EPIFANIA 1996
1. “Nato Gesù ... alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme”.
Così inizia oggi la Parola che ci rivela il mistero che celebriamo.
Ci dice, infatti, il papa S. Leone Magno: “Riconosciamo ...nei magi adoratori
di Cristo, le primizie della nostra vocazione e fede, e con animi esultanti
celebriamo gli inizi della beata speranza”. Sì: oggi celebriamo
l’inizio , la nascita della nostra speranza. Ascoltiamo di nuovo quanto
l’apostolo ci ha detto nella seconda lettura: “I Gentili ...sono chiamati,
in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare
lo stesso corpo, ad essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo”.
E tutto questo non accade per caso. Si tratta di un “mistero”, cioè
di una decisione, di un progetto pensato da Dio stesso, “non manifestato
agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato
rivelato”. Progetto e decisione divini che trovano la loro prima manifestazione-realizzazione
nel fatto che “nato Gesù a Betlemme ...”. Trattasi del fatto che
Dio “vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della
verità”. Egli non chiude il suo cuore a nessuna persona poiché
“la sua misericordia si estende di generazione in generazione”. Egli si
è alleato col popolo di Israele ed ad Israele spetta l’eredità
come al Suo figlio primogenito, poiché la promessa fu fatta ad Abramo
ed alla sua discendenza. Tuttavia (e questo è precisamente il Mistero
della Misericordia che oggi celebriamo) anche noi, anche ciascuno di noi
oggi è chiamato a possedere la stessa eredità dei figli,
noi che eravamo morti per le nostre colpe e i nostri peccati. Anche ciascuno
di noi oggi è chiamato ad essere partecipe della stessa promessa.
Quale diritto avevamo? quale diritto potevi vantare davanti a Dio, quale
titolo per essere chiamato “a formare lo stesso corpo”? Nessuno: è
stato solo la sua Misericordia. Ascoltate la voce dell’Apostolo: “Dico
... che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in favore della
veracità di Dio, per compiere le promesse dei padri; le nazioni
pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia” (Rom 15,8,9a). Cioè:
Dio salva i figli di Israele a causa della sua fedeltà ad una promessa
colla quale Egli si è obbligato verso loro; Dio salva noi a causa
della sola sua Misericordia, non avendo Egli contratto con noi nessun obbligo
di fedeltà.
E’ questo il Mistero che oggi ha avuto inizio: il Mistero della misericordia
di Dio che offre la sua salvezza a tutti e a ciascuno, senza più
nessuna discriminazione. offre il suo perdono a tutti coloro che lo cercano
con cuore sincero.
2. “Dove è il re dei Giudei ... siamo venuti per adorarlo”.
Queste parole dei Magi indicano precisamente il desiderio e la ricerca
dell’uomo. Ed, infatti, la pagina del Vangelo è una stupenda descrizione
dell’uomo che cerca e trova la salvezza di Dio. Se infatti Dio ci offre
la sua salvezza per pura misericordia, l’uomo è chiamato ad aprirsi
a questo dono, a corrispondere a questo Amore. Come? il vangelo di oggi
ci descrive precisamente il cammino dell’uomo fino all’incontro con Dio
stesso.
Come inizia questo cammino o chiamata di Dio alla salvezza? Dio chiama
attraverso dei “segni”, la luce di una “stella”. Nella persona umana, in
ogni persona umana c’è una luce interiore, una “stella” che significa
ed indica una Presenza, una Realtà che trascende l’uomo: “Signore
tu ci hai fatto per Te, ed il nostro cuore è inquieto fin che non
riposa in Te”. C’è nella persona un desiderio profondo, inestinguibile,
di verità, di bontà, di bellezza, in una parola, di beatitudine,
che nessuna verità creata, nessun bene limitato, nessuna bellezza
finita potrà soddisfare. Tutto il bene che è l’universo creato
è incapace di soddisfare il desiderio umano. Questa è la
“stella” che significa-indica il cammino: “cerca sopra di noi”, ci dice
ogni creatura. I tre magi si sono messi in cammino: non hanno spento in
se stessi il loro desiderio. L’uomo è chiamato dal suo desiderio
a divenire un cercatore di Dio. I Magi hanno preso la decisione di soddisfare
la loro ricerca; l’uomo non deve decapitare, limitare l’estensione del
suo desiderio secondo la misura delle creature. Ed è a questo punto
che l’uomo può imbattersi in Erode “che cerca di uccidere il Bambino”
Può imbattersi in falsi maestri che cercano di impedire all’uomo
di raggiungere la Presenza di Dio. Quali sono oggi i falsi maestri? Sono
coloro che riducono Gesù Cristo al grande maestro della solidarietà
negando che Egli è Dio venuto nella carne per incontrare l’uomo.
Sono coloro che riducono la persona umana ad un fascio impersonale di bisogni
psico-fisici da soddisfare. In questa situazione l’uomo non sa più
dove cercare Dio: è stato limitato alla sua misura infinita; è
stata espulsa dalla storia la presenza di Dio. I Magi possono ugualmente
continuare la loro ricerca; l’uomo che cerca con sincerità la verità,
che è fedele alla sua coscienza non può mai essere ucciso
dalla nostra cultura di morte. Dio stesso protegge sempre chi lo cerca
con umiltà.
Dove trovarono Dio? “videro il bambino con Maria sua Madre”.
La presenza di Dio è Gesù Cristo: Egli è precisamente
Dio fattosi carne per poter essere trovato dall’uomo. All’infuori di Lui
l’uomo può solo cercar Dio come a tentoni e nel buio. “La grazia
della verità” - scrive S. Giovanni - “accade per mezzo di Gesù
Cristo” (Gv 1,17b). La grazia della verità, l’incontro con Dio è
un avvenimento che accade nella vita dell’uomo: non è in primo luogo
l’apprendimento di una dottrina o il risultato di una ascesi. E’ l’incontro
col Dio fattosi uomo.
CONCLUSIONE
Fratelli e sorelle, tutto questo che ho detto, o meglio: quanto lo Spirito
vi ha fatto intendere, non è che la descrizione di ciò che
ora e qui accadrà adesso. La celebrazione di divini misteri è
l’evento della grazia della verità, che accade nella nostra vita,
poiché l’Eucarestia è l’incontro reale con Cristo ed in Lui
col Padre che oggi ci ha chiamati “in Cristo Gesù a essere partecipi
della sua promessa”.
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