaduta. E’ dunque un interrogativo che la Chiesa oggi vuole che risuoni nella coscienza morale di ciascuno di noi "dove sei, o uomo? Dove ti trovi, dopo aver abbandonato Dio?" In una condizione di paura risponde l’uomo: "ho udito il tuo passo nel giardino e ho avuto paura". Paura di che cosa? perché questa sembra essere oggi il segno, la cifra fondamentale della nostra esistenza quotidiana. Paura di una natura che anziché coltivata è stata stoltamente sfruttata al punto che ora sembra ribellarsi all’uomo; paura di una scienza e di una tecnica, segno mirabile dell’intelligenza umana, che sviluppatasi senza più alcuna radice nell’etica sembra ora devastare l’umanità nei suoi stessi fondamenti; paura di una gestione politica universale che non intende escludere la guerra come soluzione dei conflitti; paura delle giovani generazioni alle quali noi adulti non siamo più capaci di fare una ragionevole proposta di vita. "Ho avuto paura", risponde l’uomo.
Questa posizione dell’uomo, questa condizione dell’uomo non è quella a cui era destinato. Ascoltiamo ora l’Apostolo: "benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti … in Cristo. In Lui ci ha scelti". L’uomo, ciascuno di noi, è stato pensato e voluto da Dio in Cristo: è Cristo la vera dimora dell’uomo. Rimanendo in Lui, cioè incontrando Lui nella fede e vivendo con Lui mediante i sacramenti, la persona umana viene reintegrata nella sua piena dignità di figlio di Dio. L’uomo quindi che non vuole limitarsi a comprendere se stesso e a vivere la propria vita secondo misure superficiali e limitate, deve con tutto se stesso – con tutto il peso della sua paura – entrare in Cristo: appropriarsi ed assimilare tutta la realtà e la forza della sua Redenzione. Solo così ridiventa pienamente se stesso. C’è dunque una sola risposta giusta alla domanda "dove sei, o uomo?": sono in Cristo.
2. "Tu hai preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato originale … in Lei hai segnato l’inizio della Chiesa … splendente di bellezza". Con queste parole fra pochi minuti ci introdurremo nella grande preghiera eucaristica. Alla luce della parola di Dio appena meditata, esse ci fanno capire il significato profondo della solennità odierna.
Maria non ha mia vissuto nessun istante della sua vita terrena fuori di Cristo: ella è stata sempre in Cristo. In Lei cioè si è manifestata pienamente e splendidamente quella benedizione con cui l’uomo è benedetto in Cristo; in Lei si è manifestata perfettamente quella santità che è lo scopo per cui l’uomo è scelto in Cristo "prima della creazione del mondo". La condizione decaduta in cui viene trasmessa per generazione la nostra natura umana, non è stata quella in cui Maria fu concepita: fu concepita nella santità della prima origine. In Lei la forza redentiva di Cristo ha compiuto il suo capolavoro: un’umanità secondo il disegno del Padre.
"In Lei hai segnato l’inizio". E’ questo il grande annuncio di speranza che oggi la Chiesa fa risuonare nel mondo. L’inizio dell’umanità nuova è già cominciato: nella persona di Maria Cristo redentore ha già rinnovato l’intera creazione.
3. [Cattedrale]. Carissimi fedeli, fra poco consacreremo per la nostra Chiesa un nuovo diacono permanente, nel contesto della festa della benemerita associazione dell’Azione Cattolica. C’è un legame profondo fra questa celebrazione e la meditazione cui ci ha condotto la parola di Dio.
La "nuova umanità" di cui Maria è stata l’inizio, è un fatto che anche oggi la Redenzione di Cristo vuole fare accadere nel nostro popolo, dentro alla nostra storia quotidiana. Il diacono è il servo della redenzione; egli viene segnato col sigillo dello Spirito Santo perché introduca l’uomo nel mistero di Cristo.
Ma questa missione, l’introduzione dell’uomo nel mistero di Cristo, non è compiuta solo dai ministri ordinati: in essa voi, carissimi fedeli laici, avete un compito indispensabile e specifico. La vostra condizione di battezzati che vivono nel mondo infatti non è semplicemente un dato esteriore ed ambientale, ma è una realtà destinata a trovare in Cristo la pienezza del suo significato [cfr. Es. postsin. Christifideles laici 15,6; EV 11/1657]. Senza di voi quell’inizio della chiesa, che oggi contempliamo in Maria, resterebbe in larga misura senza conseguenze, perché grandi esperienze umane come il matrimonio e la famiglia, il lavoro e la politica resterebbero fuori dalla loro verità intera: il riferimento a Cristo.
E così, noi ministri ordinati e voi laici battezzati e cresimati, siamo il segno efficace della volontà del Padre di riportare l’uomo dentro alla sua dimora originaria: in Cristo Gesù.
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