SOLENNITA’ DELLA PENTECOSTE
Concattedrale e Cattedrale
3 giugno 2001
1. "Oggi hai portato a compimento il mistero pasquale e su coloro che hai reso figli di adozione in Cristo tuo figlio hai effuso lo Spirito Santo, che agli albori della Chiesa nascente ha rivelato a tutti i popoli il mistero nascosto nei secoli". Fra pochi minuti noi ci introdurremo nella grande preghiera eucaristica con questa preghiera: in essa la Chiesa ci svela interamente l’avvenimento di cui oggi facciamo memoria e che al contempo accade anche ora in mezzo a noi.
"Su coloro che hai resto figli di adozione in Cristo tuo figlio hai effuso lo Spirito Santo". Ecco la prima dimensione dell’avvenimento che sta accadendo fra noi. La Chiesa lo descrive facendosi eco alle parole di S. Paolo ascoltate nella seconda lettura: "E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre! ".
Ecco la prima dimensione del mistero odierno: accade un cambiamento radicale nella condizione dell’uomo, passando questi da una condizione di schiavo caratterizzata dalla paura ad una condizione di figli caratterizzata dalla speranza. E questo cambiamento è operato in noi dal dono dello Spirito Santo, dal momento che "tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio".
Carissimi fratelli e sorelle, non è difficile percepire il realismo di questa descrizione che la parola di Dio oggi fa della nostra condizione umana come "condizione di schiavi caratterizzata dalla paura". L’uomo di oggi infatti non sembra più in grado o almeno ha paura di non essere più in grado di dominare e di indirizzare verso il bene della propria persona quanto ha prodotto col suo ingegno: è divenuto schiavo di ciò che ha conseguito. Questo sembra essere il nucleo essenziale del dramma attuale dell’esistenza umana sulla terra: vivere sempre più nella paura. Paura che i prodotti dell’uomo – del suo ingegno, del suo lavoro – possano essere rivolti in modo radicale contro lui stesso [cfr. Lett. Enc. Redemptor hominis 15; EV/8,48-49]. Paura che le scoperte genetiche siano rivolte contro l’uomo; paura che il crescente sfruttamento della natura generi un disastro ecologico irreversibile; paura che il fatto della globalizzazione produca una folla crescente di poveri. "Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadete nella paura": oggi Cristo, donando all’uomo il suo Spirito, lo ricrea in un certo senso. Gli dona la vera dignità di persona libera perché lo fa "figlio di Dio". Gli dona la capacità di volgere al vero bene della persona tutto ciò che scienza e tecnica hanno scoperto e prodotto.
Immediatamente prima dell’ascolto del Vangelo, abbiamo pregato nel modo seguente: "Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli". Il cuore dell’uomo è un recipiente vuoto pieno solo di desiderio: desiderio di uscire dalla condizione di schiavo per vivere nella vera libertà. Quale è la misura, l’estensione di questo desiderio e quindi chi è in grado di "riempire il cuore"? è misura illimitata; è desiderio immenso. Solo lo Spirito Santo può compierla; può soddisfarlo. La più grande menzogna che la cultura contemporanea va dicendo all’uomo è di fargli credere che può bastargli ciò che è finito, senza nessun rimando all’Infinito: censurando nella ragione le domande ultime sul senso della vita; estenuando nella volontà la tensione verso una beatitudine eterna.
E qui ci incontriamo colla seconda dimensione del Mistero che oggi celebriamo.
2. "Agli albori della Chiesa nascente ha rivelato il mistero nascosto nei secoli: ha unito i linguaggi della famiglia umana nella professione dell’unica fede". Questo mistero di cui parla la preghiera della Chiesa è descritto nella prima lettura: l’effusione dello Spirito Santo ricostruisce l’unità fra le persone umane.
Oggi viene donato una volta per sempre il vero principio dell’unità delle persone ,la causa efficiente di questa unità: lo Spirito Santo. Egli opera invisibilmente attraverso la missione visibile della Chiesa, la quale "è in Cristo come sacramento, o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità del genere umano". [Cost. dogm. Lumen gentium 1; EV 1/284]. Dentro alle nostre divisioni – alle divisioni fra gli sposi, fra i cittadini della stessa città e nazione, fra i popoli – viene a dimorare la potenza unificatrice dello Spirito che agisce nella e mediante la Chiesa.
Carissimi fratelli e sorelle, è questo l’altro grande atto del dramma dell’uomo contemporaneo: la sua incapacità di costruire comunità umane che non siano semplici coesistenze di egoismi opposti. E’ il cancro dell’individualismo la vera malattia mortale delle nostre comunità. Lo Spirito Santo ci rende capaci di donarci e di amare.
E’ questa la prima Pentecoste del terzo millennio, la prima Pentecoste del dopo Anno Santo. Abbiamo oggi ricevuto lo Spirito Santo perché la nostra Chiesa possa prendere il largo. Gesù Cristo è la via del percorso della Chiesa, perché è l’unica via vera che la conduce all’uomo. Su questa via essa ora deve muoversi: perché si prenda cura di ogni uomo e di tutto l’uomo.
|